Chainsaw Man è un manga shōnen scritto e disegnato da Tatsuki Fujimoto, pubblicato sul Weekly Shōnen Jump dal 2018 al 2020 e raccolto in undici volumi per la Shūeisha. In italia il manga è stato portato dalla Panini Planet Manga in un’edizione regolare, la cui serializzazione si è conclusa il 16 Giugno di questo 2022, mentre il mondo è in trepidante attesa della trasposizione animata che dovrebbe giungere questo inverno.

Foto di Francesco Ariani

Il fumetto è riuscito a vendere abbastanza da entrare nella top 10 dei manga più remunerativi del 2021 e, al momento, ha ottenuto il favore di una larghissima parte di lettori. Questo grazie a diversi fattori, partendo dalle tavole spettacolari, passando per personaggi che fanno subito simpatia e arrivando al concept stesso del manga, capace di attirare subito l’attenzione. Chainsaw Man si sviluppa infatti da un soggetto molto semplice: in un mondo dove esistono i diavoli, incarnando le paure della gente, il protagonista Denji è un senzatetto che vive con il piccolo diavolo motosega Pochita. I due vivono di stenti lavorando per la malavita, ma tutto cambierà quando Pochita entrerà dentro Denji sostituendone il cuore e trasformandolo nell’uomo motosega: il ragazzo incontrerà poi Makima, la quale gli offrirà un posto nel reparto cacciatori di diavoli della Pubblica sicurezza giapponese.

Foto di Francesco Ariani

Da questa semplice premessa si svilupperà una trama costituita di misteri, lotte sanguinarie, tradimenti e rivelazioni capaci di sconvolgere i lettori in ogni occasione. Raccontato in questo modo, Chainsaw Man può sembrare un manga miracoloso, che con le sue qualità ha stregato il pubblico e riscritto il modo di fare fumetto, ma non è affatto così. Il fumetto in questione non è infatti esente da alcune criticità, e la fama che ha ottenuto è in parte dovuta a motivi alquanto superficiali, che non ne valorizzano le tematiche trattate: Chainsaw Man è, al momento, conosciuto ai più grazie a meme, ed un passaparola sulla violenza spudorata presente all’interno, oltre ad una sana dose di tavole particolarmente ispirate al punto da essere apprezzate anche in assenza di un contesto.

Chainsaw Man
Foto di Francesco Ariani

Volendo analizzare Chainsaw Man è inevitabile prendere in esame il suo autore, Tatsuki Fujimoto e, le altre opere da lui scritte, fra le quali spiccano Fire Punch e una serie di one shot fra i quali i più famosi sono Look Back e Goodbye Eri. In questa bibliografia Chainsaw Man occupa un posto centrale, sia in termini temporali che di cifra stilistica: successivo a Fire Punch, precede però i due one shot nominati. In sé il fumetto racchiude tutto quello che l’autore aveva già fatto in Fire Punch, nel quale appariva ingabbiato in una formalità dalla quale voleva uscire: con Chainsaw Man, Fujimoto ha avuto la libertà che desiderava ed ha sperimentato in molti modi diversi, tanto nella scrittura quanto nel disegno, arrivando quindi a produrre one shot come Look Back e Goodbye Eri i cui prodromi sono facilmente visibili nel manga loro antecedente. In Chainsaw Man possiamo trovare poche tematiche ma approfondite in maniera interessante, tutte care all’autore in quanto ritrovabili in misure diverse nelle sue altre opere; possiamo trovare soluzioni di regia che poi riutilizzerà nei one shot seguenti più e più volte; possiamo finanche trovare quello spirito malinconico e tendente alla tragedia che caratterizza ogni suo fumetto. Chainsaw Man non si può infatti definire un manga allegro dal principio alla fine, semmai le immani tragedie al suo interno vengono smorzate da personaggi con una visione della vita capace di fare questo.

Chainsaw Man
Foto di Francesco Ariani

I personaggi di Chainsaw Man non sono molti e, forse proprio anche per questo, sembrano essere tutti splendidamente caratterizzati per i ruoli loro assegnati. Il protagonista Denji, con le sue ideologie molto semplici e dirette, riesce ad essere in controtendenza con la maggior parte dei protagonisti shonen presenti sul mercato, contemporaneamente parlando a molti lettori grazie ad alcune uscite alle quali si farebbe fatica a credere considerando il target di riferimento. Denji non è spinto nel suo viaggio da ideali altisonanti, almeno all’inizio, ma è anzi un eroe meschino: avendo vissuto quasi da sempre come senzatetto, l’unica cosa che desidera è mangiare, avere un tetto sopra la testa e riuscire a ottenere della compagnia femminile, di qualsiasi tipo. All’inizio del manga è un personaggio immaturo sentimentalmente, emotivamente ed anche intellettualmente: il suo lessico è povero, vive le relazioni umane in maniera superficiale e, persino per quanto riguarda l’attrazione per il sesso opposto, non riesce a comprendere le dinamiche dei sentimenti e si accontenta che le donne intorno a lui lo manipolino usando il loro corpo come esca. Proprio perché parte da una simile caratterizzazione, l’evoluzione di Denji in un umano maturo, con tutti i suoi pregi e difetti, assume un valore simbolico altissimo.

