Tra le nuove proposte di Manga Plus, è facile trovare manga la cui trama è simile ad altri dello stesso genere, tra cui Aliens Area. Questo spesso porta ad affermare, anche da parte di personalità illustri, che gli shōnen manga tendano a copiarsi l’un l’altro. Non si tratta di mancanza di originalità o di plagi lasciati correre, ma di un oculato meccanismo industriale tipico di Weekly Shōnen Jump. Squadra che vince non si cambia. Se ha venduto prima, magari con qualche piccolo cambiamento venderà ancora. Non è una formula deterministica che funziona sempre, ma un meccanismo rodato e reiterato che innegabilmente dà i suoi frutti.

Ecco, quindi, che Shōnen Jump nel 2014 rispose all’esplosivo successo di Attack on Titan della rivale Kōdansha con The Promised Neverland. Ed ecco che, sempre lo stesso Jump, pubblicizzò come “l’erede” di Naruto il manga My Hero Academia. In occidente quest’opera – idem dicasi per Jujutsu Kaisen – fu definita un rip-off di Naruto, solo con i supereroi – o i demoni – al posto dei ninja.

Con questo spirito critico ha senso guardare ad Aliens Area, scritto e disegnato da Fusai Naba. La storia ruota attorno al protagonista Tatsumi Tatsunami, orfano dei genitori a causa di un incidente e con due fratellini a carico. Un giorno la famiglia è attaccata da un alieno Tatsumi scopre di avere un braccio “particolare” e conosce l’ente governativo addetto alla protezione della Terra.

La copertina del vol. 1 di Aliens Area, da Shōnen Jump+  ©︎ Shueisha Inc.

Se si pensa che tale ente è anche in grado di cancellare e/o modificare i ricordi di chi è coinvolto in incidenti alieni, è immediato il parallelismo con Men in Black. Ma al contempo il concept base ricorda anche manga come l’ormai storico (e meraviglioso) Kiseiju o il recente compagno di piattaforma e campione di vendite Kaiju#8. In tal senso, non c’è da sorprendersi o da urlare alla “copia”, una volta conosciuto e inquadrato il meccanismo produttivo di WSJ.

L’aspetto più interessante dell’opera è l’aspetto visivo. Un tratto incerto e sporco, ma dotato di buona matericità, in grado di far risaltare le figure. Ancora più peculiare è la variazione nell’utilizzo della modulazione e del tratteggio in base ai personaggi o ai poteri rappresentati. Questo permette di dare un’identità visiva ai personaggi, tale da colpire l’occhio ancor prima del loro design. Design in grado comunque di rimanere impressi, non tanto per il protagonista (anzi), ma soprattutto per l’agente Hajime Shuraku, impossibile da dimenticare una volta visto.

Copertina del volume 1 di Aliens Area di Fusai Naba, pubblicato da S-Manga della Shūeisha, al momento non disponibile in Italia ©︎ Shueisha Inc.

Ulteriore pregio visivo è la varietà degli alieni mostrati anche solo nei pochi capitoli pubblicati, assieme ad una buona resa dell’azione, quasi sempre in comprensibile nonostante il tratto sporco.

In generale il manga è leggibile in maniera abbastanza veloce e gode di buon ritmo, per cui è perdonabile (oltre che ancora migliorabile vista l’esigua durata dell’opera) l’impostazione banale delle tavole.

Sicuramente non un trionfo di originalità, ma tenuto conto dell’apparato visivo, che resta inteso può facilmente non piacere, Aliens Area merita una chance e dimostra molto potenziale.

Aliens Area Fusai Naba
Illustrazione del fumetto Aliens Area, di Fusai Naba, da Manga Plus della Shūeisha ©︎ Shueisha Inc.

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