L’AMORE CHE HO, un film di PAOLO LICATA che racconta la leggenda della canzone popolare siciliana ROSA BALISTRERI
con LUCIA SARDO, DONATELLA FINOCCHIARO, TANIA BAMBACI, ANITA POMARIO, VINCENZO FERRERA
musiche di CARMEN CONSOLI
DALL’8 MAGGIO 2025 AL CINEMA
19 maggio 2025 – L’amore che ho, il film di Paolo Licata (autore nel 2020 del pluripremiato Picciridda – Con i piedi nella sabbia) che ripercorre i drammi e le gioie di un’autentica leggenda della canzone popolare siciliana, Rosa Balistreri, conquista il pubblico in sala e si conferma il film di produzione italiana più visto del weekend. Inoltre è la miglior media copia tra i film italiani.
25 marzo 2025 – Dopo essere stato presentato con successo al 42° Torino Film Festival, il film arriva in sala l’8 maggio 2025: L‘amore che ho è una produzione Dea Film e Moonlight, con il contributo della Sicilia Film Commission.
27 novembre 2024 – Ci sarà anche Carmen Consoli al 42° Torino Film Festival, per la presentazione, in anteprima assoluta, di L’amore che ho, film che racconta e ripercorre i drammi e le gioie della leggenda della canzone popolare siciliana: Rosa Balistreri. La “cantantessa”, che da sempre considera Rosa un’ispirazione e una guida, firma le musiche originali dell’opera ma è anche interprete nel ruolo di Alice.
Sarà presentato nella sezione Zibaldone del 42° Torino Film Festival, L’amore che ho, film che racconta e ripercorre i drammi e le gioie della leggenda della canzone popolare siciliana: Rosa Balistreri. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Luca Torregrossa, nipote dell’artista, il film è diretto da Paolo Licata (autore nel 2020 del pluripremiato Picciridda – Con i piedi nella sabbia), che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Maurizio Quagliana, Heidrun Schleef e Antonio Guadalupi.
Nel cast, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami prestano il volto alla Balistreri nelle diverse fasi della sua vita. Tania Bambaci interpreta il ruolo di Angela, figlia di Rosa, il cui rapporto conflittuale con la madre alimenta il filo narrativo del film. Vincenzo Ferrera interpreta Emanuele, padre di Rosa, un personaggio figlio del suo tempo in cui l’amore filiale è impregnato di cultura patriarcale. Oltre a interpretare il ruolo di Alice, Carmen Consoli, che da sempre considera Rosa un’ispirazione e una guida, firma le musiche originali dell’opera.
Il film (il cui titolo è tratto da una canzone della Balistreri) offre uno sguardo nell’anima e nell’incredibile destino di questa artista, che è stata non solo simbolo del Mezzogiorno ma anche una cantautrice che ha lottato in prima linea per i diritti dei lavoratori, contro la mafia e a favore dell’emancipazione femminile, in un periodo storico cruciale per l’Italia e per il mondo intero.
SINOSSI
Nel 1990, Rosa Balistreri è nota a tutto il mondo dello spettacolo, dell’arte e della politica ma è già anziana e alla fine della sua carriera. Dopo tante occasioni mancate, decide di recuperare, prima che sia troppo tardi, il rapporto con la figlia Angela, adesso quarantenne, che ha sempre visto la madre come una nemica dedita soltanto alla carriera. Pur di avere un’altra chance Rosa è disposta a tutto, persino a vivere nella sporca e buia cantina di casa della figlia e ad andare in giro nei piccoli paesini dell’entroterra siciliano per guadagnarsi i soldi che le servono. E intanto riaffiorano le memorie della sua intera esistenza: dalle lunghe giornate da bambina trascorse a lavorare nei campi con il padre a quel matrimonio forzato e consumato a suon di botte, fino al successo conquistato nonostante gli innumerevoli ostacoli. Ma la sua indole è guerriera e così “la cantatrice del sud” decide di fare i conti con il passato e di combattere i suoi demoni.
Note di regia
“La voce della Sicilia”, “La cantatrice del sud”, questi erano i soprannomi più comuni dati a Rosa Balistreri già dalle prime opere discografiche degli anni 60.
Ma lei non è stata solo un simbolo del mezzogiorno, bensì un’attivista che ha lottato in prima linea contro la mafia e a favore dell’emancipazione femminile in tutt’Italia.
Una vita travagliata, segnata dalle più svariate esperienze che hanno lasciato un’impronta inconfondibile nella musica e nell’eredità culturale che ci ha lasciato. Tutto ciò che ha vissuto emerge prepotentemente ed inevitabilmente da ogni singola nota del suo canto. La sua passione, il suo timbro di voce e i suoi testi rappresentano un vero e proprio manifesto socio culturale delle lotte e dei movimenti accesi degli anni 70 nel nostro paese.
“L’AMORE CHE HO”, titolo tratto da una canzone di Rosa (in originale “L’amuricav’haiu”, letteralmente “l’amore che ho per voi”), narra la sua vita. Ma è una storia che assume un valore importante, non solo per lo spessore culturale del personaggio in sé, ma anche perché racconta un periodo storico, quello tra gli anni ‘60 e ‘80, cruciale per l’Italia e per il mondo intero. Un momento di cambiamenti, di fermenti e inquietudini sociali e culturali. Attorno al personaggio di Rosa, ruotano delle figure che rappresentano dei veri e propri simboli di quei pensieri e di quelle battaglie, come Dario Fo, Renato Guttuso e Andrea Camilleri, per citarne alcuni.
