House of X/Powers of X – sogno di un futuro passato
“Perché so che voi umani amate il simbolismo quasi quanto la religione. E volevo—avevo bisogno che capiste che ora avete nuove divinità”
Con questa frase di Magneto, splendidamente illustrato su un tetto di Gerusalemme da Pepe Larraz, si chiude il primo capitolo di House of X. Era il 2019 e il team formato da Jonathan Hickman, Pepe Larraz, R.B. Silva e Marte Gracia – con l’essenziale lavoro del grafico Tom Muller – si apprestava a rivoluzionare il mondo mutante e buona parte dell’universo Marvel. Le due serie, da 6 capitoli l’una, ovvero House of X e Powers of X, formano un’unica e possente storia che viene giustamente raccolta in un grande volume, pubblicato in Italia nel 2021.

Il motivo per cui sono qui oggi a parlarvi di questo volume – e non uso il plurale maiestatis come è mio uso all’interno degli articoli, proprio perché voglio sottolineare il mio personale attaccamento all’argomento trattato – è che sono un fan dei mutanti, nel bene e nel male. Che sia chiaro, ho detto “fan dei mutanti” e non fan di uno specifico sceneggiatore o disegnatore che ha lavorato con quei personaggi. Il mio essere fan non mi impedisce certamente di considerare molte run realizzate nel corso dei decenni discutibili, se non proprio mediocri, ma mi pone nella posizione di leggere quanto più è possibile riguardo dei mutanti. Proprio per questo motivo è dal lontano 2019 che seguo il nuovo ciclo di storie con fervore ed interesse, spesso disillusione e, poche volte, delusione.
Se vi avessi parlato di House of X/Powers of X – che d’ora in poi abbrevierò in HoX/PoX per comodità – alla sua conclusione negli Stati Uniti, o all’uscita del volume qui in Italia nel 2021, questo articolo sarebbe sicuramente stato diverso. Ciò che voglio portare oggi su pagina è la mia passione per questi 12 capitoli, il trasporto che ho nel rileggerli ogni volta, ma anche una prima parte di analisi di quello che i mutanti sono al momento, o quello che sarebbero stati, con Jonathan Hickman ancora alle redini del progetto. È mia convinzione che se state leggendo questo articolo molto probabilmente non avrete bisogno di spiegazioni di sorta per comprendere quanto detto finora e ciò che scriverò in seguito, ma per tutti coloro che non hanno seguito assiduamente il mondo mutante o, più semplicemente, non ricordano dei punti nodali degli ultimi anni, mi accingo a fare un preambolo proprio per voi.
Cosa c’è da sapere?
Come già detto i 12 capitoli di HoX/PoX vennero pubblicati nel 2019, seguendo la run di Uncanny X-Men – iniziata da Ed Brisson e Mahmud A. Asrar e conclusa da Matthew Rosenberg e Salvador Larroca con David Messina – ed offrendo ai lettori una “fresh start”. La casa delle idee si rivolse a Jonathan Hickman, al quale vien facile pensare quando si vuole creare un forte contesto geopolitico nelle proprie storie, per ridare lustro agli X-Men ed ai mutanti in generale. Sarebbe superfluo nonché veramente difficile parlare del gradimento degli X-Men in seno al grande pubblico; ma per esperienza personale posso dire che, nonostante una serie di buone run, da molti anni i mutanti non vivevano un grande apprezzamento, cosa che cambiò proprio grazie ad Hickman.
Le due run, House of X e Powers of X, vennero pubblicate a cadenza settimanale per dodici settimane – evento rarissimo, che spiega in larga parte il team di disegnatori alle spalle del progetto e la presenza di unico colorista – ed in seguito il mondo mutante esplose in una moltitudine di serie. Da allora si sono susseguite diverse fasi per le testate associate agli X-Men, identificabili al momento come Dawn of X – di cui fa parte anche HoX/PoX – , Reign of X, Destiny of X e quella al momento in corso, Fall of X. Conclusasi HoX/PoX, Jonathan Hickman prese la guida della testata regolare degli X-Men e divenne de facto la testa pensante dietro a tutte le testate mutanti, venendo accreditato nei vari volumi proprio come “Head of X”.

