Something is Killing the Children è la hit di casa BOOM! Studios, firmata da James Tynion IV alla scrittura, Werther Dell’Edera alle illustrazioni e Miquel Muerto ai colori. Vincitrice di tre Eisner Award, di cui due per la scrittura fra il 2021 e il 2022 e uno come miglior serie regolare nel 2022, questo fumetto è serializzato negli Stati Uniti dal 2019, mentre in Italia è edito a cura di Edizioni BD dal 2020. Al momento della stesura di questo articolo sono stati pubblicati sei volumi sia in patria che sul suolo italiano, grazie ad Edizioni BD che sta seguendo pedissequamente il lavoro svolto dai due autori.
La serie segue le vicende di Erica Slaughter, una giovane donna facente parte dell’Ordine di San Giorgio, un’organizzazione segreta che combatte creature mostruose in tutto il mondo. I mostri, infatti, esistono davvero e sono i bambini a farli nascere dalle loro paure, rendendoli invisibili agli adulti. Erica è una maschera nera della Casa del Massacro, negli Stati Uniti e ad un certo punto della sua vita tutto cambierà quando affronterà l’Ordine di cui fa parte e il modo in cui affrontano i mostri che continuano ad uccidere bambini innocenti.
Parlare oggi di Something is Killing the Children potrebbe essere più semplice che farlo al suo esordio, grazie al suo conclamato successo, eppure questo fumetto continua a dimostrarsi un vero e proprio “must read”, fin dai suoi primi numeri. La storia è ambientata negli Stati Uniti moderni, restituendo però delle vibes anni ’80 fin dalle sue prime pagine e riuscendo subdolamente a dimostrare subito le intenzioni dello sceneggiatore, che in parte si è rifatto allo stile di Stephen King per raccontare questa storia, al punto da inserire parti di sé stesso al suo interno.
Ma Something is Killing the Children è anche una storia di riscoperta, un fumetto d’azione che in molti suoi aspetti appare smaccatamente americano, non fosse per le chiare influenze giapponesi della mano di Werther Dell’Edera. Il disegnatore italiano, che ha militato principalmente per la Bonelli, cambia in parte il suo stile ispirandosi alle sue letture, tirando le linee in un modo diverso dal solito, sfruttando l’impostazione delle pagine in modo da creare una narrazione widescreen che sviluppa la narrazione su due pagine senza usare le splash page per una singola vignetta.
Senza ricercare necessariamente degli elementi di appeal nei confronti del pubblico, James Tynion IV e Werther Dell’Edera hanno confezionato un fumetto raro, capace di parlare a due mondi diversi, coniugandoli in un’unica storia capace di stupire e catturare l’attenzione. Dopo molti anni non è un mistero che il duo creativo lavori in uno stato di grande sintonia e rispetto reciproco: si deve ad esempio al disegnatore nostrano l’idea della bandana di Erica Slaughter, elemento che diviene caratteristico non solo per lei, ma per l’intero Ordine di San Giorgio. La forte identità visiva del fumetto, capace quindi di rendere riconoscibili i personaggi e le creature di questo mondo fittizio al lettore, sono frutto di un lavoro di coppia ben oliato e, incredibilmente, inedito, considerando che si tratta della prima collaborazione fra i due autori.
Something is Killing the Children partì come una mini-serie da concludere in cinque capitoli, tramutandosi poi in una serie da quindici capitoli per poi evolvere nello stadio finale di “ongoing series”, che nelle speranze di James Tynion IV dovrebbe concludersi intorno ai 75 capitoli. Lo sceneggiatore del Wisconsin ha comunque tenuto a ribadire in alcune interviste che, per quanto abbia in mente il finale della serie, nulla vieta che questo cambi man mano che la storia avanzerà, in base alle esigenze e ai gusti del duo creativo. Questi elementi non rappresentano una incertezza nel ritmo della serie, bensì confermano la forza creativa del duo che ha ben chiaro cosa vada raccontato con questo fumetto.
I primi capitoli di Something is Killing the Children descrivono bene il mondo in cui il lettore verrà calato, impostando da subito molti degli elementi cari a James Tynion IV in questa storia. Non solo l’horror e la tensione che ne derivano, ma anche un racconto generazionale, il bisogno di mettere a confronto i giovani con gli anziani. In questa storia la protagonista Erica Slaughter è un ponte fra le vecchie usanze del suo ordine, i cui ambienti direttivi sono popolati da persone anziane legate saldamente alle regole della casata, ed i bambini, le cui vite vengono distrutte da mostri che solo loro possono vedere.
