Arkham Dreams – I boschi dell’incubo vol. 1: recensione
Ed eccoci qui ad inaugurare una serie tutta dedicata al genere che in questi anni sta vivendo quella che è stata definita una vera e propria rinascita: il librogame. E per un primo articolo cadeva proprio a fagiolo parlare del primo librogame “nato e cresciuto in Tora”, come dichiarato sulla pagina Facebook della casa editrice.
Stiamo parlando del numero uno della collana Arkham Dreams, intitolato I boschi dell’incubo, edito da Tora Edizioni appunto ed uscito ad ottobre dell’anno appena trascorso. Alla macchina da scrivere – sì, permettetemi di immaginarlo così – abbiamo Daniele Manfredi. Mentre al pennino abbiamo il catanese – ogni riferimento a delle arancinE sarà puramente casuale – Enzo Triolo.

Come suggerisce il titolo, con questo testo, cari i miei amanti di Lovecraft, non rimarrete delusi. Mi sembra però doveroso specificare che i riferimenti all’autore statunitense non vanno oltre qualche cameo. Infatti personaggi e trama sono del tutto originali.
Appare chiaro che lo scopo del testo è di restituire il retrogusto immaginifico e angoscioso delle storie di Lovecraft, portando a un libro interattivo in cui il turbamento si mischia alla componente avventurosa in modo molto curato.
Arkham Dreams – I boschi dell’incubo vol. 1: ambientazione
La trama in breve: siamo nel 1932 ad Arkham. Voi siete Arthur Whipple, un uomo tormentato e incompreso, quasi alla deriva, e con delle capacità fuori dal comune. La vostra avventura comincerà quando deciderete di andare in aiuto di un vecchio amico di famiglia, il professore di antropologia Albert Wisner, scomparso durante una ricerca sul campo nel piccolo villaggio di Highfield.
Dopo queste succose premesse partiamo subito col dire che Triolo ha fatto un lavoro egregio. Non solo per quanto riguarda la copertina del libro, ma in particolare per le illustrazioni lungo il testo. Se già di per sè il bianco e il nero calzano bene sul mondo di Manfredi, Triolo, che è un maestro della tecnica, da all’inchiostro l’immagine fedele di ogni personaggio e di quale emozione dovrebbe trasmettervi. E mano a mano che la storia procede, ogni espressione e ogni particolare dell’immagine acquisterà sempre più senso. Un bel 10 e lode a te, caro artista conterraneo.

Arkham Dreams – I boschi dell’incubo vol. 1: modalità di gioco
Per quanto riguarda la modalità di gioco, ricordiamoci che ci troviamo davanti al sottogenere dell’escape book. Questo vuol dire che non bisogna aspettarsi di dover operare una scelta alla fine di ogni paragrafo. Altra particolarità è l’alternarsi della dimensione reale a un’altra che definirla onirica è troppo riduttivo, passaggio segnalato all’inizio di ogni paragrafo rispettivamente con le parole Vigilo e Sopor.

Per il resto abbiamo come sempre una scheda di gioco, che delinea il profilo del nostro personaggio, da completare prima di iniziare la vostra avventura. Al suo interno troviamo caratteristiche passive, come vitalità e razionalità, e attive: destrezza, equilibrio mentale, sangue freddo. Sì, perché in questo librogame non solo si muore, ma si può anche impazzire.
A queste si aggiungono delle abilità speciali e un equipaggiamento di base sempre a scelta del giocatore. Utile a questo scopo il riferimento a schede precompilate per i meno esperti. Inoltre, se da una parte le prove caratteristica richiederanno l’utilizzo di almeno un dado a sei facce, i combattimenti saranno invece tutti basati sui simboli della pergamena di Abdul Alhazred (do you remember him?), che troverete alla fine del libro e lungo le sue pagine.

Arkham Dreams – I boschi dell’incubo: conclusioni
Andando oltre, si tratta di un testo interattivo che promette ciò che mantiene in quanto ad atmosfera ed ansia. Il suo maggior pregio risiede nella capacità dell’autore di tracciare strade talmente diverse da capovolgere ad ogni sessione di gioco la comprensione stessa degli avvenimenti e non solo l’andazzo della vostra avventura. E anche se il gioco si fa duro, qualche espediente arriva in nostro soccorso.
Sì perché, diciamocelo, qui si muore facile e pure male. Ed è stato bravo il nostro Manfredi, che ha inserito un sistema di “punti di congiunzione”, come lui stesso li ha definiti, con il preciso scopo di smorzare la frustrazione, dando la possibilità di ripartire da uno specifico paragrafo a seconda del momento in cui avete imboccato la vostra andata senza ritorno.

Ad onor del vero, c’è da ammettere che le prime 300 copie avevano un po’ di difettucci, come qualche refuso di troppo e un’impaginazione da rivedere. Dalle immagini potrete capire che lo dico con cognizione di causa, visto che la copia che vedete è stata ordinata a una settimana dall’uscita. La casa editrice è però subito intervenuta, annunciando dopo qualche settimana l’uscita di una Unlimited Edition, versione riveduta in collaborazione con Librogame’s Land.
In definitiva, non credo che I boschi dell’incubo sia un librogame per tutti. Almeno non per chi si definisse una new entry o deficitasse in pazienza e autocontrollo. Per tutti gli altri, questo librogame è una bella esperienza che non dovrebbe mancare sugli scaffali di un amante del genere, specialmente se si prediligono avventure angosciosamente fantasiose, dove nulla si può dare per scontato. Io, dal mio canto, spero che al prossimo Librogame’s Land Award riesca a portare a casa qualche soddisfazione, tutta meritata.


Scheda tecnica
Autori: Daniele Manfredi, Enzo Triolo
Tipo prodotto: Libri
Prezzo: 14,90 euro
Pagine: 288
Formato: 21×15 cm