“Questo è il futuro”
Così si apre S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera, con una ampia inquadratura nello spazio che cattura il profilo della terra e una sfera di metallo, dentro la quale il mutante Magneto si dirige in piena libertà da Krakoa al Vertice, la stazione S.W.O.R.D. Uno., gestita dai mutanti a cui fa capo Abigail Brand. La citazione iniziale appartiene proprio a lei, a questa donna dalla dubbia morale ma dalle solidissime ambizioni che, con la sua voce, sembra essere il megafono di Al Ewing, che affiancato da un ispiratissimo Valerio Schiti annuncia ai lettori che in queste pagine risiede il futuro dei mutanti.
Di cosa tratta S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera?
La testata, pubblicata a cavallo fra la fine del 2020 e la fine del 2021 in piena fase Reign of X, prende piede dall’evento Empyre – che abbiamo già nominato parlando della testata X-Men scritta da Jonathan Hickman – e si colloca in concomitanza di diversi eventi sia dentro che fuori il mondo mutante. La sua vocazione è quella di esplorare lo spazio, di fare in modo che i mutanti si proiettino dalla loro isola ben oltre i confini terrestri, puntando al sogno di Marte e poi, infine, a quello di rappresentare tutto il sistema solare di fronte ai grandi imperi spaziali.
Osservando la testata da questo punto di vista risulta quindi appropriato che S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera abbia incrociato il suo percorso con diversi eventi e situazioni createsi al di fuori del cerchio di testate mutanti, e a maggior ragione risulta azzeccata la scelta di Al Ewing come sceneggiatore. Ricordiamo infatti che proprio in quel periodo lo sceneggiatore aveva lavorato ad una stupenda run dei Guardiani della galassia e che, nel frattempo, Donny Cates e Ryan Stegman avevano posto le basi per un enorme squilibrio nell’ambito spaziale della Marvel grazie all’evento King in Black.
S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera raccoglie tutto il possibile da questi incroci e dal panorama mutante di quel periodo, per costruire quindi una storia che non solo fornisca ai lettori un’esplorazione dello spazio affascinante e sfaccettata, ma anche un piano politico ed economico che si attesti a livelli galattici. In questo, Al Ewing si accosta al lavoro di Jonathan Hickman in House of X/Powers of X e nel suo X-Men, traslando però tutte le varie questioni politiche ed economiche su una scala spaziale, in cui i mutanti non sono gli unici contendenti ma, senza dubbio, sono i più influenti.
S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera è, tra l’altro, un importantissimo crocevia per molteplici personaggi all’interno del panorama mutante, fra cui Magneto, Tempesta, Abigail Brand, Manifold e Cable. Ognuno di questi personaggi vivrà momenti importanti all’interno di questa testata e, guidati da un abilissimo Al Ewing, cambieranno radicalmente o assumeranno comunque posizioni importanti per il futuro della razza mutante e di tutte le altre testate dell’era Krakoa.
Come si struttura S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera e cosa racconta?
La testata è composta da 11 capitoli, tutti interamente sceneggiati da Al Ewing ma disegnati e colorati da un ampio team di professionisti. Si ha maggiore continuità con lo straordinario lavoro in concerto di Valerio Schiti e Marte Gracia dal capitolo 1 al capitolo 6 – con l’eccezione del capitolo 3, disegnato da Ray-Anthony Height e Bernard Chang – per poi essere entrambi sostituiti. Ai colori sarà presente Leonardo Sifuentes mentre i disegni si alterneranno Stefano Caselli, Guiu Vilanova e Jacopo Camagni, che andrà a chiudere la run con i capitoli dal 9 all’11.
Se come detto in precedenza l’incrocio fra diverse testate ed eventi di S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera è in parte la sua fortuna ed un merito acquisito grazie ai temi che tratta, in realtà è anche un difetto alla sua fruibilità. La testata si può suddividere grossolanamente nella sua introduzione con il capitolo 1, un primo arco narrativo che si incrocia con gli eventi di King in Black costituito dai capitoli che vanno dal 2 al 5, il capitolo 6 che è una diretta emanazione del primo Gala infernale e introduce a sua volta il più ampio e finale arco narrativo che va dal capitolo 7 al capitolo 11, con una particolare interruzione costituita dal capitolo 8, “Chi non si spezza”, interamente incentrato sulla figura di Tempesta.
