La seconda ed ultima stagione di Arcane si è conclusa il Sabato 23 Novembre di questo anno, con l’aggiunta delle ultime tre puntate sulla piattaforma di streaming Netflix. Chiudendo quindi con un bilancio di diciotto puntate complessive, nove per stagione, lo studio francese Fortiche e la Riot Games hanno fatto calare il sipario su questa grandiosa serie animata, che dal 2021 con la prima stagione aveva alzato l’asticella per tutti i prodotti seriali d’animazione nel mondo.

Se già con la prima stagione Arcane si era dimostrato uno dei migliori prodotti seriali di cui si potesse fruire, questa seconda stagione non solo ha riconfermato quanto avvenuto nel 2021 ma, se possibile, ha ulteriormente alzato l’asticella a cui ambire per qualsiasi prodotto animato. Per quanto audace, probabilmente ad oggi le due stagioni di Arcane possono essere già definite iconiche e ispiratrici per il mondo seriale dell’animazione, tanto quanto lo sono stati Spider-Man – Un nuovo universo (anche noto come Spider-Man: Into the Spider-Verse) e Spider-Man: Across the Spider-Verse per il panorama cinematografico dell’animazione.

Spider-Man: Across the Spider-Verse – Evoluzione globale

Da parte nostra c’è solo ammirazione, stupore e genuino entusiasmo per come Arcane sia giunta al termine, chiudendo le vicende di Pilltover e Zaun e dei vari personaggi principali, Vi, Catelynn, Jinx, Ekko, Heimerdinger, Jayce, Viktor, Mel, Ambessa e Singed, nessun personaggio escluso. È intuibile che, come per qualsiasi finale, molte persone siano insoddisfatte da come la serie abbia portato a termine alcune linee narrative, sia nelle modalità che nella sostanza: per noi, questa stagione di Arcane è pienamente promossa, anche a fronte di alcune scelte che potevano magari giovare di una direzione differente.

I nove episodi che compongono la stagione meriterebbero un’analisi approfondita frame per frame ed è difficile decidere come porsi, a fronte di quanto ci sarebbe da dire. Nel tentativo di non fare spoiler, cercheremo di dividere le nostre opinioni su questa stagione e la serie in toto in dei compartimenti stagni, relativi al comparto visivo e uditivo della stagione, ciò che avviene nei nove episodi ed infine sul finale in sé.

Arcane, la serie animata – Opzioni per lo streaming

Quanto hanno osato rispetto alla prima stagione?

Ciò che in primo luogo ha reso famoso Arcane in tutto il mondo è, quasi sicuramente, il suo incredibile stile grafico. Lo studio Fortiche ha fatto di necessità virtù, mischiando modelli 3D a sfondi 2D e l’uso di pennellate di colore per ottenere uno stile unico. Gli sfondi, lontani dai costosi modelli tridimensionali della Disney, rendono ogni inquadratura un quadro, che va a completarsi con dei personaggi la cui tridimensionalità è perfettamente percepibile, senza però renderli incompatibili con l’ambiente circostante.

Lo studio Fortiche ha fatto anche largo uso di numerose altre tecniche e strumenti, basti pensare alle animazioni 2D in cel shading per elementi come il fumo, fiamme o simili, l’uso di sbavature sui modelli per rappresentare la velocità dei movimenti di personaggi ed oggetti, così come un passo delle animazioni incredibilmente accurato e ragionato per ogni scena. L’uso delle inquadrature non è mai lasciato al caso, la camera indugia sempre nei punti migliori per enfatizzare la scena, spostandosi per dare l’idea di osservare il punto di vista prima di un personaggio e poi di un altro, donando profondità e caratterizzazione alle scene ancor prima che qualsiasi parola possa venir pronunciata.

Il lavoro visivo svolto durante la prima stagione di Arcane non solo ha mantenuto la stessa qualità durante questa stagione, ma è a nostro avviso addirittura migliorato, considerando le numerose sperimentazioni messe in atto in queste nove puntate. Era già capitato nella prima stagione che lo studio di animazione si distaccasse dal suo stile primario per rappresentare in modo più artistico alcune scene, come lo scontro sul ponte di Jinx ed Ekko. Se questa era una piccola eccezione, nella seconda stagione diventa quasi una norma, con numerose scene che deviano dall’animazione standard della serie. Si pensino ad esempio a delle scene con acquerelli per rappresentare il passato di un amatissimo personaggio della serie, oppure l’animazione nell’episodio 7 – Timebomb – che si affida ad un passo diverso oltre che ad uno stile diverso per rappresentare un momento iconico.

Gallery con foto Courtesy of Netflix © 2024 Netflix, Inc.

Se quanto detto fino ad ora attiene unicamente al lato grafico della serie – senza neanche scomodare l’uso delle luci, o altri elementi di montaggio e transizione che allungherebbero troppo il discorso – Arcane eccelle anche nell’uso delle colonne sonore. Già nella prima stagione brani come What Could Have Been, Guns for Hire, o Enemy degli Imagine Dragons e JID avevano impressionato il pubblico. Con questa seconda stagione Arcane ha ulteriormente alzato l’asticella: un intero album di brani composti unicamente per la serie caratterizza ogni puntata. La varietà musicale è estremamente ampi sia per generi che per lingue, da brani in inglese per giungere a brani in francese e cinese.

La Riot Games è famosa per l’uso di clip musicali – ed in generale un profondo legame con la musica – e questa stagione di Arcane non delude in tal senso: al di là del gusto personale che può far apprezzare o meno un brano, le musiche di Arcane fanno parte della narrazione. La potenza di questa stagione risiede anche nei suoi livelli di lettura, partendo dalle azioni e dalle parole dei personaggi in scena, passando per gli sfondi, i piccoli dettagli di design e le microespressioni, fino ad arrivare ai testi dei brani. Si pensi a canzoni come The Line, To Ashes and Blood, Heavy is the Crown, Ma Meilleure Ennemie e molti altri ancora. Ognuno di questi brani con i propri testi aggiunge ulteriore profondità a ciò che sta venendo narrato.

