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Stage S – Squadra che vince…

Stage S

Stage S di Tomoya Harikawa – recensione

Nell’articolo su Aliens Area si è discusso di come il modello industriale di Shūeisha influenzi le produzioni manga e del ruolo di Manga Plus in tutto questo, creando prodotti che potrebbero essere visti erroneamente come “copie” l’uno dell’altro.

Anche nel caso di Stage S, scritto e disegnato da Tomoya Harikawa, alle prese con la sua prima opera seriale, va ad applicarsi lo stesso ragionamento. La storia tratta del liceale Meguru Ukiyo, in una felice relazione con l’amica di infanzia Sara Tatsumi. Se non fosse che un serpente bianco predice una tragica morte per entrambi, riportando in vita il ragazzo quando viene investito da un camion e permettendogli così di iniziare il suo viaggio alla ricerca del serpente nero, per sconfiggerlo e salvare la sua amata.

La copertina del volume 1 giapponese di Stage S, da Shonen Jump+ © Shueisha Inc.

L’incipit con una fusione tra una creatura ed un umano, tramite la quale egli ottiene particolari poteri, ricorda tanto quanto il meraviglioso Kiseiju che il recente e altrettanto sorprendente Chainsaw Man (del quale vi abbiamo parlato in un articolo dedicato). Per quanto i protagonisti siano radicalmente diversi, la tipologia di storia, la presenza di una “associazione di ammazza-mostri” e la categoria di nemici creano un parallelismo tra le due opere (e tra mille altre ad onor del vero).

Stage S, tuttavia, è molto più classico nelle sue premesse e nei suoi primi sviluppi, facendo percepire forse l’inesperienza dell’autore. Il primo capitolo riesce a catturare l’attenzione, percorrendo un canovaccio ormai ben noto ai lettori di manga del Jump, in un classico incipit di “viaggio dell’eroe”. Nell’immediato sviluppo dei successivi capitoli la storia perde di mordente, andando a percorrere una serie di tappe arcinote negli shonen d’azione. Tenendo però conto del numero di capitoli c’è assolutamente spazio per miglioramenti e cambi di rotta consistenti, come successo ad illustri predecessori, ad esempio Bleach.

La copertina del capitolo 2 di Stage S, da Manga Plus © Shueisha Inc.

Graficamente Stage S non lascia sicuramente folgorati, ma ha degli elementi degni di nota. I pochi comprimari per ora presenti restano impressi e i mostri hanno molto potenziale inespresso. Gli elementi inquietanti dell’opera irrompono fra le pagine in maniera visivamente inaspettata. Infine, è da lodare l’uso degli elementi fuori dalla griglia, che di tanto in tanto danno luogo a composizioni che rompono l’altrimenti piattezza del manga. Decisamente meno d’impatto la resa dell’azione, al punto tale da far desiderare chi scrive di volere dall’autore un manga puramente horror, più che action.

In definitiva, se non pesa vedere uno schema già noto e si vuole assistere ad un mix di (tanta) azione e (poco) horror, con un incipit tutto sommato soddisfacente e un enorme potenziale ancora da esprimere, Stage S si può ritenere un’ottima nuova proposta da tenere d’occhio nei prossimi mesi.

Illustrazione del fumetto Stage S, di Tomoya Harikawa, da Manga Plus della Shūeisha ©︎ Shueisha Inc.
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