Ma se sono qui a parlarvi di questo volume, proprio adesso, è perché nel dicembre dello scorso anno è stata pubblicata la miniserie Inferno, ovvero l’addio di Jonathan Hickman al progetto mutante. Se può sembrare una contraddizione che Jonathan Hickman non segua più le testate mutanti almeno dalla fine del 2021, ma figuri comunque come Head of X in qualsiasi albo o volume acquisterete in fumetteria, avete ragione, lo è: si tratta di una contraddizione nata dallo scontro fra uno sceneggiatore – famoso per creare interi mondi con un grande desiderio di controllo sopra di essi – e le esigenze editoriali di una azienda come la Marvel.
La pura e semplice realtà è che al momento non abbiamo veramente idea del perché Jonathan Hickman abbia abbandonato la Marvel all’epoca – per poi tornare in pompa magna per proporre la sua nuova IP, G.O.D.S. – poiché né l’azienda né l’autore hanno mai dato ragioni precise sul divorzio. Ciò che è certo è che a distanza di anni HoX/PoX continua ad essere una bibbia per chi “scrive mutante”, una stella polare per tutte le testate proposte o, come sarebbe meglio dire, si tratta di una sorta di profezia, alla quale ora gli sceneggiatori che lavorano per la Marvel possono solo guardare da lontano, senza mai comprenderne l’interezza.
Ci sono stati molti lettori che hanno da subito abbandonato il progetto mutante poiché non più conforme all’idea iniziale di Hickman, ma sono dell’idea che è in questo modo che ci si fa sfuggire delle buone storie. Potrei citare lo stesso Hickman che, rispondendo ai dubbi del pubblico in passato, espresse l’idea che se anche la sua storia fungesse da nuovo inizio per i mutanti, questo non togliesse valore alle precedenti, seguendo il vecchio adagio per il quale è il viaggio a contare più della destinazione. Allo stesso modo vorrei tirare in ballo un fumetto che mi arrischio a definire capolavoro, ovvero L’Incal, che venne realizzato senza un’idea chiara di dove la storia andasse a parare: i due autori, Alejandro Jodorowsky e Moebius, semplicemente seguirono il flusso creativo.
In che modo HoX/PoX rivoluzionano i mutanti?
Ma di preciso cosa hanno fatto Jonathan Hickman e il suo team di così incredibile per rendere HoX/PoX un caposaldo del mondo mutante a più di quattro anni di distanza dalla sua uscita? La run precedente lasciava i mutanti in uno stato di conflitto aperto con il mondo intero, seguendo alcuni dei principi fondanti che hanno da sempre caratterizzato l’Homo superior. I mutanti hanno da sempre rappresentato la diversità e, tramite Charles Xavier e i suoi X-Men, hanno anche rappresentato l’eroica necessità di entrare a patti con i normali esseri umani, in una comunione pacifica in cui i mutanti non si pongono su un piedistallo a causa dei loro poteri. Questi intenti sono stati spesso minati non solo dalla sfiducia, se non proprio dall’aperto razzismo degli umani, ma anche dalle azioni di diversi super criminali mutanti, fra cui potremmo annoverare Magneto, Apocalisse, Sinistro e molti altri.
Jonathan Hickman fin dal primo capitolo di HoX/PoX pone i lettori in una situazione nuova, ma che guarda anche al passato. I mutanti stanno formando una nazione, esattamente come avvenne anni prima con Genosha, solo che questa volta le cose sono diverse: Magneto e Xavier sono uniti nello scopo, guidati dalla grande sorpresa della testata, ovvero i poteri mutanti di Moria MacTaggert. La donna, che i lettori Marvel ricorderanno come una scienziata umana da sempre nemica dei mutanti, si scoprirà essere una mutante a sua volta ed anche estremamente potente: non sarebbe sbagliato affermare in effetti che l’interezza dell’universo mutante di cui leggiamo oggi sia da attribuire a lei, tanto da renderla un personaggio cardine per Hickman (fino ad Inferno) ed altri sceneggiatori a lui successivi.

Il potere di Moira le permette, una volta morta, di resettare la linea temporale in cui vive, senza possibilità di controllare il processo e mantenendo i ricordi della linea temporale precedente. Partendo da questo presupposto, Jonathan Hickman e il suo team hanno costruito HoX/PoX come una storia a più linee narrative, seguendo alcune delle vite di Moira e dando infine rilievo alla più importante, quella in cui lei dopo averle provate tutte tenta l’unica cosa che non aveva mai fatto, cioè unire l’intera razza mutante in una grande nazione: questa è la decima vita di Moira MacTaggert, elemento che crea tra l’altro un delizioso gioco di parole con il titolo della run.