Il punto cruciale della storia passa proprio attraverso la sua protagonista, che in aperto conflitto con delle regole che non la rappresentano e la incatenano decide di fare quella che per lei è la cosa giusta, mettendo a rischio la sua vita pur di evitare che altri bambini vengano ulteriormente traumatizzati. Al contrario, gli anziani a capo dell’Ordine di San Giorgio saranno ben felici di lasciarsi alle spalle una fila di cadaveri e bimbi traumatizzati dall’esperienza, pur di uccidere i mostri mantenendo un segreto che, probabilmente, potrebbe invece essere gestito in un altro modo.
Sarebbe comunque riduttivo parlare di Something is Killing the Children come di un fumetto incentrato sul conflitto generazionale, in quanto i due autori sono riusciti nel tempo a creare un universo vivo e pulsante, ricco di personaggi le cui storie personali si intrecciano con quella di Erica. Attraverso di loro il fumetto ottiene ogni volta una nuova voce, come nel secondo arco narrativo della storia in cui appaiono personaggi come Gabi e Riqui, affrontando con più decisione gli argomenti della malattia, della sessualità e dell’accettazione della morte. Senza scordare che il primo arco narrativo della storia riesce benissimo a parlare di bullismo e accettazione del diverso in un’altra accezione.
La chiave orrorifica della storia riesce a mutare forma in base alla necessità narrativa: parliamo di un fumetto dove una donna armata di motosega affronta mostri creati dagli incubi dei bambini, ma ciò in cui pongono fiducia i due autori non è tanto il gore di alcune scene, quanto la tensione generata. I personaggi intorno ad Erica non conoscono l’esistenza dei mostri, i bambini possono vederli ma non li comprendono, gli adulti sono ciechi al pericolo e gestiscono ciò che affrontano con la violenza e le certezze tipiche di chi ha vissuto per molti anni. Così il lettore si troverà sempre di fronte ad un possibile massacro, ad una possibile scelta sbagliata che porterà alla morte di qualcuno o alla scoperta di nidi di mostri stracolmi di cadaveri.
L’immaginario visivo proposto dai due autori per quanto riguarda i mostri riesce ad attingere alle paure più viscerali degli esseri umani, arrivando ancora una volta a creare una commistione fra oriente e occidente, con alcune idee che sembrano arrivare direttamente dai manga giapponesi. Appaiono invece decisamente occidentali i dialoghi imbastiti da James Tynion IV: asciutti, taglienti ed essenziali, gli scambi fra i vari personaggi non saranno mai lasciati al caso e difficilmente andranno a dilatare il tempo di lettura delle pagine. Il lettore avrà ampio margine di manovra per capire i sottotesti di molti dialoghi, coadiuvati da un ottimo acting dei personaggi, garantito dalla mano di Werther Dell’Edera.
Something is Killing the Children è a nostro avviso una delle migliori letture seriali di cui possiate fruire in questi anni. Si tratta di un fumetto potente nella sua narrazione, ricco di colpi di scena ben costruiti e capaci di scuotere il lettore, capace di creare una tensione che tolga il fiato. L’universo narrativo creato da James Tynion IV e Werther Dell’Edera è un mondo ricco di spunti che, infatti, sta venendo anche sfruttato grazie allo spin-off House of Slaughter, di una qualità tanto alta quanto quella del materiale di partenza. Abbiamo fra le mani quindi una storia che ha già dato tanto e che, nel corso del tempo, potrà dare tanto ancora.
Scheda tecnica
Autore: James Tynion IV & Werther Dell’Edera
Data di uscita: In corso
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 15 euro
Rilegatura: Brossurato
Formato: 17×26
Pagine: 160
Interni: Colori
SIKTC – finale volume 7
Questo aggiornamento dell’articolo prosegue con elementi della trama. Per chi non amasse spoiler, consigliamo inanzitutto la lettura del fumetto.
Con il settimo volume – dal titolo Scontro finale all’Easy Creek Corral – di Something is Killing the Children, si è concluso il secondo arco narrativo dell’opera incominciato nel quinto volume, “Benvenuti a Tribulation”. Negli Stati Uniti la pubblicazione del trentacinquesimo capitolo ha segnato l’inizio di uno iato durato diversi mesi e che si è interrotto con la pubblicazione del trentaseiesimo capitolo in questi giorni.
