Io sono il loro silenzio – un noir a Barcellona – è un fumetto scritto e disegnato dall’autore spagnolo Jordi Lafebre, che questa volta si è cimentato sia nella scrittura che nelle illustrazioni del suo lavoro. In Italia il fumetto è edito dalla BAO Publishing, che ha già portato due opere dell’autore: Nonostante tutto, di cui è unico autore, e i due volumi di Un’estate fa, a cui ha lavorato come disegnatore e colorista per la sceneggiatura di Zidrou.
La psichiatra Eva è in guai seri, guai che possono valerle la revoca della sua licenza lavorativa: per questo motivo deve affrontare una visita di controllo dal collega psichiatra Llull. Durante la visita, in cui Eva racconterà della sua settimana, verrà a galla la storia di un giallo che la giovane donna si è ritrovata a risolvere suo malgrado, a causa di una spinosa questione di eredità riguardante una sua giovane paziente, Pénélope.

Io sono il loro silenzio è un noir dinamico, divertente e appassionante. Fin dalle primissime vignette la storia si dipana di fronte al lettore in modo veloce, ma accurato, lasciando una scia di indizi sul giallo che la protagonista dovrà risolvere e sulla sua stessa condizione. Il fumetto – seguendo le regole di un giallo – non manca di fornire al lettore false piste di ogni sorta, ma ogni linea narrativa che andrà ad aprirsi durante l’investigazione di Eva porterà inevitabilmente alla risoluzione del caso.
Sullo sfondo del giallo che si consumerà a spese della casata Monturós – la famiglia di Pénélope, dei possidenti terrieri e produttori di vino – Eva affronterà un vero e proprio dramma familiare. Pénélope, in terapia per dei disturbi fra cui anche l’anoressia, vive in un ambiente opprimente creato da una famiglia terribile, costituita da persone avide, meschine e capaci di tutto pur di raggiungere i loro obiettivi. Eva stessa verrà messa a rischio da più di un membro della famiglia, anche con minacce fisiche di non poco conto.
La mano di Jordi Lafebre si riconosce perfettamente per tutta la storia, il suo stile così occidentale si nota dalle prime vignette: il fumetto si apre con un campo largo sui tetti di Barcellona, per poi stringere l’inquadratura nel battito di due vignette sul volto della protagonista, Eva, intenta ad osservare le strade della città in piedi su un cornicione. Questo espediente verrà riutilizzato più volte durante il proseguimento della storia, così come l’uso della griglia sarà propedeutico allo storytelling. Il lettore si troverà spesso di fronte a pagine con sei vignette, che andranno ad aumentare di numero e restringersi in momenti concitati del racconto di Eva.
I personaggi che abitano questa storia sono ben delineati nei loro pregi e difetti, viene facile apprezzarli o odiarli e ognuno di loro in qualche modo sembra avere un ruolo allegorico. Nel caso della famiglia Monturós, è Eva stessa a dipingerne i membri in un certo modo durante la sua indagine, ma anche lei stessa e lo psichiatra Llull sembrano nascondere un altro ruolo dietro le maschere. È interessantissimo infatti leggere la storia, catturati dal giallo e quindi invogliati a sfogliare le pagine per saperne sempre di più, ritrovando poi proprio lo psichiatra intento a porre ad Eva le stesse domande che potremmo farci noi lettori.

Di seguito, l’articolo prosegue con alcuni elementi della trama.
Ma Io sono il loro silenzio non è semplicemente una storia che segue il giallo della famiglia Monturós, bensì anche quello dietro alla visita della stessa Eva. Il fumetto, seguendo la storia dal suo punto di vista, spesso e volentieri si perde in divagazioni, alcuni giri inutili e ripetizioni, frutto di una vita e una mente sregolate della giovane psichiatra. Man mano che si avanza nella storia questi elementi appariranno come la rappresentazione di una protagonista che forse tenta di nascondere al suo collega la sua condizione. Le risposte arrivano alla fine della storia, tra l’altro con una postfazione decisamente utile di Jordi Lafebre, che ringrazia alcune figure lavorative che lo hanno aiutato nella stesura della storia.
La protagonista rivela infatti di temere di essere affetta dalla sindrome bipolare, di cui era già affetta la madre. Una volta venuti a conoscenza di questo elemento si riesce a dare un contesto più preciso a molte stranezze che avvengono fin dalle prime pagine della storia: Eva sente davvero le voci delle sue parenti, i suoi comportamenti sono giustificabili a causa della sua possibile patologia e allo stesso modo un piccolo elemento che viene fatto notare nelle prime pagine acquisisce un senso, assumendo le connotazioni di una sorta di pistola di Čechov. Nella postfazione Jordi Lafebre ringrazia proprio figure professionali che l’hanno aiutato nella comprensione di questa patologia e specifica come sia importante parlarne nel modo corretto e con la giusta delicatezza.

La patologia conosciuta come Disturbo Bipolare è un disturbo dell’umore, inteso come
“quell’aspetto dell’attività psichica che conferisce coloritura affettiva a tutto quello che viene vissuto, coloritura che si esprime attraverso un continuum tra i due poli opposti dell’allegria e la tristezza” (Gilberti – Rossi, Manuale di Psichiatria VI edizione aggiornata, edito da Piccin, p. 327).
Esistono diversi tipo di disturbi bipolari descritti da diversi quadri clinici, decorsi e terapie. Eva nel corso della storia manifesta alcuni sintomi generici che possono anche essere attribuiti al disturbo bipolare, come abuso di alcool, aumento o perdita del sonno, isolamento o disinibizione nel contatto fisico, compromissione del rendimento lavorativo, impulsività e molto ancora. Seppur per diagnosticare con precisione questo disturbo psichiatrico è necessario affidarsi a sintomi più specifici, quelli elencati in precedenza sono molto utili nel fumetto per comprendere il plot twist finale.

Per quanto romanzata, la rappresentazione della condizione della salute mentale di Eva è sicuramente rispettosa della patologia. Jordi Lafebre non giudica mai Eva e non lascia al lettore particolari spiragli per farlo a sua volta: l’ambiente della seduta psichiatrica con Llull è confortevole, sicuro e rispettoso dei comportamenti di una persona che, senza una diagnosi, verrebbe additata come problematica. Io sono il loro silenzio, nell’identità stessa del titolo, assume un altro significato quando si scopre della possibile patologia di Eva e diventa un fumetto che svela il segreto del suo secondo giallo, portando il lettore a porsi domande su tutta una serie di patologie che ancora oggi vivono di un profondo e ingiustificato stigma sociale.
Nel caso in cui ci si rispecchi nella situazione di Eva, è sempre bene parlarne con un professionista.
Si ringrazia Graziano Gigante per i consigli sul tema.

Scheda tecnica
Autore: Jordi Lafebre
Data di uscita: 3 Nov 2023
Tipo prodotto: Libri
Prezzo: 22 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 21×28
Interni: Colori
Pagine: 112
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