BLEACH: THOUSAND-YEAR BLOOD WAR
Clicca qui per la recensione a cura di Francesco Ariani (7 ottobre 2023)
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Bleach TYWB – Un secondo cour pieno di sorprese
Da pochi giorni si è concluso il secondo cour dell’anime di Bleach: Thousand – Year Blood War, con un totale di 13 episodi, esattamente come nel cour precedente. Allo stesso modo, gli ultimi due episodi, il 25 e il 26, sono stati trasmessi nella stessa giornata sulle reti giapponesi, elemento che ci è utile conoscere per una valutazione.
Il cour adatta più o meno i capitoli del manga che vanno dal 543 a metà del 609, operando un gran numero di cambiamenti e aggiungendo materiale inedito, tagliando scene ritenute superflue o spostando l’ordine di alcuni eventi.
A tal proposito risulta necessario fare una digressione sul manga di Bleach e su quello che fu un finale decisamente sfortunato: l’arco narrativo che sta venendo adattato al momento non ha avuto una vita facile in corso d’opera e, al momento, l’accoglienza in seno al pubblico è decisamente tiepida. Gli ultimi anni di pubblicazione di Bleach vennero segnati da un graduale e catastrofico calo del gradimento sulla rivista su cui veniva pubblicato, oltre che da un calo di vendite dei volumi. Se questi sono dati riscontrabili, ciò che non lo è fu il viscerale odio del pubblico per moltissimi elementi dell’arco narrativo.
L’autore, Tite Kubo, creò un enorme parco personaggi nuovo di pacca per questo arco narrativo, finendo per approfondire pochi di loro e addirittura lasciare una certa aura di mistero intorno alle motivazioni e alle azioni di alcuni tra i principali, come il main villain Yhwach. Questo, insieme ad una generale accelerazione della narrazione, portò il pubblico a disconoscere Bleach per molti anni, salvo rivalutarlo nel corso del tempo, tanto per nostalgia quanto per via di un’analisi decisamente più accurata. Quando poi venne annunciato il tanto atteso adattamento dell’ultimo arco finale, evento che in molti credevano impossibile, l’entusiasmo che serpeggiava fra il pubblico era palpabile e trascinante.
Questa digressione è necessaria perché proprio a seguito di tutto questo entusiasmo, risulta decisamente triste constatare come questo secondo cour sia stato male accolto da una parte del pubblico, al punto da aggredire verbalmente parte dello staff di Pierrot su X – ex Twitter – a causa di alcune scene tagliate. Come detto in precedenza, infatti, l’adattamento ha eliminato alcune scene del manga, nello specifico parliamo di alcune gag ma soprattutto alcuni dialoghi e comportamenti decisamente sopra le righe nei confronti di un personaggio femminile che appare nelle puntate. Elementi simili, che sono tutto sommato connaturati ad una narrazione giapponese che è ormai abituata a questo umorismo per noi anche offensivo, potevano essere facilmente tagliati senza danneggiare le puntate.
Ma andando oltre i comportamenti maleducati di una fetta di pubblico, questo cour merita di essere analizzato nel dettaglio con cura e attenzione, per rispetto soprattutto nei confronti di uno staff come quello di Pierrot e per lo stesso autore, Tite Kubo, che evidentemente si sono impegnati al meglio delle loro capacità.
Abbiamo già parlato su questo sito del cour precedente e in termini di animazione, non sono stati fatti passi indietro in queste 13 puntate, per quanto forse neanche avanti. La star indiscussa del primo cour fu l’episodio chiamato The Fire, che adattò lo scontro fra Genryusai Yamamoto e Yhwach, regalandoci delle animazioni mozzafiato e risultando in definitiva uno dei migliori episodi del 2022 nell’animazione seriale. Questa stagione, purtroppo, manca di un episodio talmente esplosivo, nonostante sia effettivamente composta da una lunghissima serie – quasi ininterrotta – di battaglie all’ultimo sangue che avrebbero potuto godere di un tale livello di animazione.
Ciononostante, il risultato finale delle tredici puntate è decisamente ottimo, i character design di Kubo sono stati pienamente rispettati e risultando solidissimi per tutta la stagione, ogni frame è curato, c’è una stupenda profondità di campo in molte scene che lo necessitavano per la presenza di elementi ingombranti nell’inquadratura e c’è molto altro ancora. Questo cour probabilmente ha fatto un uso più massiccio di CGI, ma questa è stata perfettamente integrata nelle scene senza risultare fastidiosa o fuori luogo. Fra i vari esempi viene in mente proprio uno nelle prime puntate, ovvero il bankai del capitano Komamura. Proprio per via della sua natura ultraterrena, l’utilizzo della CGI per realizzarlo lo rende perfettamente integrato alla narrazione, senza considerare che parliamo comunque di un elemento davvero ben animato, considerando quei pochi istanti in cui compare.