Chainsaw Man
Foto di Francesco Ariani

Chainsaw Man inoltre lega moltissimi dei suoi personaggi ad una particolare tematica, ovvero quello del controllo, o sarebbe meglio dire della possessione, declinando il concetto in diversi modi. L’esistenza stessa dei diavoli è assimilabile a questa idea: queste creature infatti sono tanto più forti quanto lo sono le paure del genere umano, di conseguenza alcuni diavoli sono estremamente temuti. Questo crea un circolo vizioso in cui l’umanità è controllata da una paura che alimenta quindi questi mostri, generando ulteriore paura e controllo. Ma questa è una stratificazione più superficiale della tematica, che è veicolata tramite alcuni personaggi chiave della storia andando a toccare concetti come le relazioni umane in generale, quelle amorose, ma anche il semplice desiderio di controllo della propria vita e di ciò che ci accade. Il manga cerca di mostrarci come qualsiasi forma di controllo, sfocando nell’eccesso, risulti dannosa ed autodistruttiva e, solo quando si abbandona qualsiasi velleità di possesso, si riesca a vivere liberi e felici.

 

Il manga comunque annovera anche tematiche più largamente trattate in altri fumetti, fra le quali una delle meglio affrontate a nostro avviso è quella della creazione di un legame familiare: Denji da ragazzino immaturo crescerà poco alla volta ritrovandosi, senza neanche averla cercata, a possedere una famiglia surrogato. Con l’avanzare della storia passerà dal provare tensione sessuale per certi personaggi al trattarli come sorelle da proteggere, riuscirà ad abbandonare il suo atteggiamento spigoloso verso altri uomini e li tratterà con naturalezza come mentori e fratelli. Questo processo è avvalorato dalla naturalezza con cui ci viene proposto, spesso tramite piccoli gesti che mettano in evidenza le differenze fra il Denji di inizio manga e quello dell’ultimo volume. Questa crescita di cui parlo non è imputabile solo a lui, ed anzi è particolarmente apprezzabile, quanto doloroso, leggere alcuni personaggi che coerentemente alla loro caratterizzazione prendono scelte sbagliate, che li porteranno dunque a morire o soffrire enormemente

 

Fujimoto con Chainsaw Man sperimenta anche dal punto di vista visivo, giocando con la regia in maniera eccezionale e cambiando abilmente registro in base alla necessità: in particolar modo riesce a creare tensione con facilità, così come moltissime scene d’azione risultano spettacolari alla vista. Parecchia parte del fascino visivo del manga lo si deve all’uso eccellente delle onomatopee, che in Chainsaw Man hanno spesso un’utilità di narrativa chiara e precisa. Le onomatopee riescono a contribuire con le linee cinetiche al movimento dei personaggi, delle volte unitamente ad un’ottima regia diventano parte integrante della costruzione del ritmo di lettura e della tensione, ed infine Fujimoto si è addirittura spinto a trasformare le onomatopee nella griglia delle vignette. Proprio per quanto riguarda le vignette che costituiscono le tavole, queste non sono un limite invalicabile per l’autore, che alla bisogna le sfonda e le modifica agilmente per raggiungere risultati migliori. L’immaginario di Chainsaw Man inoltre aiuta particolarmente a lasciare impresse determinate tavole, che a discapito anche di un senso poco intuibile, risultano estremamente intriganti alla vista.

 

Proprio l’immaginario di questo manga è, a conti fatti, un’arma a doppio taglio: Chainsaw Man è crudo e violento, trasmette l’interezza dei suoi messaggi con orge di sangue e body horror, ed al di fuori dei combattimenti molti dialoghi sono ricolmi di battute e affermazioni di personaggi che, seguendo la loro caratterizzazione alla lettera, sono stupide esattamente come loro. Queste caratteristiche hanno formato una patina intorno al manga che lo rendono sì apprezzabile per moltissimi, i quali però allo stesso tempo non vedono cosa si nasconde dietro il sangue e le battute sui seni o altre parti intime. Scene in cui Fujimoto cerca di enfatizzare la tragicità di ciò che sta raccontando anche con l’uso di citazioni colte, come ad esempio inserire il quadro La caduta di Lucifero, sembrano passare in sordina come un caso, o come il tentativo di un autore di sembrare ciò che non è. Chainsaw Man è però sotto ogni punto di vista l’espressione dell’intera personalità di Fujimoto, una persona che con tutte le sue opere cerca di far capire come possa oscillare fra l’arte più fine ai prodotti più beceri: proprio in questo manga citerà infatti Sharknado, un B-Movie diventato famoso per la sua capacità di divertire in virtù della sua bruttezza.

 

Chainsaw Man è in tutto e per tutto una perla, un fumetto che riesce coraggiosamente a mischiare tematiche interessanti e trattate con una mano adulta all’intrattenimento più frivolo e di facile fruizione: è un manga nazionalpopolare che per i motivi più disparati può piacere a chiunque, ma che anche per questo motivo può essere frainteso e considerato meno di quello che è. Sta dunque a noi lettori fare come Denji, elevarci dai nostri istinti più bassi e armarci delle migliori intenzioni come una motosega, e con un rombo di motore che squarcia il silenzio farci strada negli strati superficiali di questo manga per scoprirne le meraviglie nascoste, così da scoprire infine un autore che ha moltissimo da offrire con ogni sua opera.

Chainsaw Man 1
La copertina di Chainsaw Man 1, di Tatsuki Fujimoto, pubblicato da Panini Planet Manga (2021)

Scheda tecnica

Autore: Tatsuki Fujimoto
Data di uscita: 30 Giu 2022
Tipo prodotto: Libri
Prezzo: 5,20 euro
Pagine: 192
Rilegatura: Brossura
Formato: 11,5X17,5 cm
Interni: B&N

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