Ancora una volta ci troviamo a parlare della trasposizione animata del manga di Kōhei Horikoshi, ovvero My Hero Academia: la settima stagione dello show, curata come sempre dallo studio Bones, è composta da 21 episodi di cui l’ultimo è andato in onda lo scorso fine settimana di inizio Ottobre. I ventuno episodi hanno coperto a grandi linee i capitoli del manga che vanno dal 330 al 398, fermandosi in sostanza appena prima del volume 40 del manga.
Le vicende trasposte non sono state modificate rispetto al materiale originale e, tranne qualche gestione dei tempi differente, in generale lo studio Bones ha deciso ancora una volta di restare quanto più fedele possibile al manga di Kōhei Horikoshi. In passato, questa scelta, è stata una croce per lo studio d’animazione a nostro avviso, portando gli animatori a replicare spesso e volentieri delle scene che, messe in comparazione con le tavole del manga, semplicemente non reggevano il confronto.
My Hero Academia, settima stagione – Opzioni per lo streaming
In questa settima stagione la situazione è vagamente migliorata per diversi motivi: in primo luogo, in più di una occasione alcune tavole più complesse non sono state replicate dal manga ma adattate per funzionare meglio in animazione; in secondo luogo, quando l’anime invece è rimasto estremamente fedele alle inquadrature di Kōhei Horikoshi, i disegni sembrano essere nettamente migliorati rispetto alle ultime stagioni. Lungi dall’essere l’adattamento perfetto che meriterebbe, questa settima stagione di My Hero Academia ha portato al pubblico un livello medio più alto del solito, raggiungendo finalmente dei picchi degni del manga e del passato dello studio Bones.
Le aspettative nei confronti di questi ventuno episodi non erano alte, considerando il pessimo lavoro svolto negli scorsi anni, ma considerando l’importanza di questa stagione, unitamente al fatto che lo studio Bones sta festeggiando il suo venticinquesimo anniversario dalla sua fondazione, era lecito sperare in qualcosa di più. Senza entrare nel merito di ogni puntata o del lavoro nello specifico di figure come Takafumi Hino, Tomo Ōkubo o Tsuyoshi Tobita – tutti registi di episodi – che hanno lavorato sotto la guida generale di Kenji Nagasaki e Naomi Nakayama, la stagione ha presentato generalmente una regia più ispirata, maggior coerenza dei character design e uno stile di disegno più solido, un mixaggio audio e direzione delle musiche decisamente più ispirata, unitamente ad uno di animazione in CGI e tradizionale ben amalgamato.
Gallery con foto © K. Horikoshi – Shueisha, My Hero Academia Project
In modo quasi inevitabile, infatti, anche questa stagione ha fatto uso di CGI in diversi frangenti, riuscendo comunque a dargli un senso. Parliamo nello specifico dei primi episodi, durante lo scontro di Star and Stripes, così come negli scontri con Shigaraki e il suo corpo impazzito, o durante la fine della stagione, con il Sad Man Parade o l’armatura di All Might. In ognuno di questi casi è assolutamente innegabile che una animazione tradizionale avrebbe probabilmente giovato alla fluidità delle animazioni e ad un senso generale di impatto maggiore per i fruitori, ma date le esigenze di produzione di stagioni come questa, il compromesso è stato raggiunto senza far perdere troppo alle scene portate su schermo.
Oltre che ad un ottimo uso delle musiche – differentemente dalle scorse stagioni, in cui vi erano poche nuove tracce di rilievo e quelle vecchie venivano abusate – il compositore Yūki Hayashi ha fatto un grandissimo lavoro rielaborando alcuni suoi lavori più famosi e scrivendone di nuove. Questa stagione aveva al suo interno momenti di capitale importanza per l’opera di Kōhei Horikoshi ed era estremamente importante che l’anime non proponesse un adattamento scadente, almeno adesso: il risultato finale, si può dire, è stato quantomeno sufficiente, con alcuni episodi che risultano memorabili tanto per il contenuto quanto per la forma.
Alla fine di questa stagione è già stata annunciata la prossima per il 2025, per quanto non si sa ancora in quale palinsesto verrà trasmessa, se quello primaverile, estivo o autunnale. La notizia mette un po’ di paura, in quanto non restano molti capitoli da trasporre e la speranza che questa parte finale di un manga godesse della qualità tecnica di un film, piuttosto che di una stagione, c’era: a maggior ragione considerando non solo il mercato odierno degli anime, ma anche l’annuncio per cui lo studio Bones abbia aperto una sezione dedicata interamente ai lungometraggi. Non resta quindi che incrociare le dita per il prossimo futuro, sperando che i passi in avanti fatti con questa settima stagione di My Hero Academia si riconfermino con l’ottava, ed ultima, stagione.