Il pipistrello e l’uccello stanno morendo. Pieni di ferite, con la Batmobile che affonda nel Gotham River. Il Pinguino di Tom King parte dalla fine, con la voce narrante di Batman, creando un gancio degno di un ottimo thriller. Da qui, viene poi introdotto un Oswald Cobblepot anziano, “ritirato”, ormai innocuo. Un uomo con una nuova vita a Metropolis, con una compagna, una veterinaria che tra i vari animali ha forse salvato anche un anziano pinguino. Ma qualcuno turberà questa quiete, con una richiesta terribile e singolare.

In 12 numeri si descrive un articolato mosaico sul villain di Gotham. Tom King ha reso un marchio di fabbrica elevare al massimo potenziale un personaggio, esplorandone più aspetti e scavando sempre oltre i costumi e la facciata (in questa sede abbiamo già discusso della sua Supergirl).

Un altro marchio di fabbrica dello sceneggiatore è l’uso della voce narrante. Di solito funge da narratore omodiegetico, esplicitando i pensieri di uno o più personaggi. Ne Il Pinguino trascende questa funzione, formando un coro di voci che descrivono tramite i loro pensieri il frammento di Oz che riescono a conoscere. Con un dinamismo narrativo impressionante, voci fisse (Batman, Lisa, L’Aiuto) si alternano a comparse fugaci, a volte di poche pagine, a volte di un solo numero. Non entrando mai nella testa del protagonista, King lo delinea in maniera indiretta tramite chi ne viene a contatto, giocando con i generi e la struttura della run.

la cover del primo volume de Il Pinguino di Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic, edito da Panini Comics nella collana DC Collection (2024)
la cover del primo volume de Il Pinguino di Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic, edito da Panini Comics nella collana DC Collection (2024)

L’inizio da thriller governativo palesa la leggenda che il Pinguino ha costruito attorno a sé, costruendo nel frattempo la sua parte più umana e portando alle prime domande. Non solo su come i due nemici sono finiti nella Batmobile nella prima tavola, ma sulla natura di Oz, su quali lati della sua personalità siano reali e quali esacerbati o del tutto recitati. Per quanto la narrazione possa cambiare, passando da una distorta “formazione di una squadra” ad un flashback in pieno stile Il Padrino parte II ad un crescendo finale di sangue e violenza, quel dubbio non viene in alcun modo chiarito. King decide di non fornire un’interpretazione univoca del Pinguino, in linea con la scelta di raccontarne molteplici aspetti e nel rispetto di una lunga e complessa storia editoriale.

Il Pinguino è stato, fino ai primi anni ’90, solo uno dei tanti freak che condividono le storie di Batman, senza risultare particolarmente brillante o incisivo. Solo dopo il meraviglioso Batman Returns di Tim Burton del 1992 il personaggio ha vissuto di nuova gloria, divenendo sempre più sfaccettato e complesso, pertanto degno di essere uno dei villain principali del pipistrello (al punto da avere anche una straordinaria serie TV a lui dedicata). In quest’ottica, non voler svelare del tutto cosa sia Oswald non è una scelta di comodo, ma un modo per rendergli giustizia.

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Rafael de Latorre accompagna il resto della storia nei cambi di ritmo, nei primi piani dei dialoghi botta e risposta, negli exploit di violenza con un tratto pulito e una riuscitissima resa delle espressioni facciali. Di fatto il disegnatore trionfa proprio nell’aspetto più complesso, riuscendo a veicolare tutta la drammaticità, malvagità e ambiguità di un Oswald Cobblepot raramente così sfaccettato.

Durante i due numeri di flashback, disegnati da uno Stevan Subic in forma con un tratto crudo e sporco, King regala uno dei “suoi” colpi di scena, reinterpretando in maniera radicale il rapporto tra Batman e Pinguino, senza tuttavia calpestare le storie passate. Così facendo Oswald diventa sempre più complesso e completamente indecifrabile, complice anche la scelta di design di non mostrare mai troppo i suoi occhi in questo frangente. Rimangono come punti fissi l’amore per gli uccelli – con la classica metafora del poter volare come simbolo di libertà, contrapposta all’incapacità del pinguino di farlo – la tendenza alla manipolazione e gli exploit di violenza brutale e sanguinosa (codificata con un efficace passaggio al bianco, nero e rosso nelle vignette più crude).

Il Pinguino è l’ennesimo trionfo di Tom King, capace di dare il suo meglio proprio in questo tipo di storie, dove gli è concesso allontanarsi dalla solita continuity per creare le sue visioni dei personaggi, in questo caso operando – al posto di una sua “solita” decostruzione – una ricostruzione, la sintesi di mille volti di un villain affascinante, spaventoso e forse molto più simile al supereroe che combatte di quanto si pensi.

la cover del secondo volume de Il Pinguino di Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic, edito da Panini Comics nella collana DC Collection (2024)
la cover del secondo volume de Il Pinguino di Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic, edito da Panini Comics nella collana DC Collection (2024)

Scheda tecnica  [due volumi]

Autore: Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic
Data di uscita: Lug 2024/nov 2024
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 23€/18€ euro
Rilegatura: cartonato
Formato: 17 x 26 cm
Interni: Colori
Pagine: 176/128

la cover del secondo volume de Il Pinguino di Tom King, Rafael de Latorre, Stevan Subic, edito da Panini Comics nella collana DC Collection (2024), nella composizione da Canva, licenza d’uso

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