Il Nascondiglio – L’Ombra del Perduto, di Carmelo Campolo e Anna Riggi – recensione e intervista agli autori
Leggi qui la recensione di Giuseppe Inella
Leggi qui l’intervista a Carmelo Campolo e Anna Riggi
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– Durante uno degli innumerevoli voli pindarici pensando ai fumetti, aspirazioni future, editoria e tanto altro mi sono imbattuto in un albo di una nuova realtà del panorama fumettistico italiano, “Il Nascondiglio – L’Ombra del Perduto”, un grande volume a colori con 47 tavole inedite sulla forza dell’amicizia e sulla crescita, per adolescenti o chi si sente ancora tale. L’albo edito da DPS Comics, che si sta affacciando con proposte interessanti sul palcoscenico del fumetto italiano indipendente, nasce da un’idea di un gruppo di ex studenti della Scuola Internazionale di Comics di Firenze. L’albo uscito in anteprima a Lucca Comics and Games 2023 vede la luce grazie alla sceneggiatura di Carmelo Campolo e all’abile matita di Anna Riggi.
“L’Ombra del Perduto”, mi ha fin da subito appassionato grazie ai suoi disegni e ai suoi colori di grande impatto e al passo con i tempi, che strizzano l’occhio a quelli “disneyani”. I sopracitati colori, i font sbarazzini e i disegni dei personaggi, rappresentati con uno stile tondeggiante, conferiscono una morbidezza “accogliente”, ideale per intercettare l’interesse dei ragazzi.
I disegni però, non sono stati l’unica cosa ad avermi catturato: infatti, sin dalle prime pagine il fumetto mi ha condotto a non pochi spunti e riflessioni legate a questo nuovo capitolo della mia vita, in cui sono passato da docente di materia a docente di sostegno. Tra le tante chiavi di lettura che ci propone il fumetto infatti quella che subito mi è parsa più lampante c’è quella che accompagna i ragazzi a sperimentare cosa significa costruire una società inclusiva, dove ciascuno si senta accolto. Anna Riggi con la sua matita, infatti, dà vita a una moltitudine di esseri più unici che rari che, grazie a un nemico comune riescono a mettere da parte le loro diversità e a cooperare per un bene superiore.
Il volume ci racconta di Dino, un timido bambino di 10 anni, che si trasferisce con la sua famiglia a Campo Nero, il paesino di campagna in cui è nato il padre.
Mentre i suoi genitori disfano i bagagli, Dino si allontana per esplorare il prato sul retro della sua nuova casa, oltre il quale si estende un fitto bosco. Tra esso e la casa, un grande albero si erge solitario su un rilievo. Incuriosito, Dino si avvicina e farà la conoscenza di Eik un essere misterioso che lo coinvolgerà in una grande avventura. I protagonisti di questo fumetto come tutti gli adolescenti hanno sogni, progetti, paure, curiosità che li accompagnano durante le loro peripezie con quella leggerezza ed ironia che solo i ragazzi sanno avere nell’affrontare la complessità della vita. Alla fine, nonostante le divergenze di opinioni, la diffidenza iniziale e le diversità caratteriali, il gruppo capirà con il fluire degli eventi che l’amicizia può trionfare su ogni difficoltà e diventare un valore da difendere e preservare in modo imprescindibile.
“Il Nascondiglio – L’Ombra del Perduto”, come tutte le belle storie, ha un potere che a un primo sguardo potrebbe sembrare quasi un “difetto”. Gli autori infatti inseriscono le mani all’interno della “scatola dei giochi” e pescano a piene mani un gran numero di idee, riuscendo ad amalgamarle – nonostante la grande mole – con coerenza, mediante una trama semplice ma efficace. A mio avviso, è plausibile la volontà degli autori di voler continuare questo albo con nuove ed inedite storie.
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–Ringraziamo Carmelo Campolo e Anna Riggi per aver risposto alle domande di XtraCult.
Cosa ci avete messo di voi nell’albo?
Anna: Nel Nascondiglio c’è molto di me, delle mie cose, delle mie passioni e della mia famiglia. Ho inserito persone, citazioni e oggetti che conosco bene per omaggiare luoghi, amici e parenti. Molti di questi ‘pensieri’ saranno comprensibili solo a me (me ne rendo conto), ma chi mi conosce avrà notato, per esempio, la somiglianza del cagnolino di pezza – presente nelle prime tavole del volume – con un certo quadrupede che vive in casa mia.
Carmelo: Nei miei personaggi c’è spesso un po’ di me, come ad esempio la passione per i mostri di Dino che avevo da bambino (anche adesso in realtà). Inoltre alcuni eventi, non quelli sovrannaturali purtroppo, sono ispirati a fatti realmente accaduti.
L’albo è stato pensato per una specifica fascia di età? Si è voluto mirare a dei fini “pedagogici” come i valori dell’amicizia, la lealtà, l’inclusione, ecc.?
Carmelo: L’albo è stato concepito per un pubblico di bambini/ragazzi, ma la speranza è di poter intrattenere anche gli adulti che si sentono ancora tali. L’obiettivo è appunto questo, intrattenere. Anche se immagino che i miei valori personali saltino fuori in qualche modo attraverso le azioni dei personaggi, non è qualcosa a cui miro in particolare.
State pensando di continuare questa saga ampliando la macromitologia di questo fumetto? È un aspetto che sembra trasudare proprio da ogni pagina.
Carmelo: Assolutamente sì! Non voglio anticipare troppo, ma questo volume, come hai giustamente notato, mette le basi per le prossime avventure di Dino e compagni.
Cosa vi ha ispirato per la creazione della trama di questo albo?
Carmelo: La fonte principale di ispirazione è la mia infanzia. Mio padre mi portava con lui nei boschi la mattina presto e mia madre si preoccupava [ride]. Tra gli alberi, soprattutto prima dell’alba, c’era un’atmosfera quasi magica e un po’ inquietante su cui era bello fantasticare.
Come procede questo viaggio nel creare da zero una casa editrice che si occupa di fumetti?
Carmelo: Molto impegnativo, stressante e ammazza il mio tempo libero. Per fortuna sono assistito in questo percorso da artisti incredibili e da mia sorella che si occupa di tutta la parte social e di una fetta enorme dell’organizzazione. Senza di loro non saprei come fare.
L’albo recensito è stato cortesemente fornito dalla casa editrice.