È l’autore stesso a confermare, infatti, che le due X nei titoli vadano lette differentemente: in House of X la lettera va letta come tale, mentre in Powers of X va letta come un numero romano, cioè dieci. È nel titolo stesso delle due run che Jonathan Hickman rivela lo scopo della sua storia: spostandosi sull’isola mutante Krakoa, si verrà a creare una “casa” mutante – con un palese riferimento alla famosa House of M – fondata non solo sui loro poteri, ma su quello di Moira MacTaggert e sulla sua decima vita. Questa costante autocelebrazione della X e del potere mutante, fin dal titolo delle testate, risulta essere la via percorsa dai vari personaggi coinvolti. Come detto in precedenza, il sogno di Xavier e dei suoi X-Men era quello di coesistere con gli umani, facendosi amare da loro. Con Krakoa e la creazione di una nazione mutante le cose cambiano, il sogno di Xavier appassisce e rinasce sotto un’altra forma, una in cui i mutanti non devono chinare il capo di fronte agli umani per cercarne l’affetto, bensì alzare la testa, essere fieri del lor retaggio e farsi rispettare in quanto diversi.

Come detto, Hickman prende spunto dal passato ma crea qualcosa di nuovo, e così su Krakoa vengono accettati tutti i mutanti, non solo i “buoni”, ma pure qualsiasi criminale. Si forma un governo, che conta al suo interno anche persone come Apocalisse, Sinistro o Mystica. I mutanti arrivano a compiere in breve tempo atti straordinari, grazie ad un livello di cooperazione mai visto prima, che li porterà persino a sconfiggere la morte, creando un sistema di resurrezione della loro specie, basato su un circuito di cinque poteri mutanti. Ciò che non cambia mai è che anche questa volta, pur di addentare la mela dell’Eden, è necessario farsi tentare dal serpente: così Krakoa viene fondata su una menzogna, quella di Moira, la cui esistenza viene del tutto occultata. E non solo, Magneto e Xavier entreranno a patti con chiunque, pur di ottenere risultati che, almeno alla fine di HoX/PoX, sembreranno aver dato i loro frutti senza conseguenze.
In HoX/PoX, Jonathan Hickman riesce a stratificare la sua storia in modo incredibile, impostando da subito le basi per quello che sarà parte dello storytelling generale dell’intero universo mutante. La sovrastruttura della narrazione avrà uno spiccato carattere fantapolitico, le azioni dei mutanti rispecchieranno gli scopi e le ideologie di una intera nazione e dovranno quindi rapportarsi con le altre nazioni terrestri. Ma scendendo fra gli strati dello storytelling di Hickman la sovrastruttura fantapolitica lascia il posto ad una dimensione più umana, alle necessità e i desideri dei singoli mutanti, esigenze talmente forti da portare anche poche persone a cambiare le sorti di un’intera razza.

Basti pensare al rapporto che viene mostrato in HoX/PoX fra Moira MacTaggert e la criminale Destiny, alias di Irene Adler. La criminale – grazie al suo potere – può osservare le diramazioni del futuro e così scoprire il segreto di Moira, prescidendo anche dal fatto che la scienziata non avrebbe vissuto più di dieci vite, undici al massimo se avesse giocato bene le sue carte. Questa rivelazione, oltre al modo con cui Destiny e Mystica uccisero Moira in una delle sue vite, rese le tre donne acerrime nemiche. Così, la scienziata porrà poche regole a Xavier e Magneto per una collaborazione, fra le quali una era proprio quella di non resuscitare mai Destiny, l’unica mutante con il potere di scoprire Moira e il suo segreto in ogni vita. Nel volume sono anche presenti i prodromi dell’evento che, almeno per esperienza di Moira, porterà all’estinzione della razza mutante: la nascita della sentinella Nimrod. In teoria la sua creazione era già nei piani degli essi umani, ma la sua nascita e la sua evoluzione saranno in realtà una conseguenza della vendetta della Dottoressa Gregor. La scienziata dell’organizzazione Orchis, creatrice di Nimrod, perderà il marito in un attacco dei mutanti, attacco che doveva proprio evitare la creazione della macchina da guerra e che ne scatenerà invece la costruzione.
