“…un orologio digitale non ha senso. Vende la bugia di un singolo momento…Un vero orologio ti permette di vedere la possibilità di tutto il tempo”

Con queste parole Wolverine apre X Lives/X Deaths of Wolverine, la serie evento scritta da Benjamin Percy affiancato da Joshua Cassara e Federico Vicentini ai disegni e Frank Martin e Dijjo Lima ai colori. La run è composta in totale da 10 capitoli, suddivisi nelle due mini X Lives of Wolverine e X Deaths of Wolverine, formando poi un’unica storia esattamente come fu per House of X e Powers of X. Esattamente allo stesso modo, inoltre, i 10 capitoli vennero pubblicati uno a settimana a partire dal Gennaio 2022 fino a Marzo dello stesso anno: verranno poi pubblicati da noi in spillato e nell’edizione cartonata da cui prende spunto questo articolo.

X Lives/X Deaths of Wolverine
la cover dell’albo X Lives/X Deaths of Wolverine, di Joshua Cassara, Federico Vicentini, Benjamin Percy, pubblicato da Panini Comics (2023) nella collana Marvel Deluxe. Foto di Francesco Ariani

La serie è collocata temporalmente poco dopo Inferno e, per essere ancora più precisi, dopo i capitoli 19 di Wolverine e 26 di X-Force – entrambe testate sceneggiate proprio da Benjamin Percy – trovandosi quindi in piena fase Destiny of X. Il volume si apre in medias res, per quanto non con dell’azione muscolare, mostrando un pensieroso Wolverine pronto ad accettare una missione segreta dal professor Xavier: salvarlo in numerose epoche del passato dall’assalto di Omega Red, ora un burattino nelle mani del mutante russo Mikhail Rasputin. Contemporaneamente, in un’altra parte del mondo, una fuggitiva Moira MacTaggert scopre di essere stata infettata da un tumore krakoano e, decisa a non darla vinta ai suoi vecchi alleati, cercherà di salvarsi mentre è inseguita da diverse fazioni.

Foto di Francesco Ariani

Con X Lives/X Deaths of Wolverine, Benjamin Percy cerca di coprire il vuoto lasciato da Jonathan Hickman, che poco prima aveva abbandonato le redini delle testate mutanti proprio con Inferno. Ed è sul rapporto fra Benjamin Percy e il lavoro del suo collega che vorrei subito porre l’accento, sottolineando quanto questo evento – definito a livello marketing come la più grande storia di Wolverine mai raccontata – faccia sì confluire le linee narrative da Wolverine ed X-Force, oltre che da Inferno, ma si ispiri soprattutto ad House of X/Powers of X, il capostipite delle testate mutanti dell’era Krakoa.

Secondo Benjamin Percy questo evento era nell’aria da molto prima di Inferno, coinvolgendo quindi anche Jonathan Hickman che avrebbe approvato l’idea di dare alla testata una struttura simile a quella del suo HoX/PoX: che queste frasi siano vere o strategia per valorizzare la testata, non possiamo saperlo, ciò che è certo è che l’ispirazione è palese. Sfruttando le due linee narrative con protagonisti Wolverine e Moira, X Lives/X Deaths pone già alla base una struttura che salta da un luogo all’altro di capitolo in capitolo, evidenziando la cosa soprattutto con i due stili profondamente diversi di Cassara e Vicentini. Ma nella linea narrativa di Wolverine si osa ancora di più, portando il mutante canadese a viaggiare nel tempo, rivivendo numerose vite passate e portando il lettore a saltare di epoca in epoca senza seguire un vero e proprio flusso, esattamente come all’epoca fece Jonathan Hickman per HoX/PoX.

L’idea alla base è quasi romantica e dimostra benissimo l’amore per il personaggio da parte di Benjamin Percy, seppure la messa in scena della stessa, unitamente anche ad un marketing non esattamente brillante, facciano traballare un po’ il tutto. Analizzando la questione più frivola del marketing – per quanto le scelte editoriali e di marketing in toto della Marvel meriterebbero un intero articolo a parte – che Benjamin Percy e la Casa delle idee abbiano definito X Lives/X Deaths come la “più grande storia di Wolverine” mai scritta, è stato un azzardo controproducente, quantomeno in termini di apprezzamento popolare. Benjamin Percy non intendeva assolutamente porsi al di sopra di ciò che è stato scritto in passato su Wolverine, semmai la sua intenzione era celebrare la storia del personaggio, ripercorrendola e mostrandone i punti salienti, sfruttando i viaggi nel tempo per strizzare l’occhio ai fan di lunga data del personaggio.