Al Ewing è abilissimo a sfruttare ogni occasione per portare avanti il grande disegno della sua testata, certo, ma inevitabilmente S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera soffre di un ritmo altalenante, che avrebbe giovato probabilmente di una serializzazione più lunga e maggiormente libera da crossover con altri eventi o, quantomeno, di una loro invasione meno preponderante. Va detto, comunque, che lo sceneggiatore mantiene una cifra stilistica e una chiara intenzione nella costruzione dei capitoli che risulta chiara man mano che si legge la testata.
È comune infatti che più di un capitolo svolga la doppia funzione di approfondire un personaggio e, contestualmente, legare le sue vicende personali all’avanzamento della trama. In questo modo Al Ewing mantiene sempre una struttura della trama orizzontale, che non si ferma mai davvero dal primo all’ultimo capitolo, incrociando il tutto con trame verticali che aiutano il lettore a comprendere meglio i personaggi in scena.
A contribuire ad un senso di uniformità sono anche i disegni dei vari autori che si avvicendano sulla testata, a partire da Valerio Schiti, che in un certo senso imposta una linea da seguire per tutti gli altri. S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera appare come un’esperienza cinematografica per certi aspetti, con un Valerio Schiti che predilige pagine ad ampio respiro in più di una occasione, allargando i suoi disegni su due pagine per poi concentrarsi sui singoli dettagli che scandiscono i movimenti e il tempo della vignetta, senza mai occludere eccessivamente il grande disegno che fa da sfondo. Ogni capitolo si chiude tra l’altro con una pagina interamente dedicata al cliffhanger finale, dando un bell’impatto alla scena e incuriosendo il lettore.
La griglia si fa più stretta quando necessario, indugiando in un classico 3×3 in occasione di alcuni dialoghi serrati: si tratta di occasioni rare. Partendo dal lavoro impostato da Valerio Schiti, seguito a sua volta da connazionali come Stefano Caselli e Jacopo Camagni in particolare, S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera si compone di ampi spazi, architetture tecnologiche di una certa audacia, inquadrature che devono coinvolgere numerosi personaggi, grandi creature o strutture di sorta.
Ciò che è importante è che lo stile dei vari disegnatori è sufficientemente vario ma al contempo uniforme, tale da farli distinguere gli uni dagli altri, senza mai dare l’idea di leggere una serie diversa di capitolo in capitolo. Lo storytelling per immagini si sposa perfettamente a quello di Al Ewing, senza che i due si sovrappongano inutilmente creando un senso di superfluo o di scollamento all’interno del team creativo.
Quali sono i momenti salienti?
Per essere una testata di soli 11 capitoli, S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera è ricchissima di momenti di un certo impatto, scene magnificamente realizzate e situazioni di grande rilevanza per tutto il contesto mutante dell’era Krakoa. Evitando un’analisi capitolo per capitolo, che risulterebbe superflua oltre che eccessiva, ci concentreremo unicamente su quattro capitoli, il primo “Mysterium”, il 3 “L’ubiquo”, il 6 “Ecco cosa accadrà” ed infine l’8, “Chi non si spezza”.
Per quel che riguarda il primo capitolo, ciò che lo contraddistingue e merita un’analisi a sé stante è la sua capacità di essere il perfetto primo numero di una testata. In poco tempo Al Ewing e Valerio Schiti presentano l’intero cast di personaggi, fra cui tra l’altro troviamo molti mutanti che difficilmente hanno mai spiccato in tante testate, come Frenzy, Wiz-Kid, Fabian Cortez o Frenzy. Lo fanno senza che il capitolo risulti essere uno “spiegone” o una lista di personaggi presentati a caso, ma inserendoli in un ambiente nuovo per i lettori che viene presentato a sua volta.
Contemporaneamente, i due autori impostano un certo mood per la testata, l’obiettivo della stessa e quindi quali debbano essere le aspettative dei lettori nei confronti di S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera. Tutto questo avviene con dialoghi serrati e ricchi di sottotesto, piccoli momenti comici per distendere la lettura e contestualmente un climax finale che lascia il fiato sospeso, con la scoperta del Mysterium. In tutto questo, Al Ewing inizia immediatamente ad utilizzare le infografiche di Tom Muller in modo più coeso alla storia, senza scollarle da quanto viene raccontato e senza sostituirle del tutto alla messa in scena.
I capitoli 3 e 8 sono simili nella loro impostazione e nelle intenzioni: in entrambi i casi si tratta di capitoli che appaiono più verticali, incentrati su di un singolo personaggio, ma i cui eventi si intrecciano indissolubilmente con la trama orizzontale. Nel capitolo 3 viene approfondita la figura di Manifold, il cui potere mutante è leggermente cambiato da Al Ewing, mentre il capitolo 8 si concentra su Tempesta.
In entrambi i casi questi capitoli indagano nel profondo dei due personaggi mentre portano avanti le missioni loro assegnate. Contestualmente, non solo i due capitoli sono importanti per la trama orizzontale del volume, ma anche per gli stessi personaggi all’interno dell’era Krakoana di lì in avanti.
Infine, il capitolo 6 è quello relativo agli eventi del Gala Infernale. Qui Al Ewing inserisce così tante linee narrative da renderlo probabilmente il capitolo più pregno di tutto quanto il volume. Inizia con un incredibile dialogo fra Captain America il Dr. Destino, un dialogo pregno di sottotesti sul clima politico e sociale dell’America e del mondo – ricordiamoci sempre che il fantasy, alla fine, è pregno di metafore – e continua poi con la dichiarazione di Tempesta come reggente di Marte, chiudendosi infine con una parentesi dal grandissimo impatto emotivo fra Magneto e Wanda Maximoff.
Ogni elemento di questo capitolo sembra costruito pensando al minimo dettaglio, ogni personaggio sembra dare il meglio di sé fra le mani di Al Ewing e Valerio Schiti regala delle tavole incredibili, con numerosi primi piani che riescono perfettamente ad esprimere le emozioni dei personaggi. Questo capitolo setta le basi politiche ed economiche dell’intero spazio Marvel e dell’isola di Krakoa e Arakko, cambiando per anni l’asse spaziale della casa delle idee. Ed i dialoghi fra Wanda e Magneto, al di là del sentimentalismo che qui è tutt’altro che spicciolo, sono a loro volta importanti come motore narrativo per gli eventi che seguiranno il Gala.
Ma S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera era davvero il futuro?
Le premesse della serie sono, effettivamente, corrette. S.W.O.R.D. apre la strada a moltissime linee narrative fondamentali per tutto l’universo mutante, mette in moto personaggi e situazioni che anche ora nel 2024 hanno avuto o possono avere dei risvolti. In primo luogo, Al Ewing non si è certo fermato con questa testata, prendendo poi in mano X-Men: Red e Resurrection of Magneto, in buona sostanza facendo suoi per moltissimi anni i personaggi di Tempesta e Magneto.
Allo stesso modo, X-Men: Red altro non è che il seguito spirituale di S.W.O.R.D.: L’ultima frontiera e le vicende iniziate in questa testata riecheggiano in essa. Ultimo, ma non per importanza, l’introduzione del Mysterium è un elemento che non solo ha caratterizzato tutta la produzione mutante da quel momento in avanti ma che, probabilmente, ha risvolti più grandi per tutte le testate spaziali o magiche della casa delle idee. Basti pensare ad esempio ai supposti legami con il G.O.D.S. di Jonathan Hickman e, neanche a farlo apposta, Valerio Schiti.
Scheda tecnica
Autore: Al Ewing, Valerio Schiti, Ray-Anthony Height, Bernard Chang, Nico Leon, Stefano Caselli, Guiu Vilanova, Jacopo Camagni
Data di uscita: 16 Nov 2023
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 33 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 18,3×27,7
Interni: Colori
Pagine: 288
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