Black Cloak è un fumetto noir fantasy composto da due volumi, editi in Italia da Edizioni BD, scritto da Kelly Thompson ed interamente illustrato da Meredith McClaren, che ne ha curato disegni e colori. È proprio con Meredith McClaren che abbiamo avuto il piacere di dialogare durante la 35ª edizione del Romics, in occasione della pubblicazione del secondo volume di Black Cloak.

L’autrice statunitense ha parlato con noi in generale del suo lavoro su questo fumetto e del suo stile, di come lo ha raggiunto e di come gestisce l’essere sia coloratrice che disegnatrice: non si tratta di un evento unico certo, ma comunque raro e prezioso. Se c’è qualcosa da trarre da questa intervista sono la passione per il fantasy di Meredith McClaren, quanto lei sia affezionata a Black Cloak e di come il lavoro con Kelly Thompson sia ben oliato.

Ringraziamo Meredith McClaren per aver risposto alle domande di XtraCult.

Meredith McClaren al Romics 2025, e la copertina del secondo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
Meredith McClaren al Romics 2025, e la copertina del secondo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Una domanda per rompere il ghiaccio: potresti parlarci della tua collaborazione con Kelly Thompson per questo fantastico fumetto, Black Cloak, questo fantasy noir? Qual è il tuo processo creativo e il tuo flusso di lavoro specifico per la creazione di questo fumetto?

Io e Kelly abbiamo già lavorato insieme su un altro libro intitolato Heart in a Box [edito in Italia da Jundo Comics, n.d.r.]. Prima ancora, a lei erano piaciuti alcuni dei miei webcomic autopubblicati chiamati Hinges. Sapeva che mi piaceva il fantasy e lei è una grande fan della fantascienza, quindi voleva che lavorassimo insieme a qualcosa. Così ha proposto di fondere fantascienza e fantasy e di aggiungerci sopra una storia poliziesca. Io sono felice di lavorare con lei su qualsiasi cosa, quindi ho accettato subito. C’è stato un momento di assestamento perché Kelly continuava a dirmi che avrebbe dovuto essere come Blade Runner. Il mio ricordo di Blade Runner è molto scuro, con poca visibilità. Lei però lo voleva molto luminoso, pur mantenendo lo stesso tono, quindi ci siamo divertite a trovare il giusto equilibrio.

Il processo di lavoro consueto prevedeva che Kelly mi desse la sceneggiatura di un numero e io passassi direttamente alle matite. A volte è necessario fornire degli schizzi agli sceneggiatori, ma in questo caso potevo procedere direttamente a una versione che mostrava come sarebbe apparsa la pagina inchiostrata e colorata. Era molto raro non essere allineate sulla visione di ciò che Kelly chiedeva per la pagina. Per lo più, finché inserivo molti scorci della città e creature fantasy interessanti, lei era contenta. Tra inchiostri e colori, una pagina richiede probabilmente dai quattro ai cinque giorni di lavoro, anche perché dobbiamo confrontarci continuamente. Di solito lavoro su gruppi di tre o quattro pagine alla volta. Finito un numero, dovevamo affrettarci per il successivo perché eravamo sempre in ritardo.

la copertina del primo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD
la copertina del primo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD

Hai menzionato Blade Runner. Come hai approcciato in modo specifico il world building, ovvero il design degli ambienti e la miscela unica di magia e tecnologia, che è un aspetto davvero particolare di Black Cloak?

Come dicevo, io sono più orientata al fantasy e Kelly più alla fantascienza, quindi c’è stato un continuo scambio tra di noi. Se io esageravo con il fantasy, lei mi riportava verso la fantascienza, e viceversa. Per il world building, mi sono ispirata non solo a luoghi con infrastrutture molto affollate, come la città murata di Kowloon, Hong Kong e Singapore, ma anche a posti come Roma e Parigi, dove una città è costruita sopra un’altra. Non si può avere un ambiente che esiste da secoli senza che ci siano edifici fatiscenti che testimoniano la sua storia. Quindi, il risultato è la presenza di elementi fantascientifici su strutture che sono lì da mille anni.