La struttura della stagione

Esattamente come avvenuto per la prima, anche questa seconda stagione di Arcane è suddivisa in tre atti da tre puntate ciascuno. Ogni atto è stato rilasciato per intero per tre sabati di fila, ricalcando la stessa modalità di pubblicazione su Netflix della stagione precedente. Volendo aprire una piccola parentesi sulla questione, questa modalità di pubblicazione ci aveva già conquistati all’epoca e si è riconfermata il compromesso migliore fra l’inserimento in catalogo di un’intera stagione in un colpo solo e la pubblicazione di una puntata a settimana.

Mettendo da parte queste questioni triviali, Arcane in questa seconda stagione presenta una narrazione estremamente densa: ogni atto segue le vicende di numerosi personaggi, accadono così tante cose che i trenta o quaranta minuti di ogni puntata sembrano quasi pochi. Tranne che per un paio di personaggi, assenti solamente nel secondo atto, tutti gli altri vengono seguiti pedissequamente dalla narrazione e le linee narrative di tutti quanti arrivano alla loro conclusione con l’ultimo, esplosivo episodio.

Fra il primo ed il secondo atto è presente un salto temporale di diversi mesi, mentre in più di una occasione ci saranno salti temporali più piccoli, duranti i quali comunque le vite degli altri personaggi fuori dallo schermo andranno avanti. Questa corsa sfrenata, accentuata da diversi montaggi musicali usati per risparmiare tempo e dare un’idea degli avvenimenti al fruitore, così come dei numerosi scontri che accelerano ancora di più il ritmo con scariche di adrenalina, hanno dato l’idea che questa stagione sia giunta alla sua conclusione con un rush che ha tagliato fuori diversi avvenimenti.

Che la seconda stagione di Arcane condensi moltissimi avvenimenti e lo faccia correndo, in particolar modo nell’ultima puntata, è qualcosa su cui siamo generalmente d’accordo, così come l’idea che probabilmente tanto lo studio Fortiche quanto la Riot Games avessero modo di raccontare tanto altro. Eppure, a fronte di questa considerazione, riteniamo che questa stagione abbia raccontato ciò che doveva con dei tempi appropriati, consoni al racconto, alle emozioni che doveva comunicare e a costruire un filo logico che non facesse confondere i fruitori.

Il pregio di Arcane è sempre stato quello di raccontare prima di tutto una storia, un mondo intrigante abitato da personaggi ai quali ci si può interessare o affezionare. Questi personaggi e questo mondo sono divenuti così tangibili che è solo naturale per un fruitore volere di più, voler sapere ogni dettaglio di ogni minuto vissuto dall’inizio alla fine della stagione di un certo personaggio. Ma questo desiderio è, sostanzialmente, inconciliabile con la qualità di un prodotto, così come lo è con le chiare intenzioni della serie, cioè non accompagnare con il cucchiaio tutto ciò che è stato narrato.

Lo abbiamo già detto, la serie ha numerosi livelli di lettura, quando qualcosa non è magari espresso con le parole da un personaggio, potrebbero essere i suoi gesti a farlo, elementi di design, lo sfondo o la musica. Vedere due personaggi che si presentano con i loro rispettivi simboli dipinti sul corpo l’uno dell’altra non è un elemento a caso su cui soprassedere, ma narrazione per immagini che dovrebbe attirare l’attenzione del fruitore. Allo stesso modo Arcane con la seconda stagione prende posizione in modo chiaro, senza fare inutili spiegoni o introduzioni per ricordare al pubblico cosa fosse avvenuto nella stagione precedente: se stai guardando la stagione due, è perché hai visto la prima e, se non ti ricordi le cose, la colpa è un po’ tua.

Che futuro ci sarà per Arcane?

Negli ultimi giorni è circolata abbastanza disinformazione sul futuro del franchise: alcuni giornali hanno riportato che studio Fortiche e Riot Games sarebbero a lavoro su ben 3 nuove serie ambientate a Runeterra, il continente in cui si trovano Pilltover e Zaun.

La realtà è ben diversa (https://x.com/MarcMerrill/status/1861084272854999418 fonte della smentita, il co-founder di Riot Games), fra le due aziende continuerà ad esserci una stretta e duratura collaborazione, puntando però su prodotti per la sponsorizzazione del gioco League of Legends. Le stesse scene finali della seconda stagione strizzano l’occhio non ad un seguito diretto, quanto alle nuove stagioni del gioco che vedranno comparire mappe a tema Noxus, nuovi boss, skin e personaggi. Questo vuol dire che non vedremo mai più qualcosa come Arcane?

La risposta è sia sì che no e la motivazione è riscontrabile nel motivo che ha portato la serie a durare due stagioni e non di più. La produzione di Arcane è iniziata nel 2015, questo significa che i creativi di entrambi gli studi sono stati bloccati sugli stessi personaggi, le stesse trame e le stesse ambientazioni per ben nove anni. Era venuto il momento, soprattutto per Fortiche, di cambiare, ed infatti lo studio di animazione francese ha già in produzione un film animato, Penelope di Sparta. Nulla vieta che in futuro Riot Games e Fortiche tentino di nuovo di esplorare la lore di Runeterra, soprattutto considerando il successo globale di Arcane, ma sicuramente prima di allora servirà del tempo soprattutto perché come ci ha insegnato questa serie, per avere la qualità servono dedizione e anni di lavoro.

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