Gli esempi, otre a quelli citati, sono molteplici, ma si vanno a sviluppare maggiormente nelle run seguenti ad HoX/PoX. Questa run però mette anche le basi per l’orgoglio mutante, un elemento che in tutto e per tutto sembra somigliare al “Pride” che caratterizza oggi moltissime comunità svantaggiate nel mondo. Che il richiamo sia voluto o meno, già da HoX/PoX Jonathan Hickman e il suo team porranno le basi per una forte cultura identitaria dei mutanti, basata su loro rituali e poteri: basti pensare che da ora i mutanti hanno persino una loro lingua – di cui conosciamo i caratteri ma non siamo in grado di tradurre, in mancanza di un cifrario –.
House of X e Powers of X furono un’operazione mastodontica sotto ogni punto di vista: Jonathan Hickman ha riscritto parte della storia dei mutanti per creare una run di dodici capitoli pregni di azione, intrighi politici, emozioni e significati. Pepe Larraz e R.B. Silva, hanno una mano simile a quella del famoso Stuart Immonen, hanno fatto un incredibile lavoro nel corso delle dodici settimane di pubblicazione, consegnando pagine mozzafiato e riuscendo a dare una grande continuità artistica fra le due testate. Marte Gracia, colorando sia House of X che Powers of X, è riuscito ulteriormente a garantire un senso di coesione, aiutando i colleghi a rendere le due testate, divise, una cosa sola sotto ogni punto di vista. HoX/PoX, con l’intervento di Tom Muller al fianco di Jonathan Hickman, segnerà anche la strada per la presenza delle caratteristiche infografiche presenti in ogni albo mutante da quel momento in poi: parliamo di mappe concettuali, mappe temporali, fino a pagine di testo rappresentati mail, documenti, o chat presenti nel mondo narrativo, offerti ai lettori in una chiave che esce dalla normale grammatica del fumetto.
Gli eventi di HoX/PoX riescono a colpire su più livelli, che il lettore sia un fan dei mutanti di lunga data o che ci si stia approcciando alla Marvel da poco. I personaggi coinvolti nella storia sono numerosissimi, molti di loro vengono rappresentati tramite un archetipo di loro stessi, mentre i personaggi più prominenti come Xavier, Magneto, Moira, Mystica o Destiny sono un concentrato di molti dei loro aspetti più spiccati. La run da un lato strizza l’occhio a noi fan di lunga data con frasi, luoghi e persino costumi – vedasi il ritorno di Jean Grey al costume di Marvel Girl, un evento quasi controverso per i fan – ma dall’altro lato cerca di presentare la realtà mutante come nuova, così da rendere gradevole e comprensibile il racconto per chiunque.
I dialoghi di Jonathan Hickman riescono ad essere sottili e taglienti quando necessario, pomposi o pieni di metafore e allegorie, che vanno poi a mischiarsi con vari livelli di lettura grazie al lavoro di Pepe Larraz e R.B. Silva. Questo articolo inizia con una citazione di Magneto, il quale annuncia a diversi ambasciatori che Krakoa è ormai una nazione mutante e che, se vorranno, potranno beneficiare di diversi accordi economici con la nazione. In quel frangente le parole di Magneto hanno un certo peso, che va però a diventare ancora più grande se si pensa alla cornice in cui vengono dette: un mutante, rappresentante di una razza oppressa, dice ai suoi oppressori che ora sono loro ad avere il comando, sui tetti di una delle città simbolo della religiosità mondiale.

Questo è solo uno dei tanti momenti da pelle d’oca della testata, decisamente comprensibile per qualsiasi lettore. Ce ne sono molti altri che fanno riferimento maggiormente al contesto fumettistico della Marvel stessa! Molti articoli nel corso degli anni hanno citato un’altra frase di HoX/PoX, questa volta pronunciata da Charles Xavier:
“Ecco una nuova verità: mentre dormivate, il mondo è cambiato”
Questa frase di Xavier è rivolta a tutto il mondo, dopo un lungo monologo in cui il mutante rivela Krakoa all’umanità intera, in un modo meno “politico” del suo amico Magneto, con un metodo quasi “divino” per l’appunto. Questo potente monologo avviene dopo delle scene che vanno a citare e ribaltare uno dei momenti più dolorosi e importanti dell’universo mutante: quando in House of M la strega Wanda Maximoff decimò l’intera razza mutante con una sola frase, “No more mutants”. Ma non si tratta dell’unica citazione ad House of M, oltre al titolo stesso: alla fine di HoX/PoX il neonato governo krakoano decide di creare delle leggi su cui fondare la propria nazione e la propria cultura. Qualcosa che rappresenti il loro passato, presente e futuro, che dia speranza alla gente ma che riesca allo stesso modo a fornire delle linee guida su cui creare man mano la cultura mutante. Le tre leggi saranno “Crea più mutanti. Non uccidere l’uomo. Rispetta questa terra sacra”.