 

Quindi è una sorta di patchwork di epoche diverse. E per quanto riguarda la “terra delle fate”, con le case sugli alberi?

Per quella parte, mi sono ispirata a un’estetica che in inglese chiamiamo “solarpunk”. Kelly è stata molto chiara sul fatto che, mentre il resto della città aveva abbracciato la tecnologia, quella zona legata agli alberi doveva essere più connessa alla natura e alle proprie radici. Non conoscevo questa corrente prima di lavorare a questo libro. Il concetto è lo stesso: costruire sul passato, ma prestando attenzione a culture che mantengono un forte legame con la propria storia, come quella giapponese, che integra il nuovo mantenendo salde le tradizioni.

tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Hai detto di preferire il lato fantasy. Vorrei chiederti del design delle creature e dei personaggi di Black Cloak, in particolare della protagonista, Phaedra.

Nel primo libro mi sono basata principalmente su creature del nostro folklore, sia antico che moderno. Nel secondo volume, invece, abbiamo introdotto elementi più moderni come Alden e i Bellwethers, e ho potuto creare una creatura completamente nuova, sconosciuta anche all’interno del mondo di Black Cloak. Inizialmente avevo proposto un design più “insettoide”, ma Kelly non era convinta. Questo mi ha però spinto a esplorare creature con caratteristiche interessanti, come le mascelle snodabili delle sirene. Per integrare l’aspetto fantascientifico, ho dato alla creatura un aspetto quasi “malato”, venoso, lucido e quasi viscido. Avrei voluto spingere ancora di più in quella direzione, ma per Kelly era troppo [Meredith McClaren si sta riferendo ad una specifica e magnifica creatura del secondo volume, che non citiamo per non fare spoiler a chi legge questo articolo, n.d.r.].

 

Black Cloak è un fantasy noir con molte scene d’azione. In quale delle due anime del fumetto — quella d’azione o quella più investigativa e basata sui dialoghi — ti senti più a tuo agio?

Mi piacciono entrambe perché si bilanciano a vicenda. Troppa azione per troppo tempo mi esaurisce, quindi i momenti più tranquilli del noir sono ottimi per staccare. Quando scrivo le mie storie, tendo a preferire i momenti più pacati. Se dipendesse solo da me, farei fumetti più tranquilli, ma mi diverto molto a disegnare esplosioni e distruzione, e Kelly mi fornisce molto materiale in tal senso.

tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Vorrei tornare su Phaedra. È una protagonista forte, un’investigatrice privata fantastica. Puoi parlarci del processo creativo dietro al suo design e alla sua caratterizzazione?

Inizialmente, il suo design è stato semplice, essendo un’elfa. All’inizio assomigliava di più a sua madre, ma abbiamo lavorato un po’ su questo aspetto. A Kelly piacciono molto le sue ragazze coi capelli rossi, se guardi altri suoi lavori lo noterai. E le piacciono le ragazze toste e non mi trova in disaccordo. (piccola battuta in riferimento al fatto che la sceneggiatrice Kelly Thompson, effettivamente, scrive spesso di protagoniste femminili toste con i capelli rossi). Nel secondo libro, Phaedra cambia molto fisicamente. Sono stata molto felice di questi cambiamenti, perché ora ha le ali, e artisticamente mi piace molto il gioco di luce che si crea attraverso superfici di quel tipo. Se noti i cambiamenti nel suo design fra il volume uno e il due, lei non copre più le sue orecchie, è decisamente aperta riguardo le sue ali. Mentre nel primo volume stava ancora cercando di nascondere le sue origini.

tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
tavole dal fumetto. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Sei anche la colorista di Black Cloak, e il colore è fondamentale per il tono del fumetto. Come approcci il tuo lavoro sul colore per dare l’aspetto noir mescolandolo con il fantasy?

