Li troviamo solo quando sono morti è un fumetto sci-fi scritto da Alw Ewing e illustrato da Simone Di Meo, che si è anche dedicato ai colori e alle copertine dei vari capitoli. La prima pubblicazione della storia risale al tardo 2020 in America, dove la coppia di autori ha lavorato per BOOM! Studios, mentre in Italia Edizioni BD ha edito il primo volume nel corso del 2021, arrivando a pubblicare il terzo e conclusivo capitolo della saga nel corso di questo 2023.
L’anno era il 2367, l’umanità si è diffusa nell’universo, mantenendo gli stessi comportamenti che aveva sul pianeta Terra, sfruttando qualsiasi risorsa fino al completo esaurimento e dedicandosi attivamente alla guerra. Da anni l’uomo continua a rinvenire nello spazio giganteschi alieni in armatura, puntualmente privi di vita: da essi, l’umanità ricava ogni genere di risorsa per sostentarsi, dalla carne fino a minerali preziosi. Georges Malik è il capitano della nave autoptica Vihaan II, ed insieme al suo equipaggio lotta con navi simili per accaparrarsi pezzi di divinità, ma questa vita è troppo stretta tanto per lui, quanto per il suo equipaggio.
Prima di addentrarci nell’articolo teniamo a specificare che non ci saranno spoiler di sorta all’interno, per quanto si cercherà comunque di trattare l’interezza del lavoro svolto da Al Ewing e Simone Di Meo. Li troviamo solo quando sono morti è in tutto e per tutto una epopea sci-fi che racchiude al suo interno tutta la voglia di stupire dei due autori, entrambi concordi nell’intenzione di puntare non tanto ad un orrore cosmico, quanto ad un effetto di stupore cosmico. La distinzione fra i due obiettivi è netta, ma verso quale dei due si indirizzi la storia non è ovvio fin dall’inizio: d’altronde leggere di un fumetto in cui gli umani saccheggiano cadaveri di divinità spaziali può far pensare di trovarsi di fronte ad una rivisitazione lovecraftiana in salsa sci-fi.
A discapito delle apparenze però, fin da quando viene mostrato per la prima volta un dio senza vita la matita di Simone Di Meo riesce a riempire gli occhi di stupore, le enormi figure che si stagliano nel buio dello spazio di fronte alle navi autoptiche risultano aliene, ma simili a noi, magnifiche da osservare ma melanconiche nel loro stato di morte. Tutto di Li troviamo solo quando sono morti punta a far aprire la bocca al lettore, dalle grandi divinità ai vascelli spaziali, fino alle stazioni ricche di luci artificiali. In questo contribuiscono alacremente sia la mano esperta di Simone Di Meo che la carta utilizzata per l’edizione italiana, di ottima qualità al punto da far quasi apparire le tavole come retroilluminate.
Ma questo fumetto non è solo luci al neon e tavole mozzafiato, bensì anche dialoghi intriganti su temi morali complessi, tradimenti, amore e molto altro ancora. In un intreccio abbastanza semplice, non fosse per un continuo alternarsi fra presente e passato, l’autore ha inserito in questa storia tutto ciò che lo stava interessando all’epoca della stesura. Va sottolineato infatti che all’epoca, nel 2020, l’autore statunitense stava anche lavorando su Immortal Hulk e i Guardiani della Galassia, confezionando in entrambi i casi due run splendide e generalmente molto apprezzate.
Nonostante entrambe stessero raggiungendo il gradimento del pubblico, oltre che esprimersi nel miglior modo possibile, Al Ewing riteneva di essere in qualche modo ingabbiato dal dover usare personaggi non suoi un universo narrativo con molti paletti. Proprio questa sensazione ha dato il via a Li troviamo solo quando sono morti, il primo progetto dell’autore per la casa editrice BOOM! Studios. Il piano infatti era trattare temi molto simili a quelli affrontati nelle due run della Marvel, ma senza alcun tipo di limitazione, in un mondo narrativo creato ad hoc che si potesse quindi piegare alla naturale evoluzione della storia.
Partendo da questa idea quindi Al Ewing ha giocato con la sua storia e con i lettori, ha messo in scena conflitti nello spazio per amore, per vendetta o semplicemente per il desiderio di potere, quando il cuore della sua storia è il tema profondo della vita e della religiosità. Man mano che i capitoli si susseguono i personaggi in gioco avranno sempre di più a che fare con questi fantomatici dei defunti, cercando di comprenderli e, tramite questa comprensione, dare un senso alla propria vita.
Alcuni passaggi relativi soprattutto al protagonista Georges Malik sono splendidi, figli di una scrittura del personaggio profonda e capace di riflettere i suoi dilemmi nel lettore. Leggendo Li troviamo solo quando sono morti ci si troverà spesso a porsi le stesse domande dei personaggi, ritrovandosi ad avere grandi difficoltà a darsi delle risposte a riguardo. Ciò che resta persino sul finale è proprio lo stupore, in ogni senso possibile, totalizzando la lettura e chiudendo il cerchio in modo un po’ contorto ma soddisfacente.
Senza ombra di dubbio non era intenzione dei due autori camuffare una dissertazione filosofica da fumetto, eppure sono riusciti a creare qualcosa di molto complesso ma allo stesso tempo non per forza complicato. Li troviamo solo quando sono morti è sicuramente una lettura da fare a mente ben accesa, sia per immagazzinare le numerose informazioni fornite in ogni pagina, sia per elaborarle nel migliore dei modi, così da cercare di capire cosa gli autori volessero comunicare, o darsi comunque una risposta che valga da sé.
Scheda tecnica
Autore: Al Ewing & Simone Di Meo
Data di uscita: 5 Mag 2023
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 15 euro
Rilegatura: Brossurato
Formato: 17×25
Interni: Col.