Ancora una volta è il caso di lodare il compositing e la fotografia della maggior parte delle scene ed il sound design di questo secondo cour, a nostro avviso esente da qualsiasi critica e capace di immergere alla perfezione il fruitore nell’azione. Un pratico esempio è il suono scelto per la tuta del capitano Myuri Kurotsuchi, che in questo cour cambia design vestendo una stramba tuta abbagliante, che nell’anime appare fatta di cristallo proprio grazie al suono che produce ad ogni passo e movimento. Lo stesso si potrebbe dire per molte peculiari tecniche usate da diversi personaggi, ognuna delle quali ha ricevuto un trattamento specifico con dei suoni estremamente immersivi.
Dal punto di vista sonoro è quasi scontato, a causa della sua fama, quanto necessario nominare ancora una volta Shirō Sagisu, le cui soundtrack sono state usate in modo perfetto per dare la giusta spinta ad ogni scena, rendendo dei dialoghi taglienti ancora più penetranti, o alcune scene come il finale della puntata 25 un vero e proprio spettacolo angelico. Le profonde differenze fra le soundtrack dedicate agli shinigami e quelle dedicate ai Quincy ed Ywatch sono un elemento splendido sul quale soffermarsi, che chiarisce molto bene le intenzioni stesse di Tite Kubo nella rappresentazione di alcuni personaggi e delle loro psicologie.
L’articolo prosegue da qui in poi con elementi della trama
Come già detto comunque, l’elemento più interessante della stagione sono proprio i numerosissimi cambiamenti apportati alla narrazione, con una corposa aggiunta di materiale originale utile sotto diversi punti di vista. In questa sede per comodità di lunghezza preferiremo concentrarci su un paio di aggiunte, decisamente più utili alla coerenza interna dell’opera, rispetto ad altre. Parliamo infatti delle intro presenti nel primo episodio del cour e nell’undicesimo, oltre a tutte le outro dedicate ad Ichigo e al suo allenamento nel palazzo di Reio.
L’intro del primo episodio, che verrà poi ripresa più volte, mostra in modo onirico e inquietante la nascita di Yhwach, rappresentando concettualmente il suo legame con qualsiasi essere vivente. Questo elemento era chiaro anche nel manga, per quanto questa rappresentazione originale pensata per l’anime rende ancora più chiaro il concetto, ancor prima che venga chiaramente espresso dal villain. Nel caso della intro dell’episodio 11 invece ci viene offerto quasi un minuto e mezzo di chiarimenti continui: grazie a quel minuto e mezzo diviene comprensibile come Yhwach fosse stato indebolito e sconfitto mille anni prima, risulta chiaro come sia entrato in possesso di un oggetto che verrà ripreso nel terzo cour e soprattutto vengono chiariti diversi aspetti della sua caratterizzazione.
Seppur i fan di Bleach conoscano il nome Reio fin dalla prima metà del manga, è anche vero che non lo si era mai visto, né la sua esistenza ed il suo scopo erano mai stati chiariti. Con quel materiale originale, in modo ovviamente caotico ma anche intrigante, viene mostrato con dei flash come Reio sia arrivato ad essere così importante e ci viene seguentemente spiegato che è proprio la sua esistenza a tenere in equilibrio l’universo narrativo di Bleach. Al contempo viene chiarito che Yhwach è il figlio di Reio e che le sue intenzioni verso di lui e gli shinigami non sono frutto di una vendetta, bensì un tentativo estremo di cambiare l’ordine del mondo e negare la morte stessa, di cui gli esseri umani sono perennemente terrorizzati.
Questi aspetti della caratterizzazione di Yhwach non sono nuovi per un lettore attento del manga, ma sarebbe decisamente fuori luogo affermare che Tite Kubo spiegò con chiarezza questi elementi, rendendo infatti Yhwach un villain eccessivamente criptico. Per quanto riguarda le outro che riguardano l’addestramento di Ichigo, anche in questo caso parliamo di flash che in modo disordinato e caotico lasciano presagire diverse cose al fruitore, dando perfettamente l’idea di come il protagonista della storia sia stato sottoposto per un test al fine di capire se fosse in grado o meno di sostituire Reio nel momento del bisogno. In ultima analisi, va detto che le aggiunte di cui abbiamo parlato e anche molto altro materiale originale strizza l’occhio ad elementi che verranno ripresi più avanti nel corso della narrazione e che, per lettori del manga, non rappresentano quindi una novità quanto un elemento chiarificatore e di maggiore coesione narrativa per questo arco finale.