Quella di Rosa è una personalità incredibilmente sfaccettata, tormentata, sempre in bilico tra il grande amore e l’estrema violenza. Capace di sentimenti contrastanti, disposta ad uccidere, ma anche a morire per amore.
La colonna sonora è il pilastro portante dell’opera. La musica rappresenta un vero e proprio personaggio capace di narrare sentimenti ed emozioni così come gli altri interpreti. Le canzoni di Rosa Balistreri costituiscono un’immancabile impalcatura che scandisce le varie fasi della sua vita. I momenti che stanno in mezzo tra una canzone e l’altra sono descritti da una partitura classica liberamente ispirata ai temi più noti della “cantatrice del sud”.
Tra tutti gli artisti del panorama musicale italiano, una su tutti si impone come maggior esperta e conoscitrice della poetica di Rosa Balistreri: CARMEN CONSOLI che, sin dai suoi esordi, ha sempre dichiarato la propria devozione a Rosa e l’ha sempre considerata un’ispirazione e una guida. Innumerevoli sono stati gli omaggi che la “cantantessa” Carmen ha rivolto alla “cantatrice” Rosa nei suoi concerti nel corso degli anni. Ha interpretato le sue canzoni, le ha ri-
arrangiate, le ha rivissute. Insomma, Carmen è una vera discepola di Rosa e la sua presenza nel film, in qualità di autrice della colonna sonora e consulente musicale, è stata necessaria, logica e di grande valore artistico.
Note tecniche
Da regista e sceneggiatore, una storia come questa rappresenta uno stimolo incomparabile, data la profondità della trama e il periodo storico, fonte di grande ispirazione sia in termini di tecnica di ripresa che in termini di scelte fotografiche.
La tecnica di ripresa assume, di quando in quando, tratti spiccatamente documentaristici al fine di esaltare ed evidenziare i momenti fedelmente tratti dalla vita vera dei protagonisti, con largo uso di macchina a spalla e a mano.
La fotografia dei flashback è distinta da quella del tempo presente della narrazione tramite l’applicazione di una gamma cromatica tendente ai colori pastello in un’atmosfera vintage tipica degli anni 60-70. Gli anni della vecchiaia di Rosa hanno invece una predominanza di colori più nominali.
Nel rispetto della veridicità storica del periodo in cui svolgono le vicende narrate, i dialoghi sono recitati nella cadenza e con l’accento tipici dei luoghi di provenienza dei personaggi. Il ritmo e la musicalità del dialetto siciliano contribuiscono in modo decisivo a immergere lo spettatore nelle atmosfere dei luoghi d’origine della protagonista. Allo stesso modo il mancato uso di esso, sottolinea la diversa ubicazione delle scene.
Il film intende rivolgersi a un pubblico vasto ed eterogeneo, proponendosi di raccontare la storia di questa Janis Joplin siciliana, con un linguaggio semplice e diretto ma potente così come lo spirito della protagonista.
CAST ARTISTICO |
|
LUCIA SARDO |
Rosa anni ‘90 |
DONATELLA FINOCCHIARO |
Rosa anni ‘60/‘70 |
ANITA POMARIO |
Rosa anni ‘40 |
TANIA BAMBACI |
Angela |
VINCENZO FERRERA |
Emanuele |
EMANUELE DEL CASTILLO |
Luca |
LOREDANA MARINO |
Vincenza |
GIOVANNI CARTA |
Manfredi |
MARTA CASTIGLIA |
Maria 15/18 anni |
MARIO INCUDINE |
Don Ciccio |
ANNA D’ORSA |
Anna |
MARTINA ZIAMI |
Rosa bambina |
DALILA DI CRISTINA |
Maria bambina |
KATIA GRECO |
Maria anni ‘60/‘70 |
ANTONIO RANDAZZO |
Angelino |
MAZIAR FIROUZI |
Jachino |
e con CARMEN CONSOLI |
nel ruolo di Alice |
CAST TECNICO |
|
Regia |
PAOLO LICATA |
Sceneggiatura |
PAOLO LICATA MAURIZIO QUAGLIANA HEIDRUN SCHLEEF ANTONIO GUADALUPI |
Liberamente tratto dal libro |
“L’AMURI CA V’HAIU” di LUCA TORREGROSSA |
Prodotto da |
ROCCO e SANTI BAMBACI |
Una produzione |
DEA FILM MOONLIGHT PICTURES |
Fotografia |
LORENZO ADORISIO |
Montaggio |
PIETRO VAGLICA (A.M.C) |
Scenografia |
FABRIZIO LUPO |
Costumi |
DORA ARGENTO |
Musiche originali |
CARMEN CONSOLI |
Suono |
LUCA BERTOLIN DANILO ROMANCINO |
Aiuto regia e casting |
MAURIZIO QUAGLIANA |
Organizzatore generale |
RICCARDO CANNELLA |
Direttore di produzione |
MARIA FRANCESCA TONA |
Delegato di produzione Dea Film |
ANTONIO GUADALUPI |
Durata |
125’ |
Testi, video e immagini dall’Ufficio Stampa Manzo Piccirillo. Aggiornato il 27 novembre 2024, il 25 marzo, il 22 aprile e il 19 maggio 2025.