Da colorista, quando disegno e inchiostro, ho già un’idea di come sarà la pagina. Ma il processo di colorazione lo definisco sempre un “felice incidente”. Parto con i colori piatti e poi sperimento con l’illuminazione, esplorando diverse variazioni senza sapere esattamente dove arriverò. Per questo fumetto ho dovuto imparare a gestire l’illuminazione al neon, cosa che non avevo mai fatto molto prima, ma soono molto contenta dei risultati che mi ha permesso di raggiungere come colorista. Dico sempre che con Black Cloak ho fatto un “level up” come artista, ho visto un miglioramento nel mio lavoro specialmente sui colori con questo fumetto, rispetto a qualsiasi altro a cui abbia lavorato prima. Un consiglio che dò a chi vuole migliorare come colorista è di fare studi sugli ambienti e sperimentare con diverse fonti di luce, arrivare ad un punto in cui si è soddisfatti e vedere cosa accade usandone diverse; a volte si scoprono soluzioni inaspettate e migliori.

Alcune pagine, specialmente nel secondo volume, sembrano realizzate ad acquerello. È così?

Ho esperienza con l’acquerello tradizionale, separatamente da questo progetto, quindi so quale risultato aspettarmi quando lo uso. Tuttavia, oggi coloro tutto in digitale: matite, inchiostri e colori, specialmente perché non potrei avere tutte le pagine sparse per casa adesso. Credo che la chiave per ottenere quell’effetto acquerello sia creare una sensazione di trasparenza tra i livelli di colore e, soprattutto, non eccedere, sapendo riconoscere il momento esatto in cui fermarsi prima di rovinare il lavoro.

Meredith McClaren al Romics 2025, e la copertina del secondo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
Meredith McClaren al Romics 2025, alcune tavole e la copertina del secondo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Il tuo stile di disegno è molto fluido e arrotondato, riesci a creare personaggi con poche linee. Come hai sviluppato questo stile e quanto ne sei soddisfatta in Black Cloak?

Molto prima di questo fumetto, realizzavo dei piccoli “journal comics” con una piccola versione di me come protagonista, che si ispiravano alle strisce dei quotidiani come i Peanuts di Charlie Brown, e penso che la semplicità della mia linea derivi da lì. Questo stile si è poi trasferito in Black Cloak e negli altri miei lavori. A volte ne sono molto soddisfatta, altre volte vedo il lavoro di un altro artista e vorrei saper fare come lui. È sempre tutto in uno stato di cambiamento, come un flusso, arrivi ad un breve momento in cui sei soddisfatta e sono contenta di come appare Black Clock, ma allo stesso tempo si ha sempre la sensazione di poter fare di più. È un viaggio e sia ha sempre la sensazione di poter fare di più.

l'immagine illustrata di Meredith McClaren. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine
l’immagine illustrata di Meredith McClaren. Si ringrazia Edizioni BD per questa immagine

Il mondo di Black Cloak sembra molto vasto e pieno di potenziale. C’è la possibilità di vedere un seguito?

A me e Kelly piacerebbe molto continuare a lavorare in questo mondo. Non so quando ne avremo l’opportunità, perché Kelly è molto richiesta al momento e sta lavorando a diversi altri fumetti, come Absolute Wonder Woman. È molto impegnata, ma quando avrà una sceneggiatura per me, disegnerò di nuovo Black Cloak.

Meredith McClaren in una immagine dal video Rhodonuvole (a cura di Angelo Giannone e Francesco Ariani) e la copertina del primo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD, nella composizione da Canva, licenza d’uso
Meredith McClaren in una immagine dal video Rhodonuvole (a cura di Angelo Giannone e Francesco Ariani) e la copertina del primo volume di Black Cloak, di Kelly Thomas, Meredith McLaren, Becca Carey, pubblicato in Italia da Edizioni BD, nella composizione da Canva, licenza d’uso

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