Un dibattito aperto negli ultimi decenni riguarda quanto i generi siano solo delle etichette utili nel commercio e quanto invece sottendano un insieme di stilemi narrativi, aldilà del medium che si vada ad analizzare. In tal senso, The Divided States of Hysteria di Howard Chaykin si inserisce nel genere della satira, ma così acida e cattiva da quasi non sembrarlo. Possiede inoltre elementi che si assocerebbero al genere action, con una spruzzata di pulp ed un sentore alla Suicide Squad.

Il punto però è come quanto questo fumetto sia abbondante, ricolmo di elementi e scomodo per i benpensanti. Chaykin si appoggia alla libertà artistica offerta dalla Image Comics per non censurare violenza e nudità in alcun modo, ma soprattutto per sentirsi libero di criticare “l’America” quanto e come desideri. L’aria da satira, con un che di parodistico, si respira grazie alle situazioni al limite dell’assurdo, il costante turpiloquio e i character design quasi caricaturali. Con il suo tratto impattante e talvolta rabbioso Chaykin delinea degli Stati “Uniti” sull’orlo del collasso dopo un attacco terroristico che rade al suolo New York.

L’isteria del titolo è palpabile attraverso tutti gli States, delineati con precisione ed attenzione e teatro di violenze tra gruppi politici, etnici e religiosi tanto disparati quanto arrabbiati. Nelle città di questo fumetto non c’è spazio per il bene ed il male, gli emarginati e gli oppressori, ma la violenza travolge e distrugge tutto, appiattendo le motivazioni di chiunque e rendendo tutti parte di un popolo completamente annientato dalla distruzione della città che non dorme mai, e dal conseguente collasso economico e finanziario dell’intero Paese.


Questo substrato di violenza collettiva ed il rumore costante causato dai social trovano espressione nel lettering, vera perla creativa ed espressiva dell’opera. Tale componente è forse la più trascurata nel medium del fumetto, ma qui è innegabile come questa storia avrebbe forse metà del suo impatto se non fosse per il lavoro di Ken Bruzenak. Per gli aspetti tecnici e descrittivi sono sufficienti le pagine presenti in appendice al volume, alle quali andrebbero solo aggiunti dei complimenti per il lavoro(ne) di adattamento in lingua italiana da parte di saldaPress.

Questa abbondanza di “scritte” funge da vero e proprio rumore di fondo alla storia, infatti si declina in varie modalità e ne narra da sé la componente “social”. In più aiuta ad inquadrare il contesto ed il luogo e riesce ad interfacciarsi con onomatopee e balloon arricchendo i disegni ma non coprendoli. La scelta minimale per forme e contorni dei balloon consente alleggerisce delle pagine già densissime di contenuto e cariche di elementi visivi, dove gli strati di sceneggiatura talvolta sovrappongono tre livelli di narrazione allo stesso tempo.

La voce narrante irrompe poi costantemente nella narrazione, ma non narra. O comunque, narra pochissimo. Questo narratore, che non è dato sapere se omodiegetico o meno, guida il lettore attraverso la stratificazione della narrazione con considerazioni di natura storica e politica. Non avendo veri e propri elementi di mistero, è questo intervento esterno a creare aspettative e curiosità. Di cosa parlerà la voce nel suo prossimo intervento? Del rapporto dei cittadini con una determinata città? Della nascita genocida degli States? Ogniqualvolta che quei balloon blu compaiono si creano nuove riflessioni, che si intrecciano ed interfacciano con gli eventi che dialoghi e disegni mettono in scena. La schiettezza con cui tale narratore sbatte in faccia al lettore alcuni fatti non lede comunque l’acida ironia che pervade The Divided States of Hysteria.

Infatti, fino alla fine gli eventi continuano ad incedere con un crescendo di assurdità, fino ad arrivare ad un finale definitivamente distruttivo per l’eroe americanoide medio. Il protagonista Frank Villa è infatti lo stereotipo del protagonista americano action medio: FBI, moglie, figli, amante e soldi. Peccato che la sfortuna (o forse il libero arbitrio?) ci mettano lo zampino e portino il caro Frank verso un finale sarcastico e coerente, ma che sovverte alcune “sacre regole” di questa tipologia di personaggio.

Tirando le fila, The Divided States of Hysteria è un’esperienza divertente e delirante, ma molto solida nella costruzione e capace di veicolare con la satira politica una decostruzione del mito americano, tanto storico quanto moderno, portando così alla luce l’ipocrisia della nazione più ricca ma forse più subdolamente divisa al mondo.

Scheda tecnica
Autore: Howard Chaykin
Data di uscita: 31 Mar 2023
Tipo prodotto: Fumetti
Prezzo: 25 euro
Rilegatura: Cartonato
Formato: 180 x 275 mm
Interni: Colori
Pagine: 160

Si ringrazia saldaPress per le tavole.