Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time di Hideaki Anno- recensione

Neon Genesis Evangelion è un anime prodotto dallo studio Gainax e Hideaki Anno, una serie di stampo mecha composta da 26 episodio mandati in onda a cavallo fra il 1995 e il 1996. A seguito della serie venne prodotto il film The End of Evangelion, ma a partire dal 2007 Hideaki Anno darà vita al progetto Rebuild of Evangelion, che andrà a comporsi di quattro film, di cui l’ultimo uscito nel 2020 in Giappone con tutte le difficoltà dovute alla pandemia di COVID-19.
Proprio a causa della pandemia, l’ultimo film della quadrilogia fu acquistato e portato in streaming dalla piattaforma Amazon Prime Video nel 2021. Adesso però, dal 12 al 14 Settembre di questo 2022, Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time sarà distribuito nelle sale da Nexo Digital in collaborazione con la Dynit, accompagnato da un nuovo doppiaggio.

La storia di Neon Genesis Evangelion è complessa e piena di sorprese, una vera e propria altalena che va dal fallimento al successo mondiale, finanche a sfociare per certi fan nel dogmatismo totale. La storia di questo anime è anche quella del suo autore, Hideaki Anno, il cui percorso di vita ne ha praticamente influenzato il contenuto dall’inizio alla fine. La storia di Evangelion è però anche quella di noi fruitori, una generazione che di giorno in giorno ha sempre più problemi a vivere e ad essere soddisfatta di sé stessa, una generazione che in un breve lasso di tempo ha cambiato i propri gusti sotto l’influsso di una quantità bulimica di contenuti e che in modo sempre più famelico ha cercato soddisfazione negli stessi.

Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time

Neon Genesis Evangelion venne scritto da Hideaki Anno in una sua fase depressiva acuta, frutto del suo precedente lavoro, Nadia – il mistero della pietra azzurra. Lo stato mentale dell’autore influenzò pesantemente il contenuto della serie, con l’inserimento di personaggi e sviluppi che in un certo senso rispecchiavano lo stesso Anno: al di là di queste premesse particolarmente cupe, Neon Genesis Evangelion venne prodotto anche con il preciso intento di stupire il pubblico e creare un anime mecha che rompesse gli stereotipi, andando a creare un nuovo filone che l’animazione giapponese potesse seguire.
Partendo da questo intento il character designer e il mecha designer della serie, rispettivamente Yoshiyuki Sadamoto e Ikuto Yamashita, in concerto con Anno, crearono design innovativi per gli ormai celeberrimi mecha Evangelion, così come per i loro nemici, gli Angeli. Questo turbinio creativo che prendeva piede tanto da spunti propositivi quanto da tragiche esperienze di vita, andò a creare un prodotto che riuscì effettivamente a stupire il pubblico, fino a quando il budget per la produzione non finì: questo evento portò Anno e lo studio Gainax a produrre gli ultimi episodi di Evangelion al massimo risparmio, riutilizzando più volte frame già fatti e arrivando infine a concludere la serie ambientando il tutto nella mente del protagonista, Shinji.

Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time

Il finale palesemente raffazzonato di Neon Genesis Evangelion deluse profondamente il pubblico, soprattutto considerando come la prima metà della serie si fosse mostrata in modo sfarzoso agli occhi del mondo: il regista, Hideaki Anno, subì pesanti conseguenze psicofisiche a causa dello stress e della delusione, ma provò a rimettersi in gioco nel 1997 con il film The End of Evangelion, che aveva come obiettivo quello di dare un degno finale alla serie, senza andare a sostituire in toto gli ultimi episodi prodotti diversi anni prima.
Ci vollero quasi dieci anni, durante i quali Anno visse quasi solo delusioni lavorative a parte il suo matrimonio tenutosi nel 2002, perché il regista fondasse lo studio Khara e riprendesse in mano Evangelion, annunciandone il progetto Rebuild, che dal 2007 al 2020 riscriverà l’epopea sci-fi con una quadrilogia di film spettacolari. L’intento di Anno con il Rebuild era esattamente quello di ricostruire il mondo di Evangelion sotto una nuova luce che, per anni, fu chiara solamente all’autore: i primi due film infatti si limitarono a riproporre la maggior parte degli eventi della serie originale, ovviamente in una nuova veste grafica e con il giusto cambiamento di alcuni dettagli, compreso l’ingresso nel cast di un personaggio completamente nuovo.

Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time

Con Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time, Anno chiude un capitolo tanto del mondo anime quanto della sua vita: ciò che ai fruitori non poteva essere chiaro adesso è sotto gli occhi di tutti, Hideaki Anno è felice, ha trovato la sua stabilità ed in gran parte lo deve alla moglie, così con questo film lo ha voluto comunicare a tutti quanti. Il Rebuild con il suo ultimo film pone un punto di rottura incredibile con ciò che Neon Genesis Evangelion fu negli anni novanta: all’epoca il pubblico si innamorò tanto del comparto visivo, ispirato e pregno di significati, quanto della scrittura sia della serie che dei personaggi. La cupezza che pervadeva la mente del protagonista Shinji, il rapporto complesso con il prossimo ed in particolar modo con le donne, così come i dilemmi psichici e morali che affliggevano tutti i personaggi, tutti questi elementi fecero la fortuna dell’anime, aprendo una breccia nel cuore degli appassionati. Moltissimi fan dell’opera apprezzarono anche e soprattutto il finale cupo e senza speranza del film The End of Evangelion, trovandolo coerente con la loro visione del mondo presente e futuro: un luogo dove non c’è speranza di farcela, neanche impegnandosi con tutte le proprie forze.

I quattro film del Rebuild of Evangelion vanno in tutt’altra direzione: partendo in maniera simile alla serie e arrivando ad un apice di tensione con il terzo film, la quarta pellicola invece invertirà la rotta completamente, dando infine gioia e soddisfazione a tutti i personaggi della serie, arrivando anche a sfondare la parete fra finzione e realtà chiudendosi con delle riprese in live action là dove per il regista tutto è iniziato.
Il messaggio che ora il pubblico deve recepire da Evangelion è completamente cambiato, si tratta di un messaggio di speranza e redenzione, scevro in parte da quella sovrastruttura di innovazione per il mondo dell’animazione, che nel 1995 accompagnò la serie originale. Se negli anni novanta Evangelion sembrava essere non solo lo specchio di Anno ma anche della società a cui si rivolgeva, questo specchio adesso si è rotto, mostrando nitidamente solo il riflesso della vita dell’autore, facendo una gran fatica invece a riflettere quella di noi fruitori.

Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time

Complice la pandemia, la fruizione dell’ultima pellicola del Rebuild è stata frammentata nel mondo, rendendo estremamente difficile per gli appassionati recepirla e parlarne come fu per la serie degli anni novanta o anche solo per le tre pellicole precedenti, ciononostante il capitolo conclusivo della saga è ora a portata di mano.
Per quanto chiunque possa averne fruito nel 2021 in modo più o meno gratuito tramite Amazon Prime Video, un film come Evangelion: 3.0+1.01 Thrice Upon a Time meritava la sala cinematografica, un palco che non doveva e non poteva essere negato ad un vero e proprio evento generazionale: questa occasione è alle porte, ed è nostro consiglio di non lasciarvela sfuggire, così da potervi lasciar catturare dalle prodezze visive di questo lungometraggio e, infine capire se anche voi condividete la felicità di Hideaki Anno.

Gallery

Evangelion 3.0+1.01 – Thrice Upon a Time
La locandina dell’anime Evangelion 3.0+1.01 – Thrice Upon a Time di Hideaki Anno, distribuito in Italia da Nexo Digital
La locandina giapponese dell’anime Evangelion 3.0+1.01 – Thrice Upon a Time di Hideaki Anno, ©khara, inc.

Tutte le immagini ©khara, inc. Si ringrazia Nexo Digital.

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