Jujutsu Kaisen, stagione seconda – Tragedie e affini
Con il suo ventitreesimo episodio, trasmesso in streaming su Crunchyroll, si è conclusa la seconda stagione di Jujutsu Kaisen, adattando due archi narrativi, il flashback della gioventù di Satoru Gojo e Suguru Geto e l’arco conosciuto come “L’incidente di Shibuya”. Per chiunque fosse interessato alla lettura del manga da dove si è concluso l’anime, consigliamo di iniziare a leggere dal capitolo 137 o 138.
Questa seconda stagione è stata animata dallo studio MAPPA, che ha quindi continuato il suo lavoro di adattamento fatto con la prima stagione e con il film prequel Jujutsu Kaisen 0. A dispetto di quanto avvenuto in passato, però, questa seconda stagione si è rivelata un vero e proprio crogiuolo di guai e tragedie sotto ogni punto di vista, che si tratti della responsabilità di adattare l’arco narrativo più amato dai fan del manga, o che si tratti delle numerosissime problematiche che lo studio e i suoi animatori hanno avuto nel portare a compimento il loro lavoro.
Gallery © Gege Akutami/Shueisha, JUJUTSU KAISEN Project.
Prima di parlare di queste problematiche, però, una rapida panoramica sull’anime: Jujutsu Kaisen è godibile, divertente e ricco di scontri mozzafiato, in particolare se si considera il prodotto animato in esame in questo articolo. Risulta abbastanza facile comprendere come moltissimi fan si facciano trasportare da quanto messo in scena, tanto per il ritmo trascinante dell’opera di Gege Akutami quanto per la bellezza visiva a schermo, merito del durissimo lavoro degli animatori che hanno lavorato alacremente a questa stagione. Ma tutto il clamore intorno all’arco dell’Incidente di Shibuya appare decisamente immotivato, figlio di un hype che potrebbe essere attribuito ad alcuni elementi che spesso vengono confusi come indice di maturità e profondità di un’opera di narrazione. Non si tratta quindi di qualcosa che incide davvero sul gradimento della stagione, quanto in quel tipo di esperienza comunitaria che un prodotto simile spinge a vivere.
Poiché questo anime è un adattamento e che molto si è discusso da questa estate ad oggi per ogni suo aspetto, vorremmo parlare quindi dell’animazione in senso stretto e di tutti i disagi vissuti dagli animatori. In seguito, ci concentreremo sull’aspetto pertinente a ciò che è stato adattato e come, fra piccoli cambiamenti nello storytelling e altri momenti di maggiore fedeltà.
Volendo fare una premessa, a mio avviso dovuta, questa seconda stagione di Jujutsu Kaisen ha ottenuto ancora una volta un fortissimo gradimento, riscontrabile non solo dal chiacchiericcio online ma anche dalle vendite del manga. L’opera di Gege Akutami anche in questo 2023 si è attestata su picchi di vendita decisamente alti, aggiudicandosi il secondo posto nella classifica annuale di Oricon con ben otto milioni e mezzo di copie. Per quanto ovviamente i dati andrebbero incrociati in modo più preciso, se si volesse fare un’analisi maggiormente nel dettaglio, qualsiasi fruitore di anime e manga è consapevole dell’aumento di vendite di un fumetto in diretta corrispondenza ad una trasposizione animata di successo, come in questo caso.

I problemi per Mappa
Dietro questo velo di apparente vittoria, però, si annidano numerosissimi problemi che hanno afflitto l’intera stagione, minandone non solo la qualità ma soprattutto la posizione dello studio Mappa agli occhi degli spettatori e il lavoro degli animatori, freelance e non. Lo studio Mappa ha avuto in passato gravissimi problemi con i suoi dipendenti, come quando fu pubblicamente denunciata da un suo animatore che lavorava ad Attack On Titan. Questa volta non si sono raggiunti livelli simili, ma è serpeggiato un palpabile malcontento fra gli animatori, come si può evincere da tweet poco lusinghieri e altre testimonianze raccolte nel corso di questi sei mesi. Di grande centralità, tra i problemi registrati, sarebbero quelli riguardanti l’organizzazione e i ritmi di lavoro. In conclusione, e più in generale, al di là di questi casi che hanno suscitato grande clamore, si ritiene sarebbe molto importante una discussione più ampia sull’organizzazione del lavoro all’interno del mondo del fumetto e dell’animazione giapponese.
