Esistono delle storie che richiedono tempo. Quello impiegato nella loro realizzazione, quello per la loro lettura e quello indefinito della loro assimilazione, comprensione e rielaborazione. Contestualmente, esiste il tempo della storia e della narrazione, in termini di avvenimenti raccontati e ritmo a scandirne lo svolgersi. Burn Baby Burn di Lorenzo Palloni è una storia che si lega con il tempo, in molti modi diversi.
In primo luogo, il tempo ne è protagonista a livello produttivo, vista la sua gestazione durata tredici anni. Ma lo è anche a livello di contesto, con le Los Angeles del 1965 e del 1992 ad alternarsi in un noir urbano corale. I due anni sono collegati dal filo rosso delle sommosse a sfondo razziale. Poco conosciuti in Italia, i “Fatti di Watts” e le “Los Angeles Riots” furono esplosioni di violenza lunghe e vaste, sfogo del disagio nato dalla discriminazione ed i soprusi delle forze dell’ordine contro la popolazione afroamericana.
In questi due tempi e nei giorni di queste sommosse ha luogo Burn Baby Burn, il cui titolo richiama al motto dei manifestanti durante i fatti di Watts. La creazione di personaggi ed eventi fittizi inscritti negli eventi reali ne fa risuonare l’importanza, rendendo tangibile la violenza e concreto il senso di pericolo di quelle strade. Ai due tempi corrispondono due misteri, due “casi” da risolvere in un contesto folle, forse legati tra di loro, all’insegna di una tradizione squisitamente noir e quindi figlia del Paese in cui Burn Baby Burn è ambientato. I vincoli tematici delle rivolte si traducono in vincoli causali per i personaggi, facendo percepire le due sommosse come legate da un vincolo parentale, una madre celeste ed una figlia arancione.
Questa bicromia di complementari è una rappresentazione archetipica di freddo e caldo, collegati non ai toni della narrazione ma, ancora una volta, al tempo. L’ambiente è lo stesso, gli eventi simili, ma il 1965 è il freddo passato, cristallizzato nella memoria ed in grado di produrre dei fantasmi cui bisognerà pagare il tributo; il 1992 è il bruciante presente, arancione come le fiamme che divorano LA, in cui tutti i nodi vengono al pettine. Il colore è quindi mezzo comunicativo ma anche mezzo definitorio dell’ambiente, dei volumi, delle luci e delle ombre, tanto quanto lo è il nero, sfondo totalizzante di tutto il fumetto ed imprescindibile per l’immersione.
Tornando all’inizio, il tempo caratterizza quindi l’essenza più profonda di un fumetto, rendendolo in grado di comunicare come poco altro. La sua narrazione non può prescindere dal suo formato, di fatto l’unico confine fisico posseduto dal medium. La scelta di raccontare Burn Baby Burn con il formato orizzontale è perciò ardita, ma non fine a se stessa. Le strade di LA soffocate dalla violenza sono un ambiente perfetto per uno sviluppo in larghezza e profondità, piuttosto che in altezza. Anzi, non concedere al lettore una “via di fuga” verso l’alto ed addensare le informazioni e gli avvenimenti di ogni tavola creano un senso di ansia e urgenza, in grado di spingere sempre di più attraverso la lettura.
Burn Baby Burn è pressante, in grado di muoversi in maniera sinuosa e pericolosa come una fiamma nei tre di livelli di ritmo che lo compongono. Le singole tavole raramente reiterano la loro struttura e giocano sullo stringere ed allargare le vignette nella ricerca dei tempi perfetti; le due linee temporali si alternano nel ritmo con precisione chirurgica, cambiando scenario quando la curiosità per quello abbandonato è all’apice; il fumetto nel complesso si muove come un noir in fiamme, senza lasciare respiro, distendendosi solo nell’epilogo e solo per togliere il fiato in un modo diverso.
Nel suo spingere e nel suo bruciare, Burn Baby Burn non è solo una storia di discriminazione, ma una trattazione sulla violenza dell’essere umano. Come una malattia del raziocinio, la violenza deteriora i rapporti familiari, piaga le menti più giovani ed ottiene come unico risultato la distruzione. Anche la violenza è legata al tempo: ne sbiadisce i contorni, ne attenua la gravità, ma non la cancella mai dall’anima e a volte dal corpo. I ricordi si stratificano nella nostra mente così la violenza si stratifica nel tempo, tanto nella storia quanto nella Storia. Gli inneschi sono gli stessi, le dinamiche si reiterano in un ciclo d’odio in grado di portare solo altro odio. Cambiano gli attori in scena, ma le conseguenze della violenza rimangono. Alla fine, quando ogni mistero è risolto, quando ogni rivolta è placata e ogni fiamma è spenta resta solo una cosa: la morte. E per quella il tempo non può davvero fare nulla.
Scheda tecnica
Autore: Lorenzo Palloni
Data di uscita: 10 Nov 2023
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 29,00 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 255 x 180 mm
Interni: Col.
Pagine: 240