Quello che è successo nei volumi che vanno dal 5 al 7 è stato un rollercoaster di emozioni. L’introduzione di Gabi, Riqui e Cutter è stata una ventata d’aria fresca per la serie, ognuna delle tre donne ha portato qualcosa in più alla narrazione e il loro rapporto con la protagonista, Erica Slaughter, ha caratterizzato ancora di più la giovane.
All’inizio dell’arco narrativo James Tynion IV e Werther Dell’Edera davano l’idea di voler seguire uno schema prestabilito con l’arco narrativo precedente: Erica arriva in una città per cacciare mostri di cui il suo Ordine non si occupa, incontra il bambino o la bambina che hanno dato inizio alla cosa e, supportandoli, porta alla sconfitta delle creature. Questa volta però le cose sono andate in modo decisamente diverso!
Portandosi sulle spalle le conseguenze di quanto fatto fino ad ora, Erica ha finito per attirare su di sé l’ira del suo Ordine, che avvalendosi dell’aiuto della casata dei Cutter invierà un’assassina per liberarsi del loro problema. Così facendo gli autori sono riusciti ancora di più a mettere in scena la crudeltà e il marcio che Erica sta affrontando: nel corso dei capitoli infatti diventerà chiaro come le due famiglie, gli Slaughter e i Cutter, stiano semplicemente cercando di liberarsi reciprocamente di un peso. Erica è un pericolo per la sua casata, e ad ucciderla è stata mandata una donna instabile, una vera e propria serial killer, che la casata Cutter non riesce a gestire. La speranza delle due casate è che le Erica l’altra donna – che verrà sempre identificata solo dal cognome Cutter – si uccidano a vicenda.
Ora che il mondo narrativo di Something is Killing the Children è più delineato, la narrazione si fa più spedita e più incentrata sulla situazione che Erica deve affrontare, permettendo quindi di caratterizzare Gabi e Riqui senza fretta ed in modo dettagliato ed interessante. Le due donne continueranno ad essere perno di parte delle tematiche che la serie vuole affrontare, quindi l’identità sessuale, l’accettazione del prossimo e di sé stessi, tutte le complicazioni sociali derivanti dall’essere o diverso o parte di sobborghi abbandonati, così come lo scontro generazionale fra i giovani e i più anziani.
La terribile conclusione delle vicende, che porta sì all’uccisione del mostro partorito dalla mente di Gabi, a costo però della sua vita, è un pugno nello stomaco del lettore. Per tutti i quindici capitoli in cui si fa conoscenza con la bambina si arriva ad affezionarcisi, a sperare che esattamente come avvenuto nel primo arco narrativo, anche lei si salvi grazie ad Erica. Eppure alla fine è proprio il piano della cacciatrice ad ucciderla, in un vortice di sangue in cui moriranno il mostro, Gabi ed anche Cutter, non prima però di aver menomato la sua avversaria.
Seguendo quello che potrebbe essere un nuovo schema narrativo, Erica si deve dare nuovamente alla macchia, inseguita dalle conseguenze delle sue azioni. L’Ordine sa che è sopravvissuta e, nonostante il suo breve accordo con l’ex mentore e avversaria Cecilia, è sicuro che altri cacciatori torneranno per la sua testa. Mancando alla promessa di salvare Gabi, Erica si è anche assicurata l’inimicizia di Riqui, che molto probabilmente potrà trasformarsi in un arco di vendetta nei suoi confronti, senza contare che per quanto ne sa la polizia, è Erica stessa ad aver ucciso la bambina. Come se non bastasse, Erica ha perso l’unico supporto che aveva nell’ordine, ucciso da Cutter, che l’ha anche menomata ferendola alla tempia e potenzialmente impedendole per sempre di vedere i mostri.
Non stupisce affatto che dopo un arco narrativo così pieno, il duo creativo si sia dovuto fermare per pensare al futuro della serie per parecchi mesi. Werther Dell’Edera d’altronde ha dato il 110% nei quindici capitoli che formano i volumi dal 5 al 7, con tavole ricche, variazioni sulla sua modulazione della linea, inquadrature ardite, moltissima azione e gore. In buona sostanza, nessuno dei due – fra sceneggiatore e disegnatore – si è risparmiato per raccontare le vicende di Erica a Tribulation, scrivendo tre volumi incredibili che ora ci lasciano in attesa del futuro di questa serie.