Puntare tutto sui misteri e la loro risoluzione è una scommessa tipica non solo di un genere narrativo, ma anche di alcune storie che non ne fanno direttamente parte. Nel campo dei manga e degli anime il prodotto recente più popolare e discusso che ne fa uso è senza dubbio L’Attacco dei Giganti. Allo stesso modo, la storia di Heavenly Delusion crea un mondo intrigante e gioca con lo spettatore con i suoi bellissimi misteri.
Tratto dal manga di Masakazu Ishiguro, l’anime di Heavenly Delusion, disponibile su Disney+, si presenta in una veste estetica di livello, grazie al lavoro di design e animazioni di Production I.G. Questo studio ha prodotto, da sé o come collaboratore, decine di titoli animati; tanto per citarne alcuni Ghost in the Shell di Mamoru Oshii, Haikyu!! e lo spezzone animato in Kill Bill.

Il contesto di partenza è un sempre funzionante post apocalittico, in cui la civiltà è collassata e si sopravvive come si può. Come ci si è arrivati? Un enigma. Cosa sono i mostri che infestano luoghi e strade, divorando gli esseri umani? Un segreto. Allo stesso modo risultano oscure le origini di Maru, uno dei due protagonisti, mentre più chiare son quelle di Kiriko, l’altra protagonista con cui Maru viaggia. Fin qui non c’è nulla di realmente innovativo, si tratta di un quindicenne ed una ventenne in viaggio per trovare un luogo chiamato Paradiso. Un elemento inserito con intelligenza, però, è la seconda storyline. Si tratta di altri ragazzini, isolati in una scuola all’interno di una immensa cupola, in cui sono presenti tecnologie avanzate ed incomprensibili.

Logica vuole che se si inserisce in una storia un contesto così chiuso, come appunto un’enorme cupola o delle mura, lo spettatore si chieda cosa c’è oltre. Il punto però è non sapere nemmeno dove, o quando. La narrazione di questo secondo punto di vista focalizza l’attenzione sugli elementi incomprensibili, ma senza lasciar intuire se le vicende si sviluppino in un tempo diverso rispetto al viaggio di Maru e Kiriko.
Se quindi lo spettatore gode di un punto di vista privilegiato, è altresì vero che aumentano le domande. La costruzione del mistero e la sua (parziale) risoluzione passa attraverso l’uso di indizi incrociati, utili a chiarire uno dei punti di vista tramite l’altro. Indizi peraltro di varia natura, talvolta esplicitati tramite racconti, dicerie, mezze frasi in apparenza inutili. Il numero cresce con il tempo, raggiungendo una soglia critica, in cui nulla sembra avere senso, per poi iniziare a sbrogliare la matassa. Per quanto la prima stagione non chiuda la storia e lo stesso manga sia ancora in corso, delle domande trovano risposta, ma si lascia allo spettatore il compito di ricostruire i pezzi e metterli assieme, visto anche il grande uso della narrazione visiva.
A questo accrocco folle di misteri post apocalittici di ambientazione sci-fi si accompagna un registro narrativo horror. Gli Hiruko, questi mostri mangia-uomini, sono inquietanti ibridi biologici deformi, dalle capacità soprannaturali ed in apparenza inarrestabili. La loro funzione narrativa è triplice: metaforica, generatrice di momenti action ad appunto puramente orrorifica. L’ansia che creano è genuina, la repulsione ancora di più, le uccisioni sono cruente e brutali, ma prive di volgare voyeurismo splatter. È affascinante poi come, una volta arrivati a fine stagione, il punto di vista sugli Hiruko cambi completamente.

Per chiudere il cerchio su un prodotto riuscito su ogni aspetto mancherebbero un paio di cose: estetica e personaggi. Inutile dirlo, Heavenly Delusion ha successo su entrambi i fronti. Production I.G lavora benissimo sui design di personaggi e mostri, entrambi riconoscibili. L’uso della CGI è limitato a pochi elementi, mai invasivo ed abbinato ad un cel shading utile all’integrazione con gli elementi 2D. Sorprende ancor più la regia; le inquadrature sbilenche ed il montaggio valorizzano i momenti di tensione, orrore ed ansia, quelle più ravvicinate accompagnano le espressioni dei personaggi per meglio descriverne le emozioni.
I personaggi chiudono quindi questo cerchio. La costante per tutti loro è la ricerca dell’identità. In molti casi, seppur declinati in modi diversi, questo è legato all’ignoranza sulle proprie origini o al vivere in un mondo chiuso rispetto a chi ci abita. Sia in senso fisico, con la cupola della scuola che preclude la vista del cielo, sia in senso metaforico grazie all’ambiente post-apocalittico. Questo nucleo tematico determina diversi percorsi individuali e molte delle reazioni dei personaggi agli eventi. Eventi che, molto spesso, saranno sconvolgenti, aprendo a tematiche inaspettate per le premesse del prodotto, ma comunque ascrivibili al suo genere. Starà al futuro finale della storia stabilire quanto e come saranno approfondite, ma le potenzialità sono enormi.
Heavenly Delusion è quindi un anime riuscito in ogni aspetto, che unisce personaggi e tematiche di spessore ad un mondo affascinante, per mezzo di una narrazione potente e di un comparto tecnico notevole, in grado di guidare attraverso molti, meravigliosi, misteri.
