Il meglio delle serie TV del 2024
Articolo a cura di Francesco Ariani, Francesca Barracca, Angelo Giannone, Giuseppe Inella e Alessandro Turillo
Come ogni anno, è giunto il momento di tirare le somme sulle migliori serie TV che abbiamo visto nel corso del 2024. Ciascun titolo indicato rappresenta la scelta e il gusto personale di ciascun autore che lo ha consigliato.
Citadel: Diana

Come in ogni narrazione di spionaggio che si rispetti, la realtà non è mai quella che sembra, ma i personaggi sono bravi a volgerla a proprio favore. Il punto di forza di Citadel: Diana sono però senz’altro i suoi personaggi e le dinamiche che li coinvolgono, capaci di ancorare allo schermo lo spettatore che si chiede che cosa ancora capiterà loro. L’intrattenimento, dunque, è assicurato.
– Francesca
Cobra Kai, sesta stagione, parte seconda

La seconda parte della sesta stagione di Cobra Kai non tradisce quanto di buono visto nelle precedenti stagioni, con coreografie degne di nota e sfumature da “teen drama” che hanno caratterizzato la serie.
Separare, per così tanti mesi, qualcosa che è stato pensato per uscire in blocco ed essere fagocitato senza troppe pause, fa emergere tanti problemi che probabilmente non sarebbero emersi se si fosse avuto una visione unitaria.
Nonostante una prima parte che ha proceduto in modo sincopato, Cobra Kai continua a correre per la sua strada a testa alta, a furia di calci rotanti ma senza sacrificare la componente emotiva legata all’amicizia tra i personaggi e alla loro passione per il karate, visto come strumento di riscatto e di aggregazione.
Il finale della seconda parte della sesta stagione è quello che però ha mischiato veramente le carte in tavola e portato la serie verso un climax mai visto prima.
– Giuseppe
Dune: Prophecy
Dune: Prophecy esplora le origini delle Bene Gesserit in un passato remoto, segnato dalla guerra contro le macchine pensanti e dalla nascita dell’Impero. Protagonista è Valya Harkonnen, madre superiora delle Truthspeaker, interpretata da una straordinaria Emily Watson. La serie fonde rivalità, tradimenti e ricerca del potere, focalizzandosi su dialoghi e ambientazioni intime. La sorellanza, ancora lontana dalla sua forma definitiva, vive una metamorfosi da organo religioso a politico, sacrificando le sue membri per un bene superiore. Dune: Prophecy offre un punto di vista femminile e politico, intrecciando ambizione, misteri cosmici e grandiosità epica.
– Angelo
Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, la serie di Sydney Sibilia

