The Elephants of Mars: torna con un nuovo album Joe Satriani che, arrivato all’età di 65 anni, non sembra veramente mai destinato alla pensione. Il chitarrista di origini italiane ci regala un album fresco, con sonorità non banali ma certo gradevole all’ascolto.

Dopo l’inizio suadente di Sahara, siamo accolti dalla title track, con una chitarra che sembra barrire come un giovane elefante imbizzarrito farebbe: quasi un simbolo di questa eterna giovinezza. Ma siamo su Marte, e questi elefanti sembrano volare, come le dita del virtuoso sul manico dello strumento. Il video che accompagna il brano è pura psichedelia, e regalerà qualche sorriso (la pozione!).

Blue Foot Groovy è il momento di blues-rock americano che non potrebbe mai mancare in un disco di Satch, seguito da uno dei brani più potenti dell’album, Tension and Release. Dopo un inizio quasi in sordina, il brano decolla con un riff spaziale, ed è qui che Joe Satriani si esibisce in un assolo alieno dei suoi.

Con Sailing the Seas of Ganymede e Doors of Perception veniamo accolti da ritmi e suoni esotici e atmosfere sognanti, mentre in E 104th St NYC 1973 si torna alla New York degli anni settanta.

Dopo le atmosfere groovy e blues-rock di  Pumpin’, scopriamo che The Elephants of Mars regala altri momenti inaspettati. In Night Scene siamo sorpresi da un inizio tra dance e ambient che si sposta su sonorità più jazz, per arrivare a un solo blues-rock: il classico brano che vorresti suonasse quando sei in viaggio di notte in automobile. Con Through a Mother’s Day Darkly si parla di guerra dal punto di vista di una madre, ed è l’unico pezzo nel quale c’è del parlato.

Ci sarà un perché se Joe Satriani, nella pagina “about” del suo sito, può vantare di essere il chitarrista solista di maggior successo commerciale al mondo, avendo venduto oltre dieci milioni di album. Le quattordici tracce che ascoltiamo – pur nell’inequivocabile virtuosismo di Satch – non sono fortezze musicali inespugnabili per l’orecchio non avvezzo a questi lidi.
I brani hanno melodie e accompagnamenti riconoscibili e ricchi di fascino, come Sahara (al momento il brano più ascoltato tra YouTube e Spotify), mentre non mancano ballad come Faceless e 22 Memory Lane.

In conclusione, siamo al diciottesimo album di Joe Satriani, ma lui ha sempre qualcosa da raccontarci, mai alla stessa maniera, mai banale. Se siete suoi fan sapete a cosa andate incontro, se non lo siete potete cominciare da questo disco e recuperarvi la sua discografia.

The Elephants of Mars Joe Satriani
La cover dell’ultimo album di Joe Satriani, The Elephants of Mars, prodotto da Eric Cardieux (2002)

Le quattordici tracce che compongono The Elephants of Mars sono:

  1. Sahara,
  2. The Elephants of Mars,
  3. Faceless,
  4. Blue Foot Groovy,
  5. Tension and Release,
  6. Sailing the Seas of Ganymede,
  7. Doors of Perception,
  8. E 104th St NYC 1973,
  9. Pumpin’,
  10. Dance of the Spores,
  11. Night Scene,
  12. Through a Mother’s Day Darkly,
  13. 22 Memory Lane,
  14. Desolation.

Sull’album hanno suonato: Joe Satriani alle chitarre e alle tastiere, Kenny Aronoff alla batteria, Bryan Beller al basso, Rai Thistlethwayte ed Eric Caudieux alle tastiere, Ned Evett nell’intervento parlato.

Write A Comment