Ritornando all’anime, fondamentale per la realizzazione della stagione è stata la pausa fra il quinto e sesto episodio, che segnava il passaggio dal primo al secondo arco narrativo. Le prime cinque puntate, andate in onda fino al 3 Agosto, appaiono chiaramente meglio realizzate e più uniformi nello stile di quelle seguenti, andate in onda dal 31 Agosto al Dicembre del 2023.
Andrebbe fatto un plauso a tutti gli animatori coinvolti nella realizzazione della stagione, troppi per essere nominati tutti, ma sicuramente uniti nel bisogno di veder riconosciuta la loro fatica, senza attribuirla genericamente allo studio Mappa. Basti pensare ad episodi come il 39, dal titolo “Ondeggiamento 2”, che per portare a termine i 20 minuti di animazione ha avuto necessità di 5 registi differenti e 4 aiuti registi. Oppure l’episodio che più di tutti ha attirato l’attenzione del pubblico, il 41, dal titolo “Tuono 2”. In questo episodio, praticamente votato unicamente all’azione frenetica, si sono succeduti una quantità di talenti incredibili, tra i quali campeggiano nomi come Vincent Chansard o Sōta Shigetsugu, ma anche moltissimi altri, arrivando comunque talmente al limite con le tempistiche che nella settimana precedente si vociferava online che l’episodio non sarebbe andato in onda.
In generale l’intera stagione è appagante e ricca di momenti nella media o al di sopra di essa per quel che riguarda l’animazione seriale. Purtroppo, si possono anche individuare una grandissima quantità di problemi, piccoli o grandi: parliamo di montaggi a dir poco approssimativi, come avvenuto proprio nella puntata 41, character design che cambiano costantemente a causa di un lavoro molto veloce, momenti animati estremamente al risparmio e con risultati o confusi o al di sotto delle aspettative. Quello che per noi è il problema più grande in assoluto è quella che appare come una grande mancanza di coesione artistica non solo fra le varie puntate, ma anche all’interno degli stessi 24 minuti di moltissimi episodi. Di per sé non si tratta di un errore fatto e finito, ma questa scarsa direzione artistica spesso fa apparire le puntate come un collage di lavori senza una vera e propria anima.
La seconda stagione di Jujutsu Kaisen è quindi un gioiello grezzo in termine di animazioni, fin troppo altalenante per definirlo a tutti gli effetti un vero e proprio successo in termini qualitativi, ma per motivi che esulano dal grande talento di chi ci ha lavorato. Di certo si tratta di un anime che saprà farsi ricordare dal suo pubblico di affezionati e da molti appassionati dei sakuga, a cui sicuramente era rivolto molto del lavoro fatto da alcuni animatori. La speranza è che il futuro di questa produzione possa essere più sereno, così da ottenere risultati meno discontinui senza far penare gli animatori ed il pubblico insieme a loro.
Jujutsu Kaisen funziona se preso alla leggera
Concentrandoci ora su ciò che questa stagione narra, è indubbio che il passato di Gojo e Geto così come l’arco dell’Incidente di Shibuya abbiano il loro fascino. Osservare il passato di Geto, che qualsiasi fruitore dell’anime sa essere morto durante il film Jujutsu Kaisen 0, rende la sua figura tragica e aiuta a stratificare il personaggio più interessante e importante di tutto il manga, Satoru Gojo. L’ammonimento di Geto al suo amico nel flashback, che porta ad interrogarsi su cosa definisca davvero Gojo come tale, cioè la sua forza straordinaria o la sua personalità, è un elemento su cui si potrà tornare con felicità più avanti per analizzare il personaggio.
