FLOW – Un mondo da salvare, film di animazione per la regia di Gints Zilbalodis
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commento a cura di Angelo Giannone (22 novembre 2024)
Correva il settembre 1965 quando fece la sua comparsa The Sounds of Silence di Simon & Garfunkel. Un successo epocale dal titolo ossimorico, incentrato sull’incapacità dell’essere umano di comunicare, capace di narrare questo difetto fatale in maniera indiretta, per metafore e immagini. Flow, di Gints Zilbalodis, possiede quella stessa magica capacità di raccontare in maniera sottesa, delicata, indiretta, riportando il cinema e l’animazione ad una forma e potenza primigenia.
In un mondo in cui il tempo degli umani è giunto e passato, sono solo gli animali a vivere. Non c’è spazio per la tecnologia e per la parola. L’assenza di dialoghi diventa il suo silenzio; la natura, i versi degli animali e la musica il suo suono. La sottrazione di questo elemento si traduce in una narrazione basata sullo stesso tipo di operazione, in grado di costruire un mondo mistico e misterioso attraverso le sole immagini. Allo stesso tempo, raccontare per sottrazione non significa farlo in maniera complessa, quanto più strutturare in profondità, su più strati sovrapposti.
Ecco come in Flow una semplice storia di animali in pericolo, maree imponenti e amicizia celino molto più di quello che lo sguardo incontra. L’acqua in occidente è il simbolo del movimento, del cambiamento, del panta rei di eraclitea memoria. E come tutto scorre e cambia, anche quel piccolo, diffidente gatto nero dovrà farlo. Cambiare per adattarsi e quindi sopravvivere, ma anche cambiare per migliorare la propria vita. L’incontro con qualcuno di diverso e incomprensibile, la capacità di comprenderlo e comunicarvi sono l’unico modo per riuscirci.
Nella sua arca di Noè senza Noè, Flow trova il senso più profondo della collaborazione e dell’inclusione, del lavorare assieme per un unico obiettivo senza cedere all’istinto (e quindi al pregiudizio). Ecco, quindi, che un mondo raccontato da una camera sempre all’altezza del gatto, al punto da “muoversi” come lui, inizia ad aprirsi letteralmente ad orizzonti nuovi, trovando un punto di vista sempre più universale, andando in cielo e sott’acqua.
Non solo nel tema – e quindi nella sostanza – ritorna la comunicazione, ma anche nella forma. Il modo di comunicare di Flow è cristallino, senza fronzoli seppur tecnicamente articolato. Il suo spettro emotivo è completo e non risente l’assenza della parola. Si ride (e tanto), ci si sente in ansia, a volte tristi, malinconici, meravigliati e sollevati. Il silenzio di Flow si popola di emozioni, colori e immagini, diventando suono.
Dopo aver incantato il Festival di Cannes e conquistato quattro premi ad Annecy, FLOW – Un mondo da salvare arriva al cinema in Italia dal 7 novembre 2024. Capace come pochi di parlare un linguaggio universale e di rivolgersi a un pubblico di diverse generazioni, il film diretto dal giovanissimo Gints Zilbalodis è stato osannato dalla critica di tutto il mondo ed è già dato da Variety tra i favoriti nella corsa all’Oscar.
In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
“Magnifico“, ha scritto del film il premio Oscar Guillermo del Toro, “lascia senza fiato. È il futuro dell’animazione“. FLOW – Un mondo da salvare è stato presentato in anteprima italiana al festival Alice nella Città a Roma ed è tra i film protagonisti del Lucca Comics & Games.
NOTE DI REGIA di Gints Zilbalodis
Quando ero adolescente sognavo di fare cinema, ma era difficile realizzare i film che immaginavo, non avendo budget e competenze. Inoltre ero timido e non avevo fiducia in me stesso, quindi pensavo che avrei avuto molte difficoltà se avessi dovuto lavorare con una troupe, dicendo alla gente cosa fare. Ho scoperto allora che potevo fare film animati da solo, con i miei ritmi, e potevo creare qualsiasi cosa volessi.
All’inizio ho tentato con l’animazione tradizionale disegnata a mano, perché mi sembrava la tecnica più semplice, poi sono passato alla CGI (computer-generated imagery). Non ho frequentato scuole di cinema, ho imparato tutto sul campo grazie ai miei primi cortometraggi. Il lavoro su FLOW – Un mondo da salvare è iniziato più di cinque anni fa, quando avevo 24 anni, ed è il primo film che non ho realizzato completamente da solo.
Penso che l’animazione possa andare più in profondità nel subconscio degli spettatori di quanto riesca a fare un film ripreso dal vivo. L’animazione non è influenzata da barriere culturali o linguistiche, può essere molto più universale e primordiale. Ma, allo stesso tempo, non credo che dovrebbe essere vista come qualcosa di diverso. È solo un’altra tecnica narrativa.
Non tutto è spiegato in FLOW – Un mondo da salvare. Non spieghiamo davvero perché arrivi l’alluvione o il significato delle statue, ad esempio. L’obiettivo però non era creare un enigma da risolvere, ma offrire al pubblico un’intera esperienza da abbracciare, un film aperto che continui a farci pensare dopo averlo visto.
CAST E DATI TECNICI
Regia Gints Zilbalodis
Sceneggiatura Gints Zilbalodis, Matīss Kaža
Prodotto da Matīss Kaža, Gints Zilbalodis, Ron Dyens, Gregory Zalcman
Direzione animazione Léo Silly-Pélissier
Direzione artistica Gints Zilbalodis
Fotografia Gints Zilbalodis
Montaggio Gints Zilbalodis
Suono Gurwal Coïc-Gallas
Musica Gints Zilbalodis, Rihards Zalupe
Una produzione Dream Well Studio (Lettonia),
Sacrebleu Productions (Francia), Take Five (Belgio)
Origine Lettonia/Francia/Belgio 2024
Formato e durata 2:1, suono 7.1, 84 minuti
Distribuzione italiana Teodora Film
Vendite internazionali Charades
Comunicazioni ufficiali, video e immagini dall’Ufficio Stampa Teodora Film