La legge “crea più mutanti” va in diretto contrasto con il “No more mutants” che pronunciò Wanda Maximoff anni prima. In generale però le tre leggi contengono al loro interno un peso e un potenziale incredibili, che lo stesso Hickman aveva pensato solo fino ad un certo punto. La complessità alle spalle della creazione di sole tre leggi, anche abbastanza vaghe, ha permesso nel corso degli anni a venire di creare intere testate che navigassero alla ricerca di un significato per esse. Ad esempio, il personaggio di Nightcrawler diventerà il protagonista delle testate Way of X e Legion of X, nelle quali lui in quanto uomo di fede cercherà un senso più profondo e pratico alla legge “crea più mutanti”, scontrando la sua morale e la sua etica con quelle di moltissime altre persone sull’isola di Krakoa.
La legge “Non uccidere l’uomo”, nella sua semplicità, ha a sua volta assolto al suo scopo creando una complessa questione morale che si è andata a ripetere più e più volte nel corso delle testate mutanti, fra chi la rispettava, chi ne ha sottolineato le intrinseche beghe – ad esempio, tale legge si applica agli alieni? – e chi al contrario la ripudiava. In buona sostanza, ogni elemento narrativo presentato in HoX/PoX da Jonathan Hickman è poi diventato una colonna portante della narrazione mutante negli anni seguenti, dando modo a moltissimi sceneggiatori di lavorare alacremente per creare run interessanti e stratificate. Quanto detto vale anche per i disegnatori Pepe Larraz e R.B. Silva che, facendo da apripista per i loro colleghi, hanno dovuto creare design e luoghi che sarebbero stati usati per anni e anni. Pepe Larraz, ad esempio, durante l’Arf del 2023 di cui è stato ospite, ha parlato della sua esperienza nel creare la stanza del consiglio silente di Krakoa: tale luogo sarebbe apparso in continuazione, in ogni testata, e fu quindi suo compito e sua premura creare un ambiente interessante, ma comunque facilmente replicabile da qualsiasi collega in qualsiasi situazione.
HoX/PoX è un sogno del quale non conosceremo mai il finale
Come detto in precedenza, però, HoX/PoX acquisisce quasi dei connotati profetici se si osserva la letteratura mutante degli ultimi quattro anni. Il motivo alla base è semplice: Jonathan Hickman, mostrando nove vite di Moira prima dell’attuale, ha narrato di futuri lontani e possibili, da cui ogni autore e autrice ha potuto attingere. Non è lo scopo di questo articolo fare una lista dei punti di congiunzione fra HoX/PoX e l’attuale stato delle testate mutanti ma, ad esempio, il personaggio di Rasputin – una chimera mutante di nuova generazione – è stato ufficialmente introdotto nell’attuale continuity a seguito dell’evento Sins of Sinister. Rasputin, uno dei pochissimi personaggi originali creati da Jonathan Hickman e il team di disegnatori, fu proprio introdotto in una delle vite precedenti di Moira.
Giunti nel 2024, è ovvio osservare HoX/PoX con occhi diversi rispetto al passato: l’idea che Jonathan Hickman, coadiuvato da altri sceneggiatori, avrebbe creato una possente narrazione mutante per poi chiuderla con le sue mani era decisamente intrigante. Non ci resta che un sogno di quello che avremmo potuto ottenere, un futuro che non arriverà mai a realizzarsi a discapito delle promesse del passato, per lasciare posto ad una serialità fumettistica più classica, più accomodante dal punto di vista commerciale. Nonostante questa consapevolezza, che a mio avviso comunque permea la maggior parte delle produzioni supereroistiche della Marvel e della Dc, il valore di House of X e Powers of X è incredibile, sia se lo si considera come una semplice storia, magnificamente scritta e illustrata da un team coeso, sia che la si consideri come l’inizio di un percorso, che non sappiamo di preciso dove andrà a parare. O forse sì. Solo perché Jonathan Hickman ci ha fatto sognare in passato, non significa che cambiando strada quel sogno di grandezza sia svanito nel nulla.

Scheda tecnica
Autore: Jonathan Hickman, Pepe Larraz, R.B. Silva, Marte Gracia
Data di uscita: 21 Apr 2021
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 41 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 18,3 x 27,7
Interni: colori
Pagine: 448