Sibilia è riuscito nel non facile compito di trasformare la storia (già nota) di due ragazzi, Max Pezzali e Mauro Repetto, in qualcosa in cui molti ragazzi nati tra gli anni ’80 e ’90, si possono immedesimare.
In realtà, dietro Hanno ucciso l’Uomo Ragno c’è il tentativo di parlare di questa intera generazione. La provincia, l’amore, la speranza, la voglia di emergere; la difficile conciliazione tra successo e fallimento; la famiglia e, soprattutto, l’amicizia.
La chiave di volta della serie sono senza dubbio i due protagonisti, Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, che interpretano rispettivamente Max Pezzali e Mauro Repetto. Nuzzolo e Giuggioli non si limitano, per così dire, a imitare i loro personaggi, ma ne danno una personale lettura: reale, concreta, credibile.
Nuzzolo e Giuggioli si completano sia da un punto di vista caratteriale, il primo più introverso, l’altro più esplosivo. Sono fondamentalmente due adolescenti con le loro ossessioni e i loro dubbi. E in questa contraddizione costante, viene fuori l’anima stessa degli 883.
– Giuseppe
Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883, la serie
House of the Dragon – HOTD, seconda stagione
La seconda stagione di House of the Dragon inizia dopo il violento finale della prima, con un conflitto tra Verdi e Neri non ancora sfociato in guerra totale. La stagione si concentra su dialoghi e approfondimenti psicologici, focalizzandosi su Rhaenyra e Alicent, madri-regine che si oppongono alla guerra. Le donne dominano la narrazione, muovendo i fili del conflitto con forza e vulnerabilità. Sebbene il ritmo soffra nella seconda metà, i dialoghi e le interpretazioni rimangono di altissimo livello. Il climax del quarto episodio e la battaglia finale regalano momenti memorabili, in cui i draghi iniziano davvero a danzare.
– Angelo
La seconda stagione, si dimostra di elevato livello. Per motivi diversi, l’annata d’esordio è stata in grado di attanagliare lo spettatore, anche quello poco amante del genere fantasy, riuscendo efficacemente a muoversi sinistramente in quell’ombra. Non ci sono dubbi sul fatto che questa seconda stagione ci abbia regalato momenti memorabili, sia in termini di singole scene epiche, sia dal punto di vista dell’evoluzione complessiva dei personaggi.
Due fazioni in lotta, con tensioni che crescono sempre di più.
– Giuseppe
House of the Dragon, seconda stagione: la guerra delle madri
Piedone – Uno sbirro a Napoli, la serie di Alessio Maria Federici
La fortunata saga cinematografica ideata da Steno Vanzina riceve nuova linfa con questa attesissima serie. La leggenda del commissario Rizzo continua a vivere, grazie alla serie Sky Piedone: Uno sbirro a Napoli.
Il protagonista è un allievo del commissario Rizzo, Vincenzo Palmieri. Palmieri ha lavorato a lungo in Germania, ma adesso il distintivo lo riporta a Napoli. Qui deve confrontarsi con la malavita che imperversa, e con il suo passato. Cambiano i tempi, e anche i toni. Piedone: Uno sbirro a Napoli è meno faceto di quanto si possa pensare. L’anima della serie è più da crime contemporaneo, Alessio Maria Federici ricorda Guy Ritchie ma anziché del sottobosco criminale londinese a fare da sfondo a questa serie ci sono i vicoli di Napoli, con qualche nota persino romantica. Esposito può ricordare nel fisico il suo mentore, ma non ha la presunzione di volerlo sostituire.
Le nuove indagini di “Flatfoot” sono un buon connubio tra presente e passato, che non delude anche i fan di vecchia data.
– Giuseppe
Prisma, seconda stagione
La fiction è uno dei pilastri dell’identità di una nazione. Bessegato e Urciuolo fanno proseguire la storia dei due gemelli Andrea a Marco nella loro ricerca di identità insieme ad altri grandi protagonisti. Una storia di formazione che merita più visioni per essere colta in tutta la sua profondità narrativa ed emotiva.
– Alessandro
Qui non è Hollywood
Nonostante un lancio assai travagliato (con una sentenza che ha comportato la modifica del nome della serie, e con la conseguente discussione pubblica), la serie Qui non è Hollywood ha raccolto l’interesse del pubblico e della critica al punto che è diventata il lancio di una serie di general entertainment più visto su Disney+ in Italia per numero di visualizzazioni nei primi 7 giorni.
– Redazione
Qui non è Hollywood, la serie: il delitto e i suoi risvolti terreni
Shōgun

Shōgun, adattamento del romanzo di James Clavell, esplora il rapporto tra potere e destino. Ambientata nel Giappone del 1600, la serie segue il naufrago John Blackthorne coinvolto nei giochi di potere alla corte di Yoshii Toranaga. Con personaggi ispirati a figure storiche ma reinventati, il racconto bilancia eventi reali e finzione, sviluppando motivazioni e obiettivi profondi. La comunicazione emerge come tema centrale, con barriere linguistiche e culturali che riflettono il divario tra i personaggi. Attraverso un linguaggio visivo complesso e interpretazioni intense, Shōgun intreccia potere, scelte individuali e forze superiori, stimolando riflessioni senza offrire risposte definitive.
– Angelo
The Boys, quarta stagione
Link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=x59hux5ZMoE
La quarta stagione di The Boys si distingue per un percorso narrativo più coeso e incisivo, evitando di tornare a uno status quo senza reali cambiamenti. I personaggi, costretti a confrontarsi con il passato e con la genitorialità, affrontano percorsi personali che li trasformano profondamente, rendendo ogni evoluzione significativa. Non mancano violenza, sarcasmo e critica sociale, con riferimenti taglienti alla post-verità, ai complottismi e alla comunicazione sensazionalistica. La stagione rompe gli schemi precedenti, ponendo Patriota come figura centrale e spingendo verso una guerra aperta. È un capitolo che, nella sua radicalità, prepara a un finale promettente e sorprendente.
– Angelo
The Penguin
The Penguin esplora l’ascesa di Oswald Cobblepot in una Gotham priva di eroi, mettendo al centro personaggi complessi e sfaccettati. Oz è sensibile ma profondamente insicuro, un protagonista malvagio e credibile nella sua contraddittorietà. Tra i personaggi spiccano Francis, madre fragile e manipolatrice, e Sofia Falcone, antagonista capace di rubare la scena e vera star della serie. Interpretata da una perfetta Cristin Milioti, è una coprotagonista destinata allo scontro con Oz, raccontando vendetta, rivalsa e corruzione del potere. Il finale, sublime e agghiacciante, consacra Pinguino come un vero “cattivo”, in una serie che sfida costantemente la moralità dello spettatore.
– Angelo
The Penguin, la serie: la profondità di un “cattivo” e una star inaspettata