Allo stesso modo l’arco dell’Incidente di Shibuya è ricco di colpi di scena, numerosissimi combattimenti e molti decessi da ambo le fazioni, fra gli stregoni giapponesi e le maledizioni al soldo di Geto. Jujutsu Kaisen riesce ancora una volta a dimostrarsi una fonte di intrattenimento interessante, con qualche spunto e con la volontà di stupire i fruitori soprattutto attraverso quelle che per molti sono scelte coraggiose da parte dell’autore, Gege Akutami.
Volendo approfondire con qualche spoiler alcune dinamiche di questo arco narrativo, ritengo però che molte delle scelte siano figlie di una costruzione abbastanza blanda dei personaggi in scena, al punto che l’autore stesso ha trovato il modo di dare loro spessore proprio evitando di approfondirli per davvero e, piuttosto, sconvolgere il lettore con le loro morti. Parlo delle varie maledizioni fra cui spicca Jogo, ma soprattutto i due stregoni Nanami e Nobara. Nel caso di Nanami si tratta in realtà di uno dei migliori personaggi dell’opera fino ad ora, la cui morte arriva effettivamente al momento giusto e per il giusto scopo, andando a creare uno sviluppo caratteriale nel protagonista ed un motivo per acuire il conflitto fra di lui e il suo assassino, la maledizione Mahito.
Ma altre morti, come proprio quella di Mahito e di tutte le maledizioni a lui associate, appaiono più che altro come un elemento necessario e poco coinvolgente. Si trattava di personaggi che in effetti avevano in loro un potenziale di sviluppo decisamente interessante, visto che Gege Akutami poteva percorrere la strada del conflitto esistenziale fra umani e maledizioni: questa strada è stata troncata di netto con la morte di tutte e quattro le maledizioni, avvenute sostanzialmente per mano di personaggi che le hanno completamente massacrate in scontri che avevano ben poca tensione se non quella legata alla bellezza dello scontro in sé, inteso come intrattenimento.
La morte di Mahito è quella più deludente: la storia forza costantemente un legame fra lui e il protagonista Yuji Itadori, seppur non sussistano davvero le basi per un loro rapporto. Alla fine di uno scontro davvero eccessivamente lungo, Mahito non viene ucciso per mano di Yuji, che poco prima si era pronunciato in un monologo di vendetta a dir poco senza senso e fuori dalla sua caratterizzazione, ma viene ucciso per mano di Suguru Geto. Certo, in questa morte è insita una squisita ironia, ma ciò non toglie che persino le morti di Nobara e Nanami e la mutilazione di Aoi Todo per mano di Mahito finiscano per non avere una vera e propria soddisfazione: ed in tutto ciò, il protagonista si scorda dei suoi amici defunti e della mancata vendetta nell’arco di pochi minuti di in termini di racconto.
La morte di Nobara, fra quelle dei personaggi vicini al protagonista è apparsa tra l’altro decisamente inutile: Yuji era già sconvolto dalla morte del mentore Nanami e la donna, che nello scontro con Mahito aveva appena avuto una intuizione talmente geniale da essere impossibile, pochi secondi dopo viene uccisa per una intuizione talmente stupida da risultare straniante. Come se non bastasse, poco dopo la sua morte, un personaggio letteralmente appena introdotto fornisce a Yuji e allo spettatore una inutile speranza di sopravvivenza per Nobara, speranza del tutto vana che serve solo a mostrare una certa confusione da parte di Gege Akutami in quel frangente del suo lavoro.
Dove vedere la seconda stagione di Jujutsu Kaisen?
La seconda stagione di Jujutsu Kaisen è disponibile su Crunchyroll, sia sottotitolata in Italiano che doppiata. Allo stesso modo su Crunchyroll è presente la prima stagione ed il Jujutsu Kaisen 0, che andrebbe fruito idealmente fra le due stagioni.
Link: https://www.crunchyroll.com/it/series/GRDV0019R/jujutsu-kaisen