Reverie di Golo Zhao – recensione
Uno scrittore giovane ed alle prime armi. Il mondo di idee nella sua testa e di visioni davanti ai suoi occhi. L’ultima sua notte a Parigi prima di tornare in Cina. Un sentimento forse da confessare, forse solo da vivere. Nella dolcezza di uno slice of life che racconta tutto o forse nulla vive Reverie di Golo Zhao. Un titolo promettente, che indica nel linguaggio della critica letteraria proprio uno stato di abbandono alla fantasticheria.
In questo stato si accavallano storie e visioni, che viaggiano fra generi e personaggi partendo dalla fonte comune della fantasia del protagonista. Nell’arco di poche pagine personaggi non presentati vivono le loro storie, che finiscono senza sapere come siano iniziate. Una coppia di adolescenti innamorati, l’ultima coppia sulla Terra o forse lo stesso protagonista con i suoi idoli.
Ad accomunarle non è solo la maternità comune, ma un’unità stilistica e cromatica, in grado di elevare un “fumetto senza trama” ad un’esperienza da vivere d’un fiato. Zhao è un autore poliedrico, in grado di unire le forme dei volti tondeggianti e delicate di ispirazione giapponese ad un amore per l’ambientazione ed una struttura della tavola semplice e fissa di ascendenza europea.
La Parigi di Zhao assume un sapore fiabesco e nostalgico, divenendo quasi un personaggio a sé stante più che un semplice sfondo, al punto da “farsi da parte” quando le altre storie si innestano nella principale. In queste si cambia genere ma non registro narrativo, mantenendo eleganza e dolcezza, anche se la natura della storia può vertere sul comico oppure tendere al tragico.
Le sensazioni che fa vivere Reverie sono veicolate poi dalla singolare scelta cromatica di Zhao, che su un uniforme sfondo ocra inchiostra utilizzando i neri ed i bianchi e solo occasionalmente fa apparire sfumature del colore di fondo o altre tonalità. In questo modo le pennellate di bianco riescono sia ad evidenziare degli elementi che a cooperare con i neri per creare delle meravigliose modulazioni di luce e donare volume ai corpi e agli oggetti. Semplicità del paneling, morbidezza del tratto e un uso della sintesi che non rinuncia comunque alla definizione di personaggi ed ambienti aumentano poi l’immersione nel flusso della narrazione.
Non spezza il ritmo la scelta di inframezzare con capitoli autoconclusivi le “altre” storie a quella “principale”. I continui cambi di genere, i personaggi ricorrenti (adorabile il detective) e delle inaspettate quanto visivamente meravigliose sequenze oniriche fanno chiedere quale sia il fine ultimo di questa non-storia.
Il tutto si concretizza in una meravigliosa sequenza, cui l’autore suggerisce un accompagnamento musicale, considerabile il leitmotiv della storia. La Rêverie di Claude Debussy sintetizza alla perfezione lo stato d’animo del fumetto, quel misto di nostalgia, forse rimpianto, ma anche sollievo e gioia. Una selva di sentimenti e desideri che attraversano il protagonista, materializzati nelle storie che crea e portati al loro climax dalla sinestesia che può generare l’ascolto della Rêverie sincronizzato all’ascolto che il protagonista ne fa.
Quella che Zhao crea è un’opera semplicissima, preferendo generare uno stato d’animo rispetto al veicolare i temi, un misto di influenze il cui scopo ultimo è forse quello di far giungere alla Reverie il lettore, regalando pertanto un’immersione spensierata in una storia dolce e delicata.
Scheda tecnica
Autore: Golo Zhao
Data di uscita: 29 Giu 2017
Tipo prodotto: Libri
Prezzo: 19 euro
Pagine: 232
Rilegatura: Brossurato
Formato: 17×23
Interni: Bicromia