The Umbrella Academy Stagione 3 – recensione
La terza stagione di The Umbrella Academy è andata in onda su Netflix nel 22 Giugno di questo 2022, esordendo con tutte le dieci puntate che la compongono nella stessa giornata. Ogni puntata ha una durata di più o meno cinquanta minuti, intro e outro comprese. Al momento della stesura di questo articolo non ci sono informazioni certe sulla produzione di una quarta stagione, ma considerando il finale di questa terza è plausibile immaginare che Netflix tornerà a raccontarci la storia dei giovani Hargreeves nel prossimo futuro, indici d’ascolto permettendo.
Di seguito, la recensione continua con alcuni elementi della trama della stagione 3 di The Umbrella Academy.
La prima puntata di questa stagione si ricollega in toto al finale della stagione precedente, senza spostare le lancette dell’orologio neanche di un secondo. Alla fine della seconda stagione la famiglia Hargreeves, spirito di Ben compreso, hanno sventato l’ennesima apocalisse e viaggiato nel tempo: con loro enorme sorpresa, una volta nella casa di famiglia, la scoprono abitata sì dal loro padre adottivo Sir Reginald Hargreeves, ma anche da un altro gruppo di super che rivela loro di appartenere alla Sparrow Academy. Nella confusione generale, tanto dei personaggi coinvolti quanto degli spettatori, la prima puntata si apre quindi con uno scontro aperto fra i membri della Umbrella Academy e quelli della Sparrow Academy, con una regia ed un uso della musica immediatamente riconoscibili.
Fin dai primi attimi The Umbrella Academy 3 torna ad usare espedienti narrativi interessanti per giustificare sequenze riconducibili ad un musical, con danze vere e proprie o sequenze d’azione che ricordano un ballo di qualche genere, accompagnando il tutto con una colonna sonora di tutto rispetto. Se la prima preoccupazione di chi si approccia a questa recensione è quindi che Netflix abbia snaturato The Umbrella Academy arrivando alla terza stagione, vi avvisiamo che potete dormire sonni tranquilli, in quanto sotto ogni punto di vista il cuore di questa stagione è al posto giusto, con una regia ed una sceneggiatura ampiamente riconoscibili. Fra tutti gli episodi il brano che, forse, sembra decisamente il più azzeccato è House of the Rising Sun de The Animals, che in questa stagione è associato ad uno specifico personaggio il cui cammino sembra davvero rifarsi al testo della canzone citata.
Questa terza stagione non è riconoscibile solo grazie ai dettagli tecnici, ma anche grazie al cuore tematico che ha sempre caratterizzato la serie: gli spettatori assistono da sempre ad un dramma familiare, in cui i giovani Hargreeves devono risolvere i loro dissidi interni e le crepe nelle loro personalità, ancora prima di sventare l’ennesima apocalisse. Anche questa volta infatti tutti gli eventi ruoteranno intorno ad un evento apocalittico da dover fermare, ed anche questa volta la causa è da ritrovarsi nelle azioni dei protagonisti, i quali hanno creato quello che nella serie verrà definito “Paradosso del nonno”, un paradosso capace di spazzare l’universo intero. Se già sventare questo disastro può rivelarsi un’impresa, il tutto sarà reso ancora più difficile dai dilemmi che ognuno dei protagonisti proverà.
Seppur ogni stagione di The Umbrella Academy non abbia mai lasciato nessuno indietro, dando sempre il giusto spazio ad ognuno dei membri della famiglia, è anche vero che di stagione in stagione ci sono stati personaggi che hanno avuto un’evoluzione più tumultuosa e altri meno: questa volta sarà Ellison a trasformarsi in una persona del tutto diversa man mano che le puntate andranno avanti. Il suo percorso – esattamente come quello degli altri personaggi – risulterà particolarmente apprezzabile non solo per la coerenza interna agli eventi della stagione, ma soprattutto perché frutto di tutto ciò che hanno vissuto nelle avventure precedenti. Man mano che la storia procedeva, ognuno dei protagonisti ha perso qualcosa, beni materiali o status sociali, amicizie e persino amori. Ad ogni perdita è conseguita un’evoluzione caratteriale, che ha contribuito a portare a conclusione le vicende narrate.
Ellison in questa stagione vive un dramma più forte rispetto a tutto il resto della famiglia: nella prima stagione lei era l’unico membro del gruppo ad aver avuto una figlia, dopo essere scappata dal giogo della Umbrella Academy. Pur di salvare il mondo però, la donna verrà quasi uccisa subendo una grave mutilazione e aiuterà i fratelli a costo di rinunciare a quanto aveva ottenuto fino a quel momento. Allo stesso modo, durante la seconda stagione Ellison riesce a crearsi un nuovo legame amoroso, funestato però dai crimini razziali che caratterizzavano quell’epoca in cui si trovava: anche questa volta pur di salvare il mondo si ritrova costretta a rinunciare all’amore appena ottenuto. Quando il gruppo della Umbrella quindi si ritrova catapultato in una nuova linea temporale, dove lei non ha nè una figlia nè il suo amore, Ellison è la persona che maggiormente si ritrova ad essere svantaggiata dalle sue scelte eroiche.
Lo stesso si può dire per tutti gli altri membri della famiglia, che raccolgono in un certo senso i frutti ottenuti dalle stagioni precedenti, fra chi come Numero 5 cerca un pensionamento anticipato pensando di aver sventato qualsiasi apocalisse e chi, come Klaus, utilizza questa nuova linea temporale e un po’ di lucidità ritrovata per capire meglio il padre e se stesso. Particolarmente apprezzabile è il percorso di Vanya, ora Viktor, che intreccia il cammino del suo attore Elliot Page, il quale fra la seconda stagione e la terza si è identificato in una persona transgender: Elliot Page infatti nasce donna con il nome di Ellen Page e, nella prima e nella seconda stagione dello show, interpretò un ruolo femminile. Per rispettare quindi questo percorso dell’attore, il suo personaggio nelle prime puntate, facendo frutto delle esperienze passate, esplora il suo io più profondo e compie a sua volta una transizione da Vanya a Viktor, elemento che viene bonariamente accettato da tutta la famiglia, intrecciando la realtà con una buona scrittura dei personaggi.
Se quanto detto finora può far sembrare questa terza stagione un gioiello, va sottolineato che ha comunque delle criticità molto simili alle due precedenti: esattamente come in passato, molti degli eventi cruciali avvengono a causa dei rapporti problematici che gli Hargreeves coltivano fra di loro, al punto che alcuni personaggi possono sparire per intere puntate senza che gli altri membri della famiglia si pongano domande. Allo stesso modo i misteri riguardanti il padre della famiglia, Sir Reginald Hargreeves, restano sostanzialmente irrisolti e, anzi, sono ancora più fitti di prima, considerando il finale al cardiopalma di questa stagione, durante il quale avvengono eventi incredibili per i quali ci mancano, totalmente, spiegazioni. Non sappiamo ancora nulla di cosa spinga quell’uomo ad agire, non sappiamo nulla sulla sua origine aliena e, soprattutto, non capiamo se il suo comportamento disdicevole con i figli sia dovuto ad un genuino disinteresse per le loro vite o ad un machiavellico e crudele sistema educativo.

Questa stagione di The Umbrella Academy ci ha sostanzialmente lasciati soddisfatti, mantenendo un alto livello tecnico e di scrittura e facendoci ancora una volta innamorare di quella pazza famiglia disfunzionale. Allo stesso tempo ci ha lasciati ancora una volta orfani di risposte che, arrivati al terzo giro di boa di questo prodotto, ci si aspettava. Vi lasciamo dunque nella speranza che venga annunciata una quarta stagione e che questa sia l’ultima, o quantomeno possa configurarsi come l’occasione per rispondere alla maggior parte dei misteri messi sul piatto fin dal lontano 2019, quando iniziò il viaggio televisivo della Umbrella Academy.