L’effetto ottenuto però è stato quello di creare un’attesa smodata per una storia che funziona, è interessante, si prende molte responsabilità sulle spalle, ma che non è per niente definibile come “la più grande storia di Wolverine”. Parlando invece della messa in scena, i salti temporali di X Lives/X Deaths sono croce e delizia dell’intera serie: da un lato omaggiano la storia di Wolverine e danno una sorta di dimensione epica al suo compito, dall’altra però non sono gestiti nel migliore dei modi. Come detto l’evento inizia in medias res, Wolverine accetta la missione e viene immediatamente catapultato indietro nel tempo, senza che i lettori abbiano idea di come Omega Red abbia disertato Krakoa per allearsi con la Russia. Le spiegazioni arrivano più tardi, ma fra questo elemento e i numerosissimi salti temporali in avanti e indietro, insieme all’alternarsi con le vicende di Moira, rendono l’evento tosto da seguire con una lettura rilassata.

Foto di Francesco Ariani

Allo stesso modo le numerose linee temporali visitate da Wolverine non vengono particolarmente introdotte, questo perché ovviamente si suppone che il lettore, appassionato del personaggio, conosca quasi alla perfezione la sua storia editoriale. Questo forse è cercare il pelo nell’uovo, ne sono consapevole, a maggior ragione considerando che X Lives/X Deaths si incastoni in un flusso di testate che ha preso piede nel 2018, ma data la natura di evento della testata, sarebbe stato apprezzabile renderla fruibile in modo più facile anche a dei lettori più casual. Un ottimo lavoro per rendere più fluida la lettura è stato fatto proprio dai disegnatori, Joshua Cassara e Federico Vicentini: il primo, assegnato ai capitoli riguardanti la linea narrativa di Wolverine, il secondo alla linea narrativa di Moira.

Joshua Cassara e Federico Vicentini mostrano su pagina due stili molto diversi, uno più plastico, tipicamente supereroistico con le sue pose da supereroi, l’azione che esprime potenza ma dipinge scene come congelate nel tempo, l’altro più dinamico, veloce, che strizza l’occhio magari ad un pubblico più giovane e magari ad alcune influenze al di fuori del mondo supereroistico o addirittura del fumetto occidentale. Lo storytelling di entrambi i disegnatori è particolarmente azzeccato per quello che vanno a raccontare. Cassara, con il suo stile più solenne, riesce a descrivere benissimo un Wolverine pensieroso, sì votato all’azione, ma comunque sempre pronto all’introspezione, a mostrare un volto corrucciato in cerca di risposte a domande troppo grandi. Vicentini invece disegna una Moira sempre in fuga, attenta a scappare dalle grinfie dei suoi inseguitori, ma anche degli inaspettati momenti d’azione estremamente dinamici e concitati, in particolar modo se si pensa al più pericoloso inseguitore di Moira: proprio Wolverine, o quantomeno la sua versione futura infettata dalle macchine.

Fermo restando che parliamo di due professionisti che nell’arco dei 10 capitoli offrono numerosissimi spunti visivi interessanti – la mia tavola preferita del volume è la splash page in cui Cassara pone al centro il volto di Wolverine con indosso cerebro e intorno ad esso tutte le sue vite che spaccano e si diramano – ovviamente è il gusto personale ad avere l’ultima parola, ma X Lives/X Deaths of Wolverine con la soluzione di dare due linee narrative a due disegnatori così diversi ha centrato il punto. La passione stessa di Benjamin Percy per Wolverine, così come il pesante carico che si è addossato decidendo il destino di Moira, sono due elementi che rendono la testata una lettura validissima e decisamente importante per la comprensione delle testate mutanti di questo periodo.

Foto di Francesco Ariani

Come ho già detto tanto nell’articolo su House of X/Powers of X quanto in quello su Inferno, a seguito dell’abbandono di Jonathan Hickman il pubblico ha perso fiducia: a volte a ragione, come quando si considera il gargantuesco numero di testate raggiunte, a volte a torto, come nel caso di Moira MacTaggert. Moira, con i suoi nuovi poteri mutanti, è a tutti gli effetti una creatura di Jonathan Hickman e il suo destino dopo Inferno era decisamente incerto, una situazione di non poco conto per un personaggio su cui si basa quasi totalmente il corso che i mutanti hanno preso dal 2018 ad oggi. In questo “vuoto di potere”, Benjamin Percy si è fatto avanti e ha realizzato una delle possibilità che era stata già millantata in HoX/PoX e ribadita in Inferno: fu proprio Destiny a dire a Moira, poco prima di ucciderla, che se avesse giocato bene le sue carte avrebbe potuto vivere, dieci, massimo undici vite!

