Nemici del popolo, edito da Tunué, scritto da Emiliano Pagani, disegnato e colorato da Vincenzo Bizzarri, vuole essere un fumetto che nasce dalla classe operaia, che parla della classe operaia e che alla classe operaia si rivolge.
Questa storia prende spunto da eventi reali, quelli che ruotano intorno alla chiusura dello stabilimento TRW chiuso a Livorno nel 2014. In quello stesso stabilimento aveva lavorato lo sceneggiatore Emiliano Pagani, per ben 12 anni. Le vicende avranno come protagonisti gli operai e le persone a loro vicine, in particolar modo Annibale, suo figlio Fabio e Chiara, giornalista che seguirà nelle vicinanze le proteste di militanti di estrema destra contro un centro di accoglienza.
L’obiettivo di Nemici del popolo non è quello di mettere in piedi una storia barocca, indugiando in virtuosismi visivi o narrativi comprensibili solo a lettori navigati e critici: piuttosto, Emiliano Pagani e Vincenzo Bizzarri cercano di rendere semplice una storia difficile. Questa realtà è ben espressa in ogni modo possibile all’inizio del volume, sia dalla prefazione di Alberto Prunetti che avvisa il lettore in modo chiaro e conciso delle intenzioni dei due autori, sia dalle prime pagine del fumetto, che esplicita direttamente nella narrazione la regola della pistola di Cechov.
Così facendo, i due autori non solo mettono in chiaro che in modo letterale ci sarà una pistola da cui dovrà partire un colpo, ma rendono altrettanto chiaro che il mondo di Nemici del popolo è fatto di azioni e reazioni, che ogni elemento in scena è lì per un motivo e che tutti i nodi verranno al pettine alla fine. Niente di diverso dal mondo reale, un mondo reale ben delineato in questo fumetto, dove le azioni delle grandi aziende hanno conseguenze, la sofferenza di centinaia di operai.
Per certi versi Nemici del popolo potrebbe apparire come un fumetto eccessivamente didascalico, composto da personaggi che non sono niente di più di ciò che appaiono, che si impegnano in dialoghi privi di sottotesto e ricchi di una retorica un po’ terra terra. Questa impressione è, probabilmente, più che corretta, ma tornando a quanto detto in precedenza è palese che sia questa l’intenzione degli autori: rappresentare la realtà operaia, che non è fatta di dialoghi avvincenti e stratificati, di figure retoriche nascoste nell’ombra.
Ritengo che lo scopo dei due autori sia ulteriormente valorizzato dalla loro capacità di usare le regole di scrittura ed elementi che potrebbero risultare sofisticati, senza però rendere mai complessa la fruizione del loro fumetto. L’esempio più mirabile è l’alternanza fra la line narrativa degli operai della TRW e delle pagine che si alternano ad essa, rappresentando una sorta di storia fantasy – palesemente ispirata al Signore degli anelli – che fa da metafora a tutta la vicenda: la grande azienda prende il posto di Sauron, e gli operai sono popoli messi in lotta fra loro dai poteri malvagi.
La metafora rappresentata da questa storia fantasy parallela è, come tutto il resto del fumetto, estremamente chiara. Per questo motivo non spezza il ritmo con il resto del racconto, lo arricchisce ed infine viene spiegata attraverso un personaggio della storia, chiudendo il cerchio su una finezza usata in modo semplice ed elegante. Questo, come detto, dimostra a mio avviso quanto i due autori siano perfettamente capaci di virtuosismi, ma scelgano consciamente di usare un registro più consono al tipo di storia che vogliono raccontare e al pubblico che vogliono raggiungere. In questo contesto si potrebbe fare della dietrologia sul costo del volume e sulla casa editrice, non di certo proletaria, ma risulta abbastanza superfluo considerando il panorama fumettistico che circonda Nemici del popolo, decisamente più orientato oggi come oggi ad un pubblico più ricco e sofisticato.
Scheda tecnica
Autore: Emiliano Pagani, Vincenzo Bizzarri
Data di uscita: Apr 2024
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 17,50 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 17×24
Interni: Colori
Pagine: 144