Beta Ray Bill: Stella d’Argento è una run sull’omonimo eroe Marvel, Beta Ray Bill, a cura del disegnatore e sceneggiatore Daniel Warren Johnson e del colorista Mike Spicer, serializzata in America nella prima metà del 2021 e giunta da noi poco dopo nello stesso anno, grazie alla Panini Comics. In primo luogo, per approcciarsi a questa storia va compreso che essa fa parte della continuity Marvel, in sostanza quindi gli eventi in essa narrati fanno parte della macrostoria del grande universo della casa delle idee, e perciò nasce da eventi avvenuti in run precedenti ad essa, e quanto vi avviene potrà avere ripercussioni per le storie future su Beta Ray Bill.

Beta Ray Bill: Stella d’Argento
Foto di Francesco Ariani

Essendo consapevoli di come l’enorme calderone di storie della Marvel possa spaventare anche il lettore più intrepido, è doveroso fare un’ulteriore precisazione riguardo a Stella d’Argento: seppure essa prenda piede da due eventi diversi, ovvero lo scontro fra Beta Ray Bill e Thor – avvenuto nel numero #3 del Thor sceneggiato da Donny Cates – e da tutte le conseguenze dell’evento crossover King in Black, questa storia è perfettamente comprensibile anche senza aver letto niente di quanto nominato in precedenza. Anche la prefazione di Marco Ricompensa, presente all’interno del cartonato, è di incredibile aiuto al lettore, spiegandogli le origini editoriali del supereroe e sottolineando come Johnson dimostri di aver ben studiato il lavoro originale di Walter Simonson, così da potersi ricollegare ad esso.

Beta Ray Bill: Stella d’Argento
Foto di Francesco Ariani

Stella d’Argento è una storia che, sotto ogni punto di vista, si confà perfettamente allo stile narrativo di Johnson, proprio grazie alla natura del suo protagonista: Beta Ray Bill infatti appare come un grosso umanoide dal volto equino, una sorta di mostro orribile dall’animo nobile, al punto da essere stato degno di sollevare Mjolnir, il famoso martello di Thor. La razza a cui però appartiene il nostro eroe, cioè i Korbiniti, non appare con le sue sembianze, ma con altre decisamente più aggraziate e simili alle nostre: Bill infatti venne trasformato dagli scienziati del suo pianeta al fine di salvarli dalla furia di Surtur, missione nella quale fallirà, lasciandolo unico superstite della sua intera razza, insieme alla nave spaziale guidata dalla IA senziente Skuttlebutt.

Johnson tipicamente tende a parlare di emarginati, personaggi con grandi traumi alle spalle incapaci di accettare se stessi o l’ambiente in cui vivono, e che per questo si mettono in viaggio al fine di ristabilire il loro equilibrio, non sempre con un vero e proprio lieto fine come si accenna nel titolo dell’articolo. Questa storia non fa eccezione, e dal momento che Bill non è più in grado di trasformarsi nel suo aspetto Korbinita per colpa di Thor, reo di avergli distrutto Stormbreaker, l’arma magica tramite la quale l’eroe modificava le sue sembianze, si metterà in viaggio alla ricerca di un modo per riottenere il potere perduto.

Il percorso di Bill, accompagnato dalla sopracitata nave, da Pip il troll e da Skurge, lo condurrà dinnanzi ad Odino e infine alla ricerca di una nuova e portentosa arma, tutte tappe di un viaggio che al di là del mettere alla prova il fisico del nostro eroe, ne metteranno alla prova la psiche, ricordandogli a più riprese i numerosi fallimenti conseguiti nella sua vita, il suo aspetto mostruoso così difficile da accettare, tanto per chi lo circonda quanto per lui stesso, finanche il mettere in dubbio la qualità dei suoi successi e quanto essi possano davvero definirlo come persona.

Un’azione sfrenata e iperdinamica pervade l’intero fumetto: partendo dalle prime scene in cui Johnson sfrutta le enormi dimensioni del cattivo Fing Fang Foom per giocare con la camera creando delle inquadrature di ampio respiro e distorsioni spaziali che conferiscono dinamicità alla battaglia, e finendo poi che le tipiche scazzottate che strizzano l’occhio al wrestling professionistico. Chi conosce lo sceneggiatore sa infatti che è uno sfegatato fun del wrestling, ed esprime tale passione ricalcandone le mosse con i suoi personaggi, caratteristica che noi abbiamo incredibilmente apprezzato ma che – siamo consci – in un contesto come questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni.

Il tratto spesso di Johnson non delude, delineando dei personaggi massicci e realistici, quasi palpabili dalle pagine: tutti i suoi personaggi sono dettagliati, con dei fisici nervosi e mai falsamente belli, non si tratta insomma di eroi o cattivi da cartolina. Il connubio con Mike Spicer come colorista è ampiamente rodato, ed infatti anche in questa occasione i colori si sposano magnificamente con ogni scena, aiutando la matita di Johnson a creare ambientazioni di ogni tipo vivide e straordinarie, esattamente come anche scene d’azione estremamente colorate e che, proprio al colore, devono anche molta della loro ottima leggibilità.

Beta Ray Bill: Stella d’Argento è per noi una piccola perla nel panorama Marvel, una storia capace di divertire e affascinare, fra scontri roboanti e ambienti magnificenti, ma al contempo porta il lettore a riflettere, magari anche su se stesso, in un modo tanto profondo quanto vivida sarà stata la lettura di questa storia.

Beta Ray Bill Stella d’Argento
La copertina dell’albo Beta Ray Bill: Stella d’Argento, di Daniel Warren Johnson e Mike Spicer, pubblicato da Panini Comics (2021)

Scheda tecnica

Autore: Mike Spicer, Daniel Warren Johnson
Data di uscita: 11 nov 2021
Tipo prodotto: Libri
Prezzo: 16,00 euro
Pagine: 128
Rilegatura: Cartonato
Formato: 17×26 cm
Interni: Colori

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