Navigando nelle acque dell’incertezza, dove tutto è impossibile e possibile allo stesso tempo finchè non viene fissato su carta, Benjamin Percy si è preso la responsabilità di direzionare l’intero futuro delle testate mutanti trasformando Moira in una macchina, donandole la sua undicesima vita slegata sia dall’umanità che dai mutanti. Chiunque abbia letto HoX/PoX e Inferno, infatti, dovrebbe ricordare bene che Moira nelle sue dieci vite ha tentato di tutto pur di salvare i mutanti, persino allearsi con l’umanità ma mai aveva tentato un’alleanza con le macchine, coloro che alla fine si sono rivelati il nemico finale per la vita organica in toto. Dando quindi una direzione alla vendetta di Moira, Benjamin Percy sfrutta elementi preesistenti per portare avanti il personaggio: Moira ha sempre cercato di salvare i mutanti, certo, ma non tanto per un compassionevole amore nei confronti della sua razza, ma perché LEI doveva vincere. E se non può vincere né con gli umani né con i mutanti, allora vincerà con le macchine.

Foto di Francesco Ariani

Soffermarsi sulla gestione di Wolverine stesso potrebbe rappresentare quasi un di più, paradossalmente, considerando come dell’uso del personaggio da parte di Benjamin Percy bisognerebbe parlarne per le due testate regolari da lui scritte, X-Force e l’omonima Wolverine. Senza anticipare troppo di quanto andrebbe detto, ma concentrandoci quindi sulle caratteristiche specifiche di X Lives/X Deaths, l’idea di accostare Wolverine e Moira in questa testata è ben più che azzeccata: in modo del tutto involontario i due personaggi erano associabili già dai tempi di HoX/PoX, in cui nelle linee temporali più distanti nel futuro una costante per Moira era la presenza di Wolverine, magari invecchiato ma pur sempre vivo. I due personaggi sono entrambi costretti a vivere delle vite lunghe e frammentate, seppur per motivi diversi ed assimilando tale esperienza in modo diametralmente opposto.

Moira mantiene i ricordi delle sue vite passate e così, di vita in vita, tenta sempre strade nuove per allungare la sua permanenza sulla terra quanto più a lungo possibile, come già detto per una carità che nasconde un profondo egocentrismo. Wolverine è costretto invece a vivere una lunga vita dai suoi poteri e la sua mente si frammenta in molteplici ricordi, costruiti ad hoc o nascosti a causa dei traumi, delle sue scelte e di un incedere del tempo che alla fine cancella o sbiadisce le memorie più lontane. Questo accostamento fra i due personaggi risulta azzeccato proprio per le similitudini fra i due, che portano inevitabilmente a porsi diversi interrogativi sulle conclusioni così distanti che i due personaggi raggiungono. Moira si eleva quasi al grado di Messia, pretende adorazione e gratitudine e nel momento in cui non le ottiene si ribella a ciò che ha cercato di proteggere per dieci vite, nonostante lei mantenga i suoi ricordi che dovrebbero quindi essere alla base di un profondo affetto per i mutanti. Wolverine, che ha invece una pessima idea di sé stesso e vive con una mente fratturata, ricolma di ricordi tragici e dolorosi, dà tutto sé stesso per i suoi compagni e la sua famiglia.

Foto di Francesco Ariani

Sicuramente la pseudo immortalità, o l’immortalità fatta e finita, non sono tropi narrativi nuovi per il mondo supereroistico o per Wolverine stesso, ma Benjamin Percy si è destreggiato bene nelle acque perigliose di questo evento, garantendo dieci capitoli che intrattengono, celebrano Wolverine e funzionano molto bene nel macro dell’intero universo mutante. X Lives/X Deaths of Wolverine è una testata che consiglio in primo luogo ai fan del personaggio, che sono sicuramente il pubblico target dell’evento, ma in generale a chiunque segua il corso Krakoano dei mutanti, questa testata è un passaggio obbligato: senza di essa si perdono elementi fondamentali per comprendere il personaggio di Moira, alcuni passaggi su Wolverine ed anche su Omega Red, il cui destino verrà deciso in X-Force.

X Lives/X Deaths of Wolverine
la cover dell’albo X Lives/X Deaths of Wolverine, di Joshua Cassara, Federico Vicentini, Benjamin Percy, pubblicato da Panini Comics (2023) nella collana Marvel Deluxe

Scheda tecnica

Autore: Joshua Cassara, Federico Vicentini, Benjamin Percy
Data di uscita: 21 Dic 2023
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 34 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 18,3 x 27,7
Interni: Col.
Pagine: 304

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