Se quanto detto fino ad ora può apparire come un’analisi entusiasta della stagione, che appare così senza difetti, la realtà è che ovviamente queste tredici puntate sono lontane dalla perfezione. Inevitabilmente, per compatibilità al materiale originale, molti personaggi presentati anche nel cour precedente finiscono per avere poco screentime e risultare quindi decisamente insipidi, nulla più che design intriganti sfruttati per qualche baruffa. La stagione presenta inoltre un ritmo talmente forsennato che si ha poco tempo per digerire tutto ciò che si vede e, come già detto, la mancanza di un episodio capace di rompere Internet con la sua qualità si è fatta sentire. Risulta per noi poco comprensibile inoltre perché i due episodi finali siano stati palesemente pensati come un unico lungo speciale da 40 minuti, se poi in definitiva questi sono stati divisi nelle piattaforme di streaming e anche nella trasmissione giapponese dalle interruzioni pubblicitarie.
Il finale di stagione in sé è un elemento divisivo: per chi come noi è consapevole del materiale originale e di cosa avverrà in seguito, le ultime due puntate sono state un’altalena di fortissime emozioni e stupore, garantite da scontri inediti ben animati. L’attesa per quello che sarà l’inizio del terzo cour è altissima, consci di cosa verrà mostrato e quindi delle potenzialità che gli animatori avranno fra le mani. Ciononostante è comprensibile che un fruitore che sia all’oscuro di quanto avvenga nel manga, potrebbe essere disilluso per un finale che chiaramente verrà ribaltato fin dall’inizio della prossima stagione, a maggior ragione con la consapevolezza iniziale che questo prodotto animato è stato pensato per un totale di 4 stagioni.
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BLEACH: THOUSAND-YEAR BLOOD WAR
L’ANIME DI SUCCESSO INTERNAZIONALE BASATO SUL MANGA DI TITE KUBO ARRIVA SU DISNEY+
Dal 5 luglio disponibile la prima parte completa e a partire dall’8 luglio 2023 la seconda parte con un episodio a settimana
21 giugno 2023 – Disney+ ha annunciato che BLEACH: Thousand-Year Blood War, l’anime di successo internazionale basato sul manga di Tite Kubo e prodotto da VIZ Media, leader mondiale nella produzione di anime e manga, arriverà sulla piattaforma streaming. La prima parte completa sarà disponibile dal 5 luglio mentre a partire dall’8 luglio 2023 debutterà la seconda parte con un episodio a settimana.
L’anime è disponibile sulla piattaforma Disney+: https://www.disneyplus.com/it-it/series/bleach-thousand-year-blood-war/4Afet1Q421gy
Serie manga pluripremiata e bestseller, “BLEACH” ha superato i 130 milioni di copie stampate dal suo debutto su Weekly Shōnen Jump (2,7 milioni di copie negli Stati Uniti), mentre l’anime ha prodotto 366 episodi e ad oggi è considerato uno dei più grandi di tutti i tempi.
BLEACH: Thousand-Year Blood War segue Ichigo Kurosaki, che ha acquisito i poteri di un Mietitore di Anime grazie a un incontro fortuito. In quanto mietitore di anime sostitutivo, Ichigo è rimasto coinvolto nel tumulto della Soul Society, un luogo in cui si riuniscono le anime defunte. Ma con l’aiuto dei suoi amici, Ichigo supera ogni sfida e diventa ancora più forte. Quando nuovi Mietitori di Anime e un nuovo nemico appaiono nella sua città natale, Karakura, Ichigo torna sul campo di battaglia con la sua Zanpakuto per aiutare i bisognosi. Nel frattempo, la Soul Society assiste a un’improvvisa impennata nel numero di Hollow distrutti nel mondo dei vivi, ricevendo anche altre segnalazioni di scomparsa di residenti nel Distretto di Rukon. Infine, il Seireitei, patria dei Mietitori di Anime, viene attaccato da un gruppo che si fa chiamare Wandenreich. Guidati da Yhwach, il padre di tutti i Quincy, i Wandenreich dichiarano guerra ai Mietitori di Anime con il seguente messaggio: “Tra cinque giorni, la Soul Society sarà annientata dal Wandenreich”. La storia e la verità tenute nascoste dai Mietitori di Anime per mille lunghi anni vengono finalmente portate alla luce. Tutto deve giungere a una conclusione: che la battaglia finale di Ichigo Kurosaki abbia inizio!
Oltre al manga acclamato dalla critica e all’anime leggendario, l’universo di “BLEACH” comprende videogiochi, musical e un adattamento cinematografico live-action, che rende “BLEACH” molto più di un semplice franchise fino a farlo diventare un punto di riferimento culturale per milioni di fan in tutto il mondo.
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Comunicato, video e immagini dagli Uffici Stampa The Walt Disney Company Italia, Opinion Leader